Una volta c’era il cortile, la finestra e la voce che si alzava un po’ troppo. Oggi basta un clic e i “panni sporchi” finiscono a sventolare sulla bacheca social di tutto il paese. Succede su "Limone Piemonte come sei bella”, pagina Facebook dal titolo che evoca panorami alpini, piste da sci e scorci da cartolina, e che invece, in pieno Ferragosto, si è trasformata nel ring perfetto per una lite condominiale dal retrogusto tragicomico.
Tutto nasce da un post di una signora, storica proprietaria di un appartamentino in centro: "Ringrazio il Comune di Limone Piemonte per aver subito rumori fastidiosi costanti dalle 14 alle 21:30 e successivamente molestie verbali fino a circa mezzanotte. Sono proprietaria da sessant’anni e non era mai successo nulla di simile. Quest’anno ci hanno persino urlato “spazzatura ligure” sotto le finestre".
La denuncia scatena subito l’inferno digitale. Tra i commenti spunta la replica indignata di un’altra utente: "Spazzatura sarà lei! Noi siamo qui da 25 anni e mai avuto problemi, i miei nipotini hanno dormito benissimo. Lei è una gran maleducata e come ligure mi sento offesa". Per la serie "chi mal capisce peggio risponde".
Poi la scena si arricchisce di un protagonista, stavolta in carne e ossa: uno degli amici del famigerato pranzo all’aperto, che si presenta con tanto di nome, cognome e indirizzo di casa, difendendo così l’allegra tavolata: "Cinque amici limonesi che hanno deciso di pranzare nella tavernetta di un amico. Si è prolungato fino a sera, ma era una domenica calda di luglio. Personalmente le chiedo scusa se abbiamo reso impossibile il vostro pomeriggio, ma si trattava di un normale dialogo tra persone. Certo, dopo essere stati chiamati “sfigati che mangiano in un garage”, qualche parola può essere volata…".
Una frase, quel "calda domenica di luglio", alla quale nessuno fa minimamente caso: tutti presi a pigiare le dita sulla tastiera e schiumare rabbia.
La protagonista non molla e rilancia: "Abbiamo chiuso tutte le tapparelle e da lì fino a mezzanotte parolacce a non finire, con frasi come “speriamo che bruci il tunnel così la spazzatura ligure non torna più”.
A quel punto il post diventa un’arena pubblica: c’è chi difende la movida ferragostana ("se vuoi il silenzio vai dall’eremita all’Alpe di Papa Giovanni"), e chi rivendica il diritto al divertimento ("Limone vive di turismo, turismo vuol dire anche casino").
Poi, il colpo di scena finale: dopo accuse e controaccuse, la signora precisa che i fatti in realtà… non erano freschi di Ferragosto, bensì del 6 luglio.
Insomma, una lite di cortile trasformata in telenovela agostana. E il nome della pagina “Limone Piemonte come sei bella” resta lì, sopra decine di commenti al vetriolo, a fare da cornice paradossale: perché sì, Limone è bella, ma anche i suoi litigi, a quanto pare, sanno attirare un pubblico da social.
Morale? Se un tempo i panni sporchi si lavavano in casa, oggi si stendono volentieri su Facebook. E poco importa se siano di lino, di cotone o di nylon: quello che conta è che siano ben visibili e, soprattutto, commentabili.





