Schegge di Luce - 05 maggio 2024, 07:58

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Daniel Orozco

Commento al Vangelo del 5 maggio, VI Domenica di Pasqua

“Il comandamento dell’amore”, opera della disegnatrice braidese Pinuccia Sardo

“Il comandamento dell’amore”, opera della disegnatrice braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 15,9-17).

Oggi, 5 maggio la Chiesa giunge alla VI Domenica di Pasqua (Anno B, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è padre Daniel Orozco, del Collegio Messicano, a Roma. Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio.

Pensieri e parole, che si uniscono al disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

«Come il Padre ama me, così amo io voi. Rimanete nel mio amore». Il Vangelo di Giovanni ci invita a concentrare la nostra attenzione sul comandamento dell’amore.

È importante sottolineare che il Vangelo prosegue e approfondisce il tema della prima lettura dello stesso apostolo, dove fa eco alla carità enunciando una grande verità: «Dio è la fonte dell’amore». Se Dio è colui da dove scaturisce la qualità dell’amore che dobbiamo vivere, siamo chiamati a ritrovarci nella pienezza dell’amore umano, che sgorga dall’amore di Dio, così egli rimane in noi e noi in lui.

Tuttavia, corriamo il rischio di accontentarci di un amore riduzionista, utilitarista e materialista che non ha origine da Dio, ma al contrario nasce dalla vanità e dall’egoismo del desiderio umano, da una libertà senza dominio morale o da un appetito meramente carnale. Quando Dio cessa di essere la nostra fonte e la nostra priorità, ci fermiamo a briciole d’amore che possiamo trovare ovunque.

Il fondamento del fatto che Dio sia l’amore dell’uomo e del mondo, ci fa continuare a scoprire il suo volto, la sua persona e la missione alla quale siamo chiamati nella sua permanenza. Dio non viene ridotto a una mera idea d’amore fantasiosa o emotiva, né a un semplice desiderio o sentimento, ma diventa per noi esperienza di un autentico senso di vivere per condividere ciò che siamo, come frutto della sua presenza in noi. La nostra realtà e la nostra esistenza devono passare per questo vero incontro con Dio-amore, poiché diventa un soffio vitale, un impegno di carità, un seme che cade sulla nostra terra fertile per dare abbondante frutto di qualità umana.

La scelta di Dio per noi, come dice san Giovanni, sta nel conoscere realmente le meraviglie che Dio compie, perché ce le ha condivise. Il suo dono di amore reciproco è capace di offrire la vita per gli altri, abbattendo tutte le barriere dell’egoismo, rendendo prossimo ogni uomo e concepisce l’autentica amicizia: «Non vi chiamo più servi, ma amici».

La vita della Pasqua deve essere per noi un invito a sperimentare questa amicizia con Dio, vincendo la vita di peccato e conformandoci alla vita dei comandamenti. Noi credenti dobbiamo essere un riflesso costante della verità dell’amore autentico, leale e sincero nel contatto con l’altro. Il nostro modello di vita non è la propaganda edonista che vive presente nel mondo per le ideologie o per le istituzioni che offrono un piacere come compagnia per la solitudine umana, o per soddisfare la noia di certi bisogni sessuali. La permanenza dell’amore di Dio va oltre e deve essere un parametro di vita per coloro che desiderano sperimentare la vera pienezza della donazione e dell’amicizia. «Dio ci ha manifestato l’amore che ha per noi inviando nel mondo il suo Figlio unigenito, affinché viviamo per lui... per liberarci dai nostri peccati». Sant’Agostino già diceva: «L’amore, la libertà interiore e l’adozione filiale non si distinguono se non per nome, come la luce, il fuoco e la fiamma. Se il volto di una persona amata ci rende felici, cosa non farà la forza del Signore nella nostra anima purificata! L’amore in Dio è un progresso eterno» (Sant’Agostino, Sermone 34, 2-6).

Silvia Gullino

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