È la salsiccia di Bra uno degli ingredienti principe della “Mole Vesuviana”, la pizza con cui Michela Carbone di Pianezza ha vinto il campionato mondiale della pizza 2025, che si è disputato a Rimini. Un nome che richiama le origini della ragazza e il luogo in cui è cresciuta. I suoi genitori aprirono una pizzeria 24 anni fa ad Alpignano (Torino), appena giunti da Napoli, e oggi vi lavorano anche i figli. Il più giovane, Alessio, frequenta l’istituto alberghiero, mentre Pasquale, esperto di vini e responsabile di sala in un locale di Torino, ha affiancato la sorella nel concorso di Rimini. La categoria in cui hanno trionfato, infatti, è quella Pizza&vino e la vittoria è arrivata abbinando alla Mole Vesuviana un Carema riserva 2019.
Negli ingredienti che Michela ha selezionato per la sua pizza c’è un mix di territori, come spiega lei stessa: «Ci sono due prodotti della Campania, la crema di friarielli e una sbriciolata di tarallo napoletano, con mandorle e pepe, e due prodotti del Piemonte, la salsiccia di Bra e il Plaisentif, il famoso formaggio delle viole».
La pizzaiola ha già conquistato altri riconoscimenti in passato. Due anni fa, sempre a Rimini, si è aggiudicata il 1° posto come Miglior pizza chef donna 2023 e il 3° posto nella categoria Pizza Dessert. A Paestum ha vinto anche il Campionato PizzaDoc nella categoria Pizza a Due. Infine, nel 2024 ha partecipato al Pizza Expo di Las Vegas, con i migliori pizzaioli del mondo. Che dire: complimenti… e lunga vita alla salsiccia di Bra!
Plaisentif
Il Plaisentif viene prodotto dal latte delle mucche che salgono per il primo alpeggio, tra giugno e luglio, in alta Val Chisone (in particolare sui monti sopra Pragelato e Usseaux ma anche nel territorio di Sestriere, in Val di Susa). Gli animali si alimentano esclusivamente della flora locale ricca di fiori ed aromi, tra cui le viole, motivo per il quale viene anche chiamato formaggio delle viole.
Dopo una stagionatura di almeno 60 giorni viene messo in commercio solo ed esclusivamente a partire dalla rievocazione storica “Poggio Oddone - Terra di Confine e Fiera del Plaisentif” che si tiene a Perosa Argentina la 3ª domenica di settembre di ogni anno. Solo le tome che corrispondono ai requisiti organolettici, vengono marchiati a fuoco e possono denominarsi Plaisentif, particolare che rende il formaggio piuttosto raro: se lo volete assaggiare, oltre ad andare alla fiera, è consigliabile salire in valle a fine settembre e andare direttamente dai produttori, magari dopo averlo prenotato per tempo.
Salsiccia di Bra
Non solo formaggi. Diamo a Bra quel che è di Bra: la salsiccia (anzi iniziamo ad abituarci a chiamarla sautissa), eccellenza inventata proprio nella città della Zizzola. Solo a nominarla si avverte un certo languorino. Gli antichi metodi di produzione, ma soprattutto il gusto ed i suoi usi in cucina, fanno del famoso insaccato braidese, un prelibato boccone per tutti i palati. Lo sa bene la Confraternita della Salsiccia di Bra, dal 2016 autentica testimonial della golosa specialità, che lascia tutti a bocca aperta, anzi piena.
Siamo tutti bravi a mangiarla ma… quanti di voi conoscono la sua storia? «La salsiccia di Bra è certamente uno dei prodotti più famosi della gastronomia roerina - spiega uno dei soci fondatori della Confraternita della Salsiccia, Fabio Bailo -. Essa è la sola salsiccia italiana autorizzata ad essere prodotta con la carne di vitello anziché di suino. La tradizione vuole che tale insaccato sia nato e stato autorizzato nella prima metà dell’Ottocento dall’allora sovrano del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, per soddisfare la comunità ebraica della vicina Cherasco che altrimenti, in ossequio ai precetti religiosi, non avrebbe mai potuto consumare salsiccia essendo questa, fino ad allora, di solo suino. Mentre in principio la salsiccia di Bra era di solo vitello, oggi, scomparse la comunità ebraica e le sue necessità alimentari, si aggiunge anche carne di suino, sia pure in modeste quantità».
Come garanzia, aggiungiamo che la salsiccia di Bra è stata riconosciuta nell’Atlante dei Prodotti Agroalimentari tradizionali del Piemonte ed è ottima da mangiare cruda: preparatevi, perché crea dipendenza.