Al Direttore - 06 agosto 2025, 15:43

Ferrovie nel Cuneese: tra nostalgie, proposte concrete e urgenza di una visione unitaria

Un lettore: "Serve un piano realistico per rilanciare i collegamenti ferroviari: non bastano richieste isolate o treni simbolici"

Uno degli ultimi passaggi sulla Cuneo-Mondovì prima della chiusura nel 2012 (Foto Andrea Richermo)

Uno degli ultimi passaggi sulla Cuneo-Mondovì prima della chiusura nel 2012 (Foto Andrea Richermo)

Riceviamo e pubblichiamo:

Egredio direttore,

alcuni lettori avanzano richieste di riapertura di linee ferroviarie oggi sospese o scomparse, come quella Bra-Ceva. Il collegamento Cuneo-Cavallermaggiore-Asti-Casale-Milano, attivo fino ai primi anni Ottanta con percorrenza totale di circa cinque ore, è ormai impraticabile; da Cuneo a Milano si arriva infatti più rapidamente passando da Torino, stessa cosa vale per il trasporto merci. Si tratta infatti di segmenti di linea non elettrificati, con limiti di peso assiale, e sarebbe necessario specificare quali e quante merci andrebbero trasportate e verso quali destinazioni.

Al contrario, sono realizzabili senza grandi spese i treni Cuneo-Alba (Asti), collegamento storicamente esistente che unisce la zona di Alba al capoluogo provinciale. Ovviamente occorre utilizzare materiale bi-mode, elettrico-termico o a batterie, tecnologia già presente e funzionante in diverse regioni italiane. Lo stesso tipo di treno sarebbe indicato per la linea Cuneo-Mondovì, creando collegamenti Limone-Cuneo-Mondovì-Savona utili sia per il trasporto locale sia per quello interregionale. In questo caso è fondamentale coinvolgere anche la Regione Liguria, poiché si tratterebbe di un collegamento importante per i flussi turistici verso il mare e le montagne, oltre a ridurre i tempi di percorrenza e a integrare alcune parti della provincia con Cuneo.

Prendere in considerazione singoli tratti di binario senza un progetto complessivo non risolve i problemi: serve una visione generale e realistica. Collegare Cuneo con il resto della provincia, con Savona e Asti ha una logica evidente. Molti appassionati chiedono treni ovunque, e altri avanzano proposte senza conoscere a fondo la materia, ma una politica seria dei trasporti deve valutare diversi parametri e pensare, certo gradualmente, a soluzioni fattibili e sostenibili, tenendo conto che il treno non è sempre la soluzione più adatta al territorio.

Va sottolineato che il Piemonte è tra le regioni peggiori in Italia, soprattutto al Nord, per il trasporto ferroviario: dopo il Covid sono state ridotte molte corse e la zona del Cuneese è la più penalizzata, anche perché fuori dai grandi assi di traffico. Intanto sarebbe necessario ripristinare le corse del sabato e dei festivi e far funzionare adeguatamente le linee esistenti, ribadendo l’importanza di una visione unitaria; infatti, quando furono modificati gli orari sulla Cuneo-Ventimiglia, peggiorarono quelli sulla Fossano-Limone.

La Regione deve inoltre pensare a comprare materiale rotabile adeguato alle caratteristiche delle linee, poiché il contratto con Trenitalia prevede solo mezzi standard. Limitarsi a inserire un treno, peraltro già esistente, è solo una goccia nel mare e non cambia lo scenario complessivo. Non si può negare che il progressivo degrado delle ferrovie in provincia abbia responsabilità locali: a parole si parla molto dell’importanza del treno, ma nei fatti si è spesso lasciato correre o si è dimostrato disinteresse e mancanza di competenze in materia.

Mauro Tosello

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU