Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato martedì 22 luglio.
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Una riconferma attesa e condivisa, quella di Roberto Bodrito alla presidenza dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, con sede nel Castello di Grinzane Cavour, sito UNESCO tra i più visitati del Piemonte. Al suo fianco, Alberto Gatto, sindaco di Alba, e Gianfranco Garau, sindaco di Grinzane, in qualità di vicepresidenti. Un Consiglio d’Amministrazione rinnovato e una rotta chiara: qualità assoluta, attenzione all’innovazione e un orizzonte sempre più internazionale.
Con che spirito accoglie questa riconferma?
“C’è soddisfazione, ovviamente. È un riconoscimento del lavoro svolto e di come lo abbiamo portato avanti. I numeri non mentono: abbiamo registrato oltre 54.000 ingressi al Castello e più di 130.000 visitatori complessivi tra Enoteca, Museo in Vigna e Belvedere. Ma dietro ci sono il gioco di squadra, la sinergia con le Amministrazioni di Alba e Grinzane, e il contributo prezioso del direttore Marco Scuderi e di tutto lo staff. Ho voluto ringraziare i consiglieri uscenti e augurare buon lavoro ai nuovi: tutti insieme possiamo crescere ancora.”
Quali saranno le direttrici per il prossimo triennio?
“Mantenere standard qualitativi altissimi. Gli eventi di punta come l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba e il Barolo en Primeur hanno ormai un respiro internazionale, e dobbiamo continuare su questa strada. Stiamo rafforzando la collaborazione con l’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba e ragionando anche su nuove metodologie per intercettare un pubblico più ampio, anche attraverso proposte culturali legate al paesaggio”.

Il sito UNESCO continua a essere un traino. Come si coniuga con la programmazione dell’Enoteca?
“La nostra sede è nel cuore di un paesaggio che il mondo ci invidia. Questo comporta una grande responsabilità: ogni iniziativa deve essere all’altezza di ciò che rappresentiamo. Cerchiamo di costruire eventi che parlino al mondo ma restino profondamente radicati nei valori di queste terre. Siamo patrimonio dell’umanità grazie al lavoro quotidiano degli agricoltori e alla cura del paesaggio: il nostro ruolo è valorizzarlo, custodirlo e raccontarlo con autenticità.”

Oltre ai grandi eventi, ci sono progetti per valorizzare il territorio in modo diffuso?
“Sì, è fondamentale non puntare solo sui picchi di visibilità. Organizziamo iniziative durante tutto l’anno, anche a carattere culturale, in grado di attrarre visitatori in periodi meno affollati e di coinvolgere chi vive qui. Inoltre, con il premio ai versanti collinari vogliamo dare un segnale concreto: la bellezza di questo territorio non esiste senza chi ogni giorno lavora la terra con fatica e passione.”
Internazionalizzazione e cultura sono dunque parole chiave?
“Sì, e vanno integrate con la tradizione. Abbiamo la fortuna di lavorare in un luogo straordinario, e non dobbiamo dimenticare che se siamo Patrimonio Mondiale dell’Umanità lo dobbiamo soprattutto a chi ha modellato e custodito le nostre colline. Per questo abbiamo istituito il premio ai versanti collinari, in collaborazione con i Consorzi: un riconoscimento collettivo, che premia chi continua a lavorare con passione e fatica in queste terre”.





