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Cronaca | 08 maggio 2024, 18:17

Incaricato di ristrutturare una casa a Bergeggi non avrebbe terminato i lavori: a processo per appropriazione indebita

L'imputato è un artigiano di Mondovì. Secondo la vittima, che avrebbe versato un anticipo di oltre 50mila euro, nessun materiale ordinato sarebbe stato consegnato

Panoramica di Bergeggi

Panoramica di Bergeggi

Era il 2021 quando un uomo, residente nel torinese, si rivolse a A.C, titolare di una ditta individuale di Mondovì, per affidargli dei lavori di ristrutturazione del suo appartamento al mare.

Ma quei lavori, a suo dire, nonostante i soldi anticipati per l’acquisto dei materiali e poi mai restituiti, non furono portati a compimento, tanto che l’artigiano sarebbero sparito nel nulla.

L’imprenditore, accusato in tribunale a Cuneo di appropriazione indebita, era stato consigliato al torinese dall’agente immobiliare da cui aveva acquistato l’appartamento a Bergeggi che, costituitosi parte civile, ci avrebbe rimesso oltre 50mila euro: “Ci eravamo incontrati sul cantiere il 2 febbraio 2021 per un primo sopralluogo– aveva iniziato a spiegare la vittima – Con lui c’era anche il geometra che avrebbe fatto le pratiche e assunto la direzione dei lavori. Avevamo stipulato tre contratti per tre diverse tipologie di interventi e A.C. si raccomandò subito per avere anticipo perché doveva ordinare i materiali. Io gli dissi che volevo l’alloggio pronto per l’estate e lui mi rassicurò dicendomi che non c’erano problemi”.

Come emerso in udienza il torinese effettuò un primo versamento di 16.500 euro per i serramenti, ma nonostante i lavori fossero iniziati sarebbero proceduti a rilento, al punto che le attività previste per maggio sarebbero slittate ad agosto e mai concluse: “Ne avevo parlato con lui – ha continuato il proprietario dell’alloggio - Lui mi rassicurava dicendomi che avrebbero recuperato. Non ho mai visto i serramenti che avevo pagato e nemmeno un ordine firmato. Poi mi aveva detto che c’era stato un problema perché aveva discusso con la ditta che doveva fornirglieli e che avrebbe dovuto rivolgersi da un’altra parte”.

Trascorsa l’estate, la parte civile decise di rassegnarsi: “Tra ottobre e novembre i contatti si fecero sempre più difficili – ha proseguito – In totale ho versato ad A.C. 52.555 euro. Quei bonifici sono stati fatto in risposta ai solleciti di avanzamento lavori che lui mi faceva. Alcuni in effetti erano stati effettuati, come quelli di ristrutturazione edilizia, sulla pavimentazione e il rivestimento. Non contesto che lui non abbia fatto nulla. Il problema è che i lavori sono stati eseguiti parzialmente e anche male: soprattutto perché i materiali ordinati non sono mai arrivati”.

A dicembre di quell’anno poi, il silenzio perché il numero dell’imputato non sarebbe stato più attivo: “Vedevo che non riceveva più i messaggi su WhatsApp – ha concluso la parte civile – Quando lo chiamavo sentivo il messaggio che diceva che il telefono era inattivo”.

I lavori non eseguiti, secondo l’accusa, ammonterebbero a circa 20mila euro, cifra calcolata dal geometra che si sarebbe trovato anche lui creditore di circa 10mila euro: “A.C. non lavorava in modo continuativo – ha spiegato il direttore dei lavori – Io ho sollecitato ma senza successo”.

Il 27 maggio si ascolterà l’ultimo testimone.

CharB.

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