Marco Masini si è concesso per un’intervista nel pre-concerto dello scorso week end all’anfiteatro dell’Anima di Cervere, immediatamente dopo le sue minuziose prove, il meglio noto “sound -check”, nel quale ha dimostrato professionalità, passione e competenza musicale, figlie di un lungo percorso artistico pluritrentennale.
Il suo nome si lega inevitabilmente con quello del compianto paroliere Giancarlo Bigazzi, con cui scrivesti i brani “di grido” “Disperato”, “Bella stronza”, Ti innamorerai”.
"Abbiamo scritto tante cose insieme, anche “Vaffanculo” (ride, ndr), realizzato sempre con lui, è di grido anche quello!".
Sessant'anni anni all’anagrafe e 35 anni di “Ci vorrebbe il mare”. Qual è l’atmosfera che ti unisce al Piemonte e all’Anima Festival di Cervere?
"Io qui ho tanti amici. Il Piemonte è innanzitutto il gemellaggio calcistico col Torino che noi di Firenze abbiamo. Poi ne ho molti, che tra l’altro giocavano nella squadra granata, poi sono venuti a Firenze alla Fiorentina come Sandro Cois (di origini fossanese), che per me è come se fosse un fratello, ci conosciamo da 35 anni. Questa regione la sento particolarmente dentro e quando vengo qua sono sempre molto felice, ricevendo puntualmente una grande accoglienza sia negli spazi all’aperto, sia in quelli chiusi".

Ha citato il calcio, da tifoso della Fiorentina come andrà quest’anno il tridente d’attacco Dzeko – Kean –Gudmunsson?
"Ancora non si può sapere nulla, la squadra è ancora in costruzione, vediamo. Poi è arrivato mister Pioli che, al di là dell’aspetto professionale, è un uomo che sa prendere in mano le situazioni e ha un lato umano veramente importante e credo che possa essere un buon padre per questi ragazzi, sia per i giovani, sia per i giovanissimi. E anche per i più esperti, visto come ha lavorato al Milan, vincendo uno scudetto. Penso che sia l’uomo giusto".
Possiamo definirla un’“enciclopedia” del cantautorato italiano, tanti successi, qual è il brano a cui sei più legato e hai mai pensato di tornare a Sanremo, dopo nove partecipazioni? Punti alla decima?
"Eh, nove mi sembrano anche abbastanza. Non sono né un’enciclopedia, né nulla, poi oggi c’è Internet che ci dice tutto in tempo reale. Mi sento fortunatamente rimasto in uno spazio importante dove comunque c’è ancora qualcosa da dire e dove la gente ascolta ancora le storie che raccontiamo e quest’aspetto è importante per chi fa il cantautore".






