Troppo pochi gli aspiranti preti: chiude il seminario interdiocesano di Fossano
Dopo 25 anni il seminario interdiocesano di Fossano, quello in cui gli studenti di teologia del Cuneese si preparavano al sacerdozio, chiude i battenti.
Da settembre i seminaristi andranno a scuola nel seminario di Torino.
La ragione è che il loro numero si era ridotto a tal punto che non aveva più motivo di esistere: costi di gestione troppo elevati e vari altri problemi logistici e organizzativi.
I vescovi delle quattro diocesi della Granda, Cuneo-Fossano, Alba, Mondovì e Saluzzo hanno deciso di porre fine all’esperienza di quell’unica comunità rimasta in provincia di Cuneo che preparava i candidati al sacerdozio: i numeri, impietosi, hanno reso inevitabile la scelta.
L’inaugurazione ufficiale del seminario interdiocesano di Fossano era avvenuta il 5 ottobre 2002, anche se il percorso che aveva portato all’unificazione era iniziato due anni prima: i vescovi delle diocesi, che allora in provincia erano ancora cinque, avevano fatto questa scelta per spirito di “comunione ecclesiale” ma anche – così speravano - di prospettiva.
Fino agli anni ’70 del secolo scorso le cinque diocesi, Cuneo, Alba, Mondovì, Fossano e Saluzzo disponevano ciascuna di due seminari, uno cosiddetto “minore” (fino alla terza media) e un altro “maggiore” (dalle superiori alla teologia), senza contare quelli dei vari ordini religiosi.
Nell’arco di mezzo secolo è cambiato il mondo, compreso quello ecclesiale, che deve fare i conti con una penuria sempre più marcata di sacerdoti, al punto che in varie parrocchie già officiano religiosi provenienti da Paesi africani o sudamericani.
Viene, paradossalmente, da considerare che si è in presenza di un fenomeno “missionario” alla rovescia rispetto a quanto avveniva in passato.
I vescovi si interrogano sul perché, in un arco temporale tutto sommato breve, il processo di secolarizzazione abbia raggiunto picchi così elevati anche in una provincia di forte tradizione cattolica.
Nella speranza di coinvolgere nel confronto le comunità locali hanno affidato ai rispettivi settimanali diocesani l’interrogativo: perché essere prete oggi non è più attrattivo per i giovani?
Sul tema si scrivono da anni libri e articoli; il fenomeno è complesso, non trova risposte univoche e meno che mai soluzioni.
Ma, a prescindere da questo tema sul quale si sbizzarriscono teologi e sociologi, resta il fatto che probabilmente il modello di seminario-collegio che andava bene fino a metà ‘900 oggi non è più attuale, così come forse – ci permettiamo di annotare – le stesse modalità di formazione del prete andrebbero ripensate trattandosi oggi di vocazioni per lo più “adulte”.
Al di là di questi aspetti che lasciamo ad altri tentare di sbrogliare, restano – come evidenzia il settimanale diocesano “La Fedeltà”- alcuni aspetti pratici da sciogliere a breve e medio termine.
Tra questi, il destino del grande edificio di viale Mellano a Fossano, in cui per ora rimane l’Istituto di Scienze religiose e alcuni appartamenti abitati da sacerdoti.





