“Longarone, 20 maggio 1915.
Carissima Maman, pel momento siamo a Longarone (Cadore). Ormai la guerra è sicura e decisa ed i figli d'Italia attendono con ansia trepidante il momento nel quale risuonerà bello e forte il grido di guerra di Roma. Quassù, tra una popolazione che odia il tedesco e che attende fiduciosa il momento della vendetta, siamo pronti a tutto e siamo orgogliosi d'esserci spogliati d'ogni debolezza umana; ci sentiamo nobili e forti, ci sentiamo tutti fratelli, abbiamo fiducia in noi stessi e negli altri.
Tutto il giorno attendiamo che il rombo del cannone ci annunci che l'ora bella e tremenda è suonata, suonata per la gloria d'Italia, per la scara vendetta del sangue versato dai nostri nonni, per il giusto castigo della ... razza tedesca. State tranquilli e cercate di attendere con la maggiore serenità possibile che il destino si compia. Qualunque sia la mia sorte l'accetterò contento, sempre vi ricorderò con affetto e riconoscenza. Voi pure, o nella gioia o nel dolore, ricordatevi sempre di me; non dimenticatemi! Vi abbraccio tutti di un abbraccio affettuoso, lungo, indimenticabile."

Sottotenente del 92° Reggimento Fanteria Basilicata, Adriano Lobetti Bodoni nacque a Saluzzo il 5 marzo 1893 e morì in combattimento sul Monte Roteck il 4 agosto 1915. Decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, è considerato un personaggio chiave nella lotta all’unità.
Discendente dell’illustre Giambattista Bodoni, le sue lettere furono spedite dal fronte nei primi mesi della Prima Guerra Mondiale, scoppiata in Italia il 24 maggio 1915 e conclusa il 4 novembre 1918.
L'Italia, pur essendo parte della Triplice Alleanza, scelse la neutralità all’inizio della guerra, nel 1914, poiché il patto era difensivo e l'Austria non aveva consultato l'Italia prima di dichiarare guerra alla Serbia. l paese si divise così tra interventisti e neutralisti: i primi vedevano la guerra come un'opportunità per completare l'unità nazionale e liberare i territori irredenti (Trentino e Friuli Venezia Giulia), mentre i secondi, ritenevano che il conflitto fosse dannoso per l'Italia e si opponevano.
Il 26 aprile 1915, l'Italia firmò segretamente il Patto di Londra con Francia, Regno Unito e Russia. In cambio dell'entrata in guerra contro l'Austria-Ungheria, l'Italia avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, l'Alto Adige, Trieste, l'Istria (senza Fiume) e la Dalmazia. Nemmeno un mese dopo, il 23 maggio, il nostro Paese dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, dando inizio alle operazioni militari il giorno successivo, esattamente il 24 maggio 1915.
Nel corso di quei tre mesi di combattimento vissuti sul fronte, Adriano Lobetti Bodoni scrisse diverse lettere alla sua famiglia, raccontando quello che stava accadendo. Nei suoi scritti emergono gli occhi di un giovane ufficiale che considera il momento bellico una naturale appendice della guerra risorgimentale, ma anche la fierezza ed il suo orgoglio.
Quel 4 agosto 1915 occupava per primo una trincea nemica, dopo avere egli stesso aperto un varco nel reticolati. Ferito una prima volta restò sulla linea di fuoco incitando i dipendenti alla lotta finché venne mortalmente ferito al petto ed al capo.

IL CIMITERO MILITARE MONUMENTALE “ADRIANO LOBETTI BODONI”
Si trova a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, il Cimitero Militare Monumentale “Adriano Lobetti Bodoni”, uno fra i cimiteri di guerra più significativi delle Dolomiti, dedicato al proprio al Sottotenente del 92° Reggimento Fanteria Basilicata.
Il camposanto è situato su un lotto rettangolare di 48×30 metri, circondato da un’inferriata lungo i lati nord ed est, mentre lungo i lati sud ed ovest vi è un muro in sasso intonacato e tinteggiato. L’area è trasversalmente divisa da due vialetti perpendicolari, che la suddividono in quattro settori. All’incrocio dei due vialetti si trova una tomba decorata con quattro granate, poco distante c’è il monumento ai caduti del Monte Roteck.
La sua costruzione fu resa possibile dalla donazione del terreno da parte del sindaco di Santo Stefano di Cadore e da una raccolta fondi a cui partecipò il padre di Adriano Lobetti Bodoni. I lavori iniziarono nel 1919 e si conclusero nel 1923. Il cimitero ospita le spoglie di 948 militari, tra cui 831 italiani, 109 austro-ungarici, un Ascaro (probabilmente aggregato al 23° Fanteria), un soldato boemo e quattro italiani caduti nella Seconda Guerra Mondiale.
LE LETTERE DAL FRONTE: UNA STORIA CHE RESTA NELLA STORIA
“Ricordare ci permette di costruire un mondo migliore”. Si terrà domani, mercoledì 23 luglio, a Dronero un incontro davvero importante dedicato alla memoria di questo storico personaggio. Alle ore 17:30, il Museo Mallé ospiterà la presentazione del libro “Adriana Lobetti Bodoni. Le sue ultime lettere - His Last Letters”, edizioni Il Cielo Stellato.
Si tratta di un lavoro molto accurato, realizzato dall’autrice italo-canadese Diana Miklos Priotti, che riporta in un libro le lettere dal fronte di Lobetti Bodoni in un’edizione bilingue (italiana e inglese), per permettere a tutti di fruire della testimonianza storica, famigliare e morale.
Sarà un momento di ricordo ma anche di riflessione, lungo il filo del tempo. Insieme all'autrice, parteciperanno all’incontro la scrittrice Angela Delgrosso, la direttrice del Museo Mallé, Ivana Mulatero, e le cantanti Sabina Nata e Ida Apostolo.
Per informazioni: museo.malle@comune.dronero.cn.it





