Attualità - 02 luglio 2025, 06:02

Meteo e cascola: giorni decisivi per la nocciola Piemonte Igp

Ponchione (Aspocor): “La caduta dei frutti a terra è un fenomeno fisiologico, ma negli ultimi anni ha dimezzato i raccolti. Colpa anche della cimice e dei funghi”

Meteo e cascola: giorni decisivi per la nocciola Piemonte Igp

“Per ora la situazione è sotto controllo, ma questi sono i giorni in cui tutto può cambiare”. È con queste parole che Nicoletta Ponchione, responsabile di Aspocor e del Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte IGP, commenta la fase delicata che segue l’ondata di maltempo del 21 giugno.

“Al momento non si registrano danni estesi – spiega –. Ci sono stati alcuni episodi localizzati, come nell'Astigiano o nell’Alessandrino, con rami spezzati, ma nulla che comprometta in modo serio il raccolto”. La vera incognita, però, è rappresentata dalla cascola, il fenomeno per cui i frutti del nocciolo cadono a terra prima del tempo, spesso vuoti all’interno e dunque inutilizzabili.

“La cascola è un evento naturale, legato anche alla mancata impollinazione, a problemi fungini, ma anche la puntura precoce della cimice asiatica, che danneggia il frutto ancora acerbo facendolo cadere a terra – racconta Ponchione –. Negli ultimi anni il fenomeno è peggiorato, dimezzando in alcuni casi l’intero raccolto”. Ora è appena all'inizio, ma gli operatori osservano con attenzione i primi segnali.

“Aprendo il frutto, spesso si scopre che è vuoto. E questo avviene sempre più di frequente. In questi giorni ci auguriamo che il fenomeno resti contenuto: le prime avvisaglie ci sono, ma speriamo che rientri nei limiti fisiologici”.

A determinare l’evoluzione sarà anche il meteo: “Un eccessivo caldo potrebbe accelerare la cascola. Serve equilibrio, e serve fortuna. Ogni giorno da qui al 15 luglio è decisivo”, sottolinea Ponchione. Nonostante tutto, il comparto resta vigile ma fiducioso, nella speranza che il 2025 segni una ripresa dopo le difficoltà delle ultime annate.

Il 2024 è stato un anno difficile da dimenticare per il settore: produzione ai minimi storici (6 quintali per ettaro contro i 16-18 attesi in media), impollinazione scarsissima, diffusione di patologie fungine e qualità compromessa anche da parassiti come la cimice asiatica e i balanini.

d.v.

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