Ha destato preoccupazione e apprensione nei residenti della borgata "Rulfi", nel territorio comunale di Roccaforte Mondovì, la notizia della possibile rimessa in funzione della cava di Santa Lucia, sul Momburgo.
"Chiediamo di pubblicare questa sentita lettera che raccoglie le nostre preoccupazioni e le nostre sofferenze, già in passato vissute e che si prospettano nuovamente con grande ferocia per la volontà di riaprire la cava di S.Lucia, ormai quasi del tutto inglobata dalla natura - scrive un gruppo di cittadini residenti ai piedi di Santa Lucia -. Una nota ditta locale ha infatti chiesto di riaprire la coltivazione della cava che separa le case e noi residenti con l'amato Santuario di S. Lucia. Dopo tanti anni dalla chiusura, nuovamente vengono messe a dura prova con grave rischio per la salute, tutte quelle famiglie che hanno scelto di vivere nella tranquillità e salubrità della frazione 'I Rulfi'. Non di meno importanza è il possibile danneggiamento del secolare Santuario di S. Lucia patrimonio dei cittadini di Villanova e Roccaforte Mondovì, che ha subito in passato il rischio di crollare a valle a causa proprio delle cave. Confidiamo nella pubblicazione di questa missiva perché questa richiesta d'aiuto non rimanga lettera morta, ma sia manifesto pubblico alla tutela della salute pubblica e del Santuario di S. Lucia bene di tutti i cittadini".
Non risultava invece informata dalla petizione l'associazione AmiSaL - Amici di Santa Lucia Odv, che da alcuni anni, con i volontari, si occupa della valorizzazione e dell'apertura alle visite al Santuario, che insiste proprio sulle pendici del Monte Calvario.
Attualmente di proprietà della ditta Itinera Spa, controllata di Astm, parte della galassia del colosso delle autostrade che fa capo alla famiglia Gavio, la cava è stata utilizzata dagli anni '40 fino al 2012, quando l'autorizzazione al suo esercizio venne revocata dal Comune a seguito di una sentenza del Tar Piemonte, chiamato a esprimersi sul rumore provocato dall'impianto.
Le attività di scavo furono interrotte senza che venissero conclusi gli interventi di rimodellamento morfologico e recupero ambientale. Negli anni passati la ditta proprietaria del sito richiese formalmente agli enti competenti di ottenere nuovamente il permesso di coltivazione e recupero ambientale ma, a causa di varie vicissitudini legali, non si arrivò mai alla conclusione dell’iter, tanto che risulterebbe infatti ancora aperto un ricorso davanti al Consiglio di Stato.
Nel frattempo si è fatta strada la possibilità di un accordo commerciale per la cessione dell'intero sito dall'attuale proprietà alla Giuggia Costruzioni Srl di Villanova Mondovì, che ha manifestato il proprio interesse a un eventuale utilizzo di fabbricati e piazzali e a un'eventuale ripresa delle attività di coltivazione e recupero ambientale della cava, fermo restando l'ottenimento delle dovute autorizzazioni ambientali già richieste e il responso di un'eventuale conferenza dei servizi.
La ditta villanovese affronterebbe le problematiche relative alle emissioni acustiche generate dagli impianti della Cava Santa Lucia utilizzando l'impianto di trattamento del materiale, di cui è già proprietaria, in corrispondenza della vicina Cava Rocchetta, nel territorio del Comune di Villanova Mondovì.
“Abbiamo avviato alcune interlocuzioni preliminari per la rifunzionalizzazione della cava di Santa Lucia - sottolineano dalla Giuggia Costruzioni -. Qualora il processo autorizzativo giungesse a compimento, opereremo a stretto contatto con l’Amministrazione comunale di Roccaforte Mondovì e con tutti gli enti preposti, nel rispetto delle esigenze del territorio e del suo patrimonio storico-architettonico”.
Il progetto, presentato lo scorso gennaio in Provincia, è alle prime fasi del suo iter autorizzativo. Una procedura complessa e delicata considerando anche che il Momburgo è soggetto e quindi tutelato dal vincolo paesaggistico, come confermato da un giudizio espresso dal Consiglio di Stato nel 2023, a seguito di un ricorso presentato dal Ministero della Cultura e dalla Regione Piemonte.