Viabilità - 24 luglio 2025, 05:56

Variante di Demonte: dopo anni di attese, ora si parte davvero

Una ferita aperta nel cuore della Valle Stura. Ieri l'ultima autorizzazione, a fine anno la gara e a metà 2026 l'avvio dei lavori

Per anni è stata una delle grandi incompiute del Piemonte, una ferita aperta nel cuore della Valle Stura. 

Poche persone conoscono la vicenda della variante di Demonte meglio di Ezio Barp. Lassù, nel paese della Valle Stura che ha dato i natali alla scrittrice e poetessa Lalla Romano, vivono i suoi genitori. 

Lui, invece, vive e lavora a Cuneo, ma di quel paese massacrato dal passaggio di 800 tir al giorno si occupa da sempre. Per salvarlo.

Vi riproponiamo la puntata di Quarta Parete andata in onda a novembre del 2023. Barp, intervistato da Barbara Simonelli, racconta, comprensibilmente scoraggiato, tutta l'annosa e complessa vicenda. 

Sono passati 21 mesi. E tutto è cambiato: adesso, finalmente, la variante di Demonte ha tutte le carte in regola. 

Dopo decenni di attese, rallentamenti, pareri negativi e ostacoli burocratici, è arrivato anche il via libera decisivo da Bruxelles: la Commissione Europea ha espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale dell’opera, aprendo ufficialmente la strada ai lavori.

Un risultato che segna una svolta storica per un territorio che, da troppo tempo, aspetta di liberarsi dal traffico pesante che attraversa il centro abitato.

Una storia lunga decenni

La variante deve deviare i circa 800 mezzi pesanti al giorno che percorrono la SS 21 del Colle della Maddalena, oggi costretti ad attraversare il centro di Demonte. 

I tir, per la stragrande maggioranza, vanno allo stabilimento di Acqua Sant'Anna a Vinadio. Gli altri proseguono per la Francia. 

Il passaggio continuo di tir ha portato nel tempo a un degrado ambientale, problemi di sicurezza, danni strutturali agli edifici storici e un impatto diretto sulla salute e sulla qualità della vita dei residenti. 

Nel "budello" di Demonte non si può vivere. E infatti non ci vive nessuno da anni. I tir, passando, si sono portati via pure qualche balcone. E i portici sono tutti puntellati, perché le vibrazioni create dal passaggio dei mezzi pesanti hanno causato problemi strutturali. 

Non a caso, la vicenda ha attirato l’attenzione anche dei media nazionali: Striscia la Notizia, Report (per ben due volte), e numerose testate italiane si sono occupate del caso, raccontando una situazione paradossale in cui, nonostante la progettazione fosse pronta da tempo, tutto sembrava bloccato da vincoli e veti incrociati.

 Di progetti ne esistono cinque. Il primo risale a oltre vent’anni fa, aggiornato e inserito nei Contratti di Programma ANAS tra il 2014 e il 2020.

Ma nel 2019 è arrivato il primo colpo duro: un parere negativo dal Ministero dei Beni Culturali, preoccupato per la vicinanza del tracciato al Forte della Consolata, bene storico tutelato.

A questo si è aggiunto il nodo ambientale: la zona coinvolta è parte della rete Natura 2000, un sito protetto a livello europeo. 

La situazione si è sbloccata solo nel 2022, con l’inserimento della Variante tra le opere strategiche nazionali e la successiva nomina di un Commissario Straordinario nel gennaio 2024: l’ingegnere Luca Bernardini. Da quel momento, il progetto ha iniziato a prendere nuovo slancio.

Bernardini ha lavorato in stretta collaborazione con i ministeri, le soprintendenze, ANAS e gli enti locali, riuscendo a superare le criticità ambientali e paesaggistiche. 

Il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera dopo l’introduzione di specifiche misure di compensazione ambientale, mentre il Ministero della Cultura ha approvato il nuovo tracciato, rivisto per mitigare l’impatto sul Forte.

Nel marzo 2025 sono partite le prime operazioni concrete: gli espropri, che coinvolgono 87 proprietari per un totale di circa 101 mila metri quadrati. Contemporaneamente, ANAS ha avviato la Conferenza dei Servizi semplificata, ultimo passo prima dell’approvazione definitiva del progetto esecutivo.

L’ok dell’Europa: si parte davvero

Ieri 22 luglio 2025 è arrivata la notizia più attesa: la Commissione Europea ha dato il via libera definitivo, esprimendo un parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto. Una tappa decisiva, attesa da anni, che chiude ufficialmente l’iter autorizzativo a livello europeo.

Il presidente del Piemonte Alberto Cirio, che aveva portato personalmente il dossier a Bruxelles lo scorso maggio, ha parlato di “una grande vittoria per il territorio e per tutti i cittadini che hanno lottato per questa opera”. L’assessore regionale Marco Gabusi ha sottolineato: “È il frutto di sei anni di lavoro continuo”.

Enorme, va detto, il lavoro fatto dal senatore leghista Giorgio Maria Bergesio e dall'onorevole di Fratelli d'Italia Monica Ciaburro, che è anche sindaca dell'ultimo paese della valle, Argentera. E' stato davvero un grande lavoro di squadra quello che ha portato al risultato di ieri. 

Cosa succederà adesso? Con il parere europeo in tasca e l’iter nazionale ormai concluso, il cronoprogramma prevede la chiusura della Conferenza dei Servizi entro agosto 2025, l'approvazione del progetto esecutivo entro fine anno e la gara d’appalto entro dicembre 2025.

Tra un anno, quindi tra giugno e luglio 2026, è previsto l'avvio dei lavori, con una durata stimata di circa tre anni. 

Il costo complessivo dell’intervento è di circa 92 milioni di euro, per un tracciato di 2,7 chilometri, finanziati attraverso i Contratti di Programma MIT-ANAS e la Legge di Bilancio. 

La Variante di Demonte non è solo un’infrastruttura: è il simbolo di un riscatto. Per troppo tempo i cittadini hanno vissuto in una situazione che sembrava impossibile da risolvere. 

L'installazione dei semafori all'ingresso e all'uscita del paese, un anno fa, era stata vista come una resa: la variante non si farà mai. 

Ma grazie a un lavoro congiunto tra enti locali, Regione, ANAS, Governo e Commissione Europea – e alla pressione continua dell’opinione pubblica e dei media – si è arrivati a poter davvero avviare l'iter per la realizzazione dell'opera.

Ora, l’obiettivo è fare in modo che l’avvio dei lavori rispetti i tempi previsti. 

Che Dio ce la mandi buona... 
 

Barbara Simonelli

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