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Attualità | 17 maggio 2024, 16:58

Trent'anni dall'alluvione del 1994: la Provincia coordinerà le iniziative per ricordare quel tragico evento

Il 5 e 6 novembre del 1994 la Granda contò 29 vittime, migliaia di sfollati e danni ingentissimi. Robaldo ha convocato un tavolo di lavoro con i sindaci dei Comuni che subirono più perdite

Trent'anni dall'alluvione del 1994: la Provincia coordinerà le iniziative per ricordare quel tragico evento

Sono passati trent’anni dalla devastante alluvione che il 5 e 6 novembre 1994 colpì in modo pesante il Basso Piemonte causando 29 morti nel solo Cuneese, 2.226 sfollati e ingentissimi danni. Nel ricordo di quelle vite umane spezzate e per rendere omaggio a quella ferita ancora aperta, il presidente della Provincia ha invitato a Cuneo nei giorni scorsi i sindaci dei principali Comuni che furono coinvolti nella tragedia ad un tavolo di lavoro per programmare iniziative comuni.

La Provincia di Cuneo intende infatti dare vita ad una regia operativa finalizzata a coordinare i tanti eventi che i singoli Comuni della Granda stanno programmando. Lo scopo è quello di agevolare le iniziative che verranno poste in essere inserendole nell’ambito di una cornice istituzionale unica.

All’incontro erano presenti, oltre alla consigliera provinciale e consigliera comunale di Bra, anche i sindaci e rappresentanti dei comuni di Bastia Mondovì, Cossano Belbo, Farigliano, Monchiero, Ormea, Rocchetta Belbo e Santo Stefano Belbo. La proposta di un coordinamento provinciale è stata accolta favorevolmente, così come quella di proporre iniziative comuni di sensibilizzazione (spettacolo teatrale) itineranti sul territorio, in affiancamento alle proposte che i singoli Comuni stanno mettendo a calendario per i prossimi mesi.

Il tavolo di lavoro ha offerto anche l’occasione per ricordare vicende personali e collettive legate alla tragedia del 1994, ma anche di sottolineare l’importanza di tante opere di messa in sicurezza del territorio realizzate negli anni successivi che hanno permesso, insieme ad una nuova cultura della prevenzione, di contenere i danni di altre successive alluvioni, come quella del 2020.

redazione

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