Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana, uscito lunedì 14 luglio.
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Un appartamento che la donna aveva fatto acquistare dall’anziana coppia nel settembre 2024 e che si era poi fatto intestare, mentre riceveva dazioni in denaro per circa 1.000 euro ogni dieci giorni.
Queste le voci – per un totale di 365mila euro – che costituirebbero l’ingiusto profitto che una donna, classe 1981, di nazionalità macedone, badante di professione, avrebbe ricavato approfittando della situazione di bisogno di due anziani, un uomo di 93 anni e la sorella 87enne.
A segnalare la situazione alla Stazione Carabinieri di Neive erano stati i parenti e i commercialisti della coppia.
L’incontro tra il 93enne e la badante era avvenuto nel 2023 all’interno di una casa di riposo. Nel corso del 2024 l’anziano aveva lasciato la casa di riposo per raggiungere la sorella in un appartamento di proprietà a Barbaresco.
In quel frangente la badante si era detta disposta ad assistere entrambi gli anziani, previa regolare assunzione, avvenuta dal marzo 2024.
Fin dall’inizio della sua attività, la 44enne, che viveva ad Asti, lamentava però difficoltà nel raggiungere l’abitazione dei due fratelli. Abusando dello stato di infermità dei due anziani, avrebbe quindi indotto gli stessi ad acquistare e successivamente a farsi intestare un appartamento in Guarene.
Era stata la commercialista di famiglia, insospettitasi, a verificare come, nel contempo, la donna avesse ottenuto cessioni di denaro per circa 1.000 euro ogni dieci giorni.
Parallelamente, in occasione di uno degli incontri della campagna anti-truffa in danno degli anziani promossa dal Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, i militari della Stazione di Neive avevano avuto modo di visitare l’alloggio dove vivevano i due fratelli e verificarne lo stato di abbandono, rilevando altresì l’insalubrità degli ambienti. Ciò consentiva di attivare mirate indagini, allertando anche i servizi sociali competenti per territorio.
La Procura della Repubblica di Asti delegava i Carabinieri di Neive a esperire una serie di mirati accertamenti e riscontri, anche di natura contabile e amministrativa, a carico della badante macedone. I riscontri investigativi consentivano all’autorità giudiziaria di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della donna, la quale lo scorso 4 luglio veniva tradotta presso il carcere di Torino.