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Cronaca | 08 maggio 2024, 19:46

Feci di cane contro la parrocchia e la biblioteca di Racconigi per protesta contro il Covid: donna a processo

Originaria di Carmagnola è accusata di imbrattamento. A denunciarla sono stati don Mauro Scavino e il sindaco Valerio Oderda. Un maresciallo dei carabinieri: "Protagonista di altre azioni simili"

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

Avrebbe imbrattato la bacheca della parrocchia di Racconigi con le feci del suo cane e per questo motivo, Don Mauro Scavino, parroco della chiesa di Santa Maria e San Giovanni la denunciò.

A spiegarlo in tribunale di Cuneo, dove è imputata, M.M., una donna originaria di Carmagnola, è stato proprio il sacerdote: “Era il 2021, in piena epoca Covid - ha riferito il prete - e da quanto ho capito il suo non era un fatto personale, ma una presa di posizione ideologica”.

Ad avvertirlo che una donna, a passeggio col proprio cane, si era avvicinata alla bacheca della chiesa e aveva iniziato a schiacciare gli escrementi dell’animale contro i cartelli apposti che indicavano l’obbligo di indossare la mascherina dei locali, era stata una passante: “Non ho assistito alla scena direttamente – ha continuato – ma ho guardato la registrazione delle telecamere. Non conoscevo la signora, perché non frequentava la parrocchia: successivamente la incontrai in strada e la sentii inveire contro alcuni volontari”.

Quello raccontato dal sacerdote non sembrerebbe però essere stato l’unico episodio di imbrattamento commesso dalla donna.

A confermarlo è stata una responsabile della biblioteca civica di Racconigi, che ha spiegato al giudice che già in un’altra occasione M.M. aveva dato in escandescenza, in quanto un volontario non aveva fatto entrare suo figlio in biblioteca perché sprovvisto di green pass: “La signora aveva iniziato a inveire contro di me – ha spiegato la responsabile – pur rimanendo all’esterno del locale. Aveva tirato fuori il telefonino e aveva iniziato a riprendermi ingiuriandomi. Io le avevo chiesto di non filmarmi e lei mi rispose che avrebbe chiamato i Carabinieri”.

Dopo quella volta sarebbero stati trovati escrementi di cane sia in biblioteca che nel box della distribuzione dei libri: “C’erano anche degli sputi sulla porta di ingresso – ha proseguito la testimone - e anche i libri erano imbrattati, ma per fortuna, essendo foderati, siamo riusciti a ripulirli”. 

All’imputata, che venne denunciata anche dal sindaco Valerio Oderda, si riuscì a risalire perché, qualche giorno dopo, la donna avrebbe pubblicato sulla pagina Facebook della biblioteca un post di sfogo raccontando l’episodio: “Aveva scritto che era una vergogna che non si facessero entrare i bambini in biblioteca”, ha concluso la responsabile.

In aula anche il maresciallo dei carabinieri che aveva svolto l’individuazione fotografica. “La donna è un soggetto noto – ha illustrato- Ci sono state altre azioni della stessa natura che però non sono state oggetto di un procedimento penale: ci sono stati altri imbrattamenti a danni di alcuni esercenti che avevano deciso di non sporgere querela”.

Il 6 settembre si ascolteranno altri testimoni e ci sarà la discussione.

CharB.

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