Attualità - 03 agosto 2025, 18:59

Roburent, il consigliere Garavagno: "Commemoriamo l’ottantesimo anniversario della ricostruzione del Ponte dell’Asino"

La struttura fu ricostruita il 5 agosto 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale

Roburent, il consigliere Garavagno: "Commemoriamo l’ottantesimo anniversario della ricostruzione del Ponte dell’Asino"

Prima della trattazione degli argomenti all’ordine del giorno nell’ultimo Consiglio comunale di Roburent, il Consigliere Romolo Garavagno ha proposto la commemorazione dell’ottantesimo anniversario della ricostruzione del Ponte dell’Asino, inaugurato il giorno 5 agosto 1945, prima ricostruzione di un simile manufatto in Provincia.

"Il ponte - spiega Garavagno - era stato fatto saltare dai Partigiani, per impedire un nuovo facile accesso delle truppe naziste, come era avvenuto per la Battaglia della Valle Casotto, nel marzo 1944. 

Realizzato in legname, su progetto ovviamente gratuito di mio padre, che allora era Presidente del CLN, il cosiddetto 'Sindaco della Liberazione', che guidava l’organismo amministrativo provvisorio, dopo il 25 aprile 1945, in attesa delle elezioni a suffragio universale. 

Molta parte delle travi furono donare dal proprietario del Castello di Casotto e della sua amplissima tenuta, Franco Baldracco, ma pure gli abitanti di Roburent donarono i necessari fusti, i tipici “biòch”. 

Alcuni appunti- aggiunge Garavagno - mi sono pervenuti nei giorni scorsi mentre frugavo in un doppio fondo di un tavolo, ed ho potuto rileggere cognomi di roburentesi poi trasferitisi in Liguria per una vita sicuramente più gradevole.  Anche il lavoro fu gratuito, disposto secondo le legali, allora, “ròide” in italiano “comandate”, successivamente giustamente vietate. Non vi erano neppure le dovute assicurazioni. Il capomastro era il roburentese Giovanni Bianchi, ottimo muratore. Dotato di grande intuizione e di tecnica elevata, rischiò la vita per un fatto imprevisto. Seppe fermare una trave che, se fosse caduta avrebbe portato di conseguenza lo sfacelo della incastellatura e certamente sarebbe stato travolto dal legname. Ricordo benissimo la descrizione di mio babbo per quella fugata tragedia”.  

Quel  5 agosto si fece una festicciola presso il ponte, con squisiti “biciulan” sfornato da “Boteghin” dello Scarrone, Luigi Giusta. Erano della stessa pasta dei “torcèt” ma a formato di biscotto.” Ci si accontentava con poco, ma per allora era il massimo che si poteva attendere- continuò Garavagno- Un paio di ragazze di Montaldo mi sottrassero d’impulso la piccola “cavagna” in cui tenevo i dolcini ed altrettanto prontamente un amico di mio padre, il geom. Piano, la recuperò. Bei ricordi di tempi lontanissimi! E vennero ancora anni di tessera!”.

redazione

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