L’ex Acna di Cengio non è un luogo qualunque. È una ferita ancora aperta, una delle pagine ambientali più dolorose della storia italiana. Fondata nel primo Novecento e operativa fino al 1999, la fabbrica di coloranti e prodotti chimici ha segnato profondamente la Val Bormida, lasciando in eredità un grave inquinamento del suolo, delle acque e dell’aria, con ripercussioni sanitarie e ambientali che ancora oggi richiedono attenzione. Seppur formalmente in Liguria, gli effetti si sono propagati ben oltre il confine, investendo in pieno il territorio piemontese.
Proprio per questo, il sito è tornato al centro del dibattito dopo che la Regione Liguria, lo scorso febbraio, ha incluso l’area ex Acna tra i cinque possibili candidati all’insediamento di un termovalorizzatore. Una prospettiva che ha immediatamente riacceso l’allarme. A farsi portavoce della preoccupazione, martedì, in apertura del Consiglio provinciale di Cuneo, è stato Roberto Bodrito, sindaco di Cortemilia e delegato ufficiale della Provincia presso l’Osservatorio permanente sulla bonifica dell’ex Acna (sotto in foto).

“È un sito inadatto a ospitare un impianto di questo tipo – ha affermato Bodrito –. L’ex Acna non può essere trattata come un’area qualunque: è un luogo simbolico, che ha conosciuto devastazione ambientale e sociale. Parliamo di una valle che ha pagato un prezzo altissimo e che oggi merita rispetto, ascolto e soprattutto coerenza”.
L’Osservatorio, istituito con decreto provinciale n. 2/2025, riunisce Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Unione Montana Alta Langa e i Comuni interessati. Il suo scopo è duplice: vigilare sulla bonifica e prevenire ogni nuova progettualità impattante, costruendo un confronto permanente e trasparente tra enti, cittadini e istituzioni. “La nostra linea è chiara – ha proseguito Bodrito –. Il sito di Cengio va depennato da ogni ipotesi di termovalorizzatore. Serve sì una riqualificazione, ma non in questa direzione”.
L’Alta Langa, in questi mesi, ha fatto sentire la propria voce in modo compatto. Nelle scorse settimane, dopo la giunta aperta di Bossolasco, convocata dal presidente dell’Unione Montana Davide Falletto, è stato redatto un documento sottoscritto da 44 Comuni, dalla stessa Provincia di Cuneo, con il quale si ribadisce un netto no all’impianto e si sollecita una strategia di sviluppo coerente con la vocazione agricola, turistica e ambientale della zona.
“Oggi si lavora sull’outdoor, sulla filiera corta, sul recupero della memoria e dei sentieri – ha ricordato Bodrito –. Non possiamo mettere a rischio tutto questo con progetti che sanno di ritorno al passato. Le interlocuzioni con la Provincia di Savona sono attive e costruttive, ma su un punto siamo irremovibili: il sito di Cengio va escluso da ogni ipotesi di termovalorizzatore. Da parte nostra, non c’è alcuna apertura a progettualità di questo tipo e anche sull'altra area individuata, Cairo Montenotte, riteniamo ci debba essere altrettanta attenzione”.
Il primo obiettivo condiviso in sede di Osservatorio resta quindi quello di escludere formalmente il sito di Cengio dal novero delle aree potenzialmente idonee, e di tornare a parlare di bonifica, con serietà e determinazione. “Questa terra ha un credito aperto con la storia – ha concluso Bodrito – merita rispetto e condivisione nelle progettualità”.
“Ringrazio il sindaco Roberto Bodrito per il lavoro che sta portando avanti con competenza e determinazione. La sua è una voce autorevole, radicata nel territorio e capace di rappresentare con chiarezza le istanze dell’Alta Langa all’interno dell’Osservatorio”, dichiara Davide Falletto, presidente dell’Unione Montana Alta Langa.






