Ricordo bene quell’intervista, perché non venne mai pubblicata. Chiamai Alessandra Balocco per un’intervista per il "Corriere Torino", altra testata per cui collaboro, per discutere della sua prima esperienza come presidente alla guida della storica azienda fossanese, dopo la scomparsa del padre e del fratello Alberto.
Era il 13 dicembre 2023, Alessandra accettò con la consueta disponibilità l’intervista.
Scrivo da quando avevo 14 anni, il 6 agosto ne ho compiuti 43. Ho stimato di aver scritto più di 6.000 articoli e di aver realizzato più di 10 mila interviste in questi anni. Ma intervistare Alessandra era una cosa diversa.
Non ho ricordi della Alessandra Balocco prima della morte del padre e del fratello. La persona che ho conosciuto dopo la loro scomparsa era una persona che mi colpiva ogni volta per la capacità di incarnare la donna forte, l’imprenditrice che deve dare pronte risposte ogni giorno e allo stesso tempo di lasciarsi andare ai ricordi aprendo il cuore lasciando emergere una grande dolcezza.
Ricordo che in quell’intervista pianse a lungo ricordato l’amato fratello Alberto, “la mia roccia”, lo definiva.
Il giorno dopo, mentre stavo sbobinando l’intervista, scoppiò il cosiddetto “Pandoro Gate”, in cui Alessandra Balocco, ne sono certo, è sempre stata parte lesa.
La mia intervista rimase lì in un cassetto e mai fu pubblicata. Molto più interessante, giornalisticamente parlando, le mille sfaccettature del caso che vedeva coinvolta Chiara Ferragni.
Quello “scandalo” indurì molto Alessandra, anche nelle interviste che diventarono più rade, molto meno spontanee. È normale, è inevitabile che sia così.
Per questo porto nel cuore l’intervista che mi concesse in quel freddo mercoledì di dicembre in cui parlò a ruota libera aprendomi il cuore. Ascoltai quella donna elegante parlarmi e ricordo ogni passaggio dell’incontro.
«Il dolore mette a nudo le fragilità, ma permette anche di scoprire una forza interiore che a volte ignoriamo di avere. La sofferenza provata mi ha spinto a mettermi in gioco e ripartire, è una sfida continua, ma penso di essere una persona migliore rispetto all’anno scorso. Per fortuna mai sono stata da sola perché ho sempre avuto al mio fianco mio marito che mi accompagna da oltre 30 anni», mi aveva spiegato l’imprenditrice, che aveva aggiunto: «Come mi avrebbe detto Alberto, “è nei momenti più difficili che bisogna tirare fuori il coraggio”».

[Alberto Balocco, scomparso nell'agosto 2022 a 56 anni]
Da pochi mesi era entrata in azienda con ruoli apicali la figlia di Alberto, Diletta: «L’azienda era sempre stata guidata da uomini, la sensibilità al femminile che con Diletta abbiamo voluto portare in Balocco è prima di tutto organizzativa e di attenzione. Pochi giorni fa ho incontrato una dipendente che mi ha detto “Siamo tutti con te e Diletta” e ha sottolineato come una donna sia abituata a gestire anche l’azienda come una famiglia con la stessa empatia che mette tra le mura domestiche. In questo vorrei che si sentisse la sensibilità femminile, come un qualcosa in più rispetto a tutto il buono che già era presente».
Sulla nipote Alessandra aveva aggiunto: «Diletta è una ragazza che ha grinta, passione e grandi capacità.
In Diletta rivedo mio fratello e il suo ottimismo. Ritengo sia una peculiarità della nostra famiglia, io e Alberto siamo cresciuti con i valori che ci hanno tramandato nostro padre e nostra madre. Per loro la famiglia e l’azienda venivano prima di tutto e ci hanno insegnato che solo guardando nella stessa direzione è possibile arrivare lontano. Deve sempre esserci il rispetto delle diversità che sono ricchezza e non debolezza, ma remando tutti nella stessa direzione. Questi valori sono stati tramandati a nostro figlio, a Diletta e ai suoi fratelli».

[Diletta Balocco, primogenita di Alberto: nell'ottobre 2022 è entrata nel consiglio di amministrazione dell'azienda di famiglia]
L’intervista era durata oltre un’ora parlando ovviamente anche di azienda, di caro materie prime. La cosa che mi colpì è che Alessandra in quell’intervista mi fece diverse domande, domande interessate di una persona empatica che riesce ad andare ben oltre la superficie delle persone.
Di lei ricorderò questo e molto altro. Ho saputo della sua scomparsa mentre, in ferie, mi stavo recando a visitare il duomo di Rouen, dove ho acceso una candela per Alessandra nel ricordo di quella intervista mai pubblicata su un giornale ma ben stampata sul mio cuore.
[Bandiere a mezz'asta nei giorni scorsi presso lo stabilimento Balocco di Fossano]





