I più letti della settimana - 31 agosto 2025, 11:31

Figlie della Granda. Chiara Ghibaudo, regista di talento: dalle giovanili nel Monregalese alla Ligue A in Francia

A 15 anni ha lasciato casa per inseguire il sogno della pallavolo, dopo quattro stagioni in Serie A2 è pronta a guidare il gioco a Cannes. La storia della palleggiatrice cuneese tra sport, studio e sacrifici

Chiara Ghibaudo con la maglia di Altefratte Padova Volley

Chiara Ghibaudo con la maglia di Altefratte Padova Volley

"Riproponiamo a seguire uno degli articoli più letti della settimana. Prima uscita martedì 26 agosto.

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Protagonista di questo episodio di Figlie della Granda è Chiara Ghibaudo, cuneese d’origine ma cresciuta pallavolisticamente nella Mondovì Volley. Chiara è del 2003, studia Amministrazione Aziendale all’Università degli Studi di Torino e a 15 anni ha scelto di lasciare casa per inseguire il suo sogno: diventare una giocatrice professionista. E ora, per la prossima stagione, è pronta a varcare i confini italiani e approdare nella massima serie francese.

Il suo percorso inizia prestissimo, a soli 5 anni, nelle fila del Cuneo Granda Volley. Dopo tre stagioni passa a Borgo San Dalmazzo, e da lì approda a Mondovì, grazie al consiglio di una compagna di squadra. Una tappa che diventerà la sua seconda casa per quasi un decennio.

A Mondovì eravamo un gruppo molto affiatato. Mi divertivo un sacco, soprattutto nei tornei quando si dormiva fuori casa. Ricordo in particolare il torneo di Alassio e il Bear Volley di Biella… sono ricordi bellissimi che porterò sempre con me”.

Chiara con l'allenatore Gianluca Testa

A Mondovì Chiara resta per 7 anni e disputa tutti i campionati fino alla serie C, oltre che al percorso nel giovanile. Arriva poi il momento di cambiare e per i due anni di Under 18 si trasferisce a Chieri, una scelta decisiva per la sua crescita.

Lasciare Mondovì è stato importante, ma non facile. Avevo avuto l’occasione di andare via anche qualche anno prima, dopo un provino fatto e superato all’Igor Volley a Novara. Ma ero giovanissima e al momento di partire ho capito che non ero pronta. Ricordo che ero in macchina con i miei genitori e sono scoppiata a piangere. Non ero ancora pronta per quel passo e decidemmo di aspettare. Quando qualche anno dopo ho deciso di farlo è stato naturale”.

Il passaggio a Chieri non è solo una svolta nella carriera di Chiara, ma una presa di coscienza che le permette di capire cosa sogna davvero, fin dove vuole arrivare e dove i suoi sogni la possono portare. 

A Chieri ho capito che non era più solo una passione. Il lasciare casa per giocare è stata una conferma: quella era la vita che volevo fare. L’ambiente era già professionistico, gli allenamenti e quello stile di vita mi hanno resa consapevole di questo”.

Terminate le giovanili, arriva il salto nel mondo dei grandi, con la chiamata dalla serie A2: destinazione Martignacco. 

è stato il mio primo anno di serie A ed è stato un momento di svolta nella mia carriera. A fine gennaio sono diventata titolare per l’infortunio dell’altra palleggiatrice, era una situazione difficile ma l’ho affrontata con determinazione ed è diventata l’occasione per farmi vedere. Le mie compagne sono state fondamentali, hanno creduto in me, mi hanno sostenuta e mi hanno permesso di esprimermi al meglio”. 

Dopo Martignacco, Chiara continua il suo percorso in Serie A2, giocano nelle stagioni successive a Marsala, San Giovanni in Marignano e infine a Padova, dove nell’ultima stagione ha difeso i colori della Nuvolì Altefratte Padova. 

(Foto di Fabio Cucchetti)

Un percorso su e giù per l’Italia, sempre inseguendo il sogno di crescere e migliorare. Un sogno che però l’ha portata inevitabilmente ad allontanarsi da casa, anche se ogni stagione ha rappresentato un tassello fondamentale nella sua crescita personale e sportiva.

Ogni anno mi ha cambiato, mi ha fatto crescere. Alla fine della stagione mi sento sempre una persona diversa. Vivere da sola mi ha reso più organizzata, indipendente. Ho imparato a gestire studio, sport e casa, anche se posso ancora migliorare! Amo cucinare e sperimentare e quando torno a casa preparo piatti nuovi anche per la mia famiglia.”

La lontananza però non è mai stata un ostacolo insormontabile, grazie al legame profondo con la sua famiglia e alla capacità di creare nuovi rapporti ovunque vada.

Sono molto legata ai miei genitori, ci sentiamo spesso. Ma è stato fondamentale anche il supporto che ho trovato in squadra e nelle nuove amicizie, come a Padova, dove ho stretto legami anche al di fuori della pallavolo. I momenti difficili durante la stagione arrivano, sono inevitabili e crearsi un ambiente familiare lontano da casa è ciò che fa davvero la differenza”.

In campo Chiara è una palleggiatrice e si descrive come una giocatricemolto determinata, creativa, che tiene tantissimo al gruppo squadra e ama sentire la fiducia delle proprie compagne, ama sostenerle e trovare un modo per far sì che tutte possano giocare al meglio”.

Il palleggio deve essere in grado di far rendere bene il giocatore anche dal punto di vista mentale. Osservo molto le mie compagne, perché ognuna ha bisogno di qualcosa di diverso: c’è chi va incoraggiata, chi scossa, chi tranquillizzata. Credo di cavarmela bene in questo, mi ritengo un leader. Cerco sempre di strappare un sorriso, alleggerire i momenti difficili e restare lucida. Non ho paura di rischiare: c’è chi apprezza, chi meno, ma non si può piacere a tutti”.

Un ruolo complesso, dove la testa conta tanto quanto le mani.

Il palleggio è la mente della squadra. Devi pensare a mille cose insieme: gioco, punteggio, avversari, attaccanti. Ci sono tante cose a cui pensare ed è importante riuscire ad abbassare il volume dei pensieri, altrimenti rischi di fare un macello. Serve essere forti mentalmente, perché quando le cose non funzionano, il primo bersaglio sei tu. Ma a me è sempre piaciuto questo: organizzare, guidare, essere un riferimento. Il palleggiatore è il leader in campo, per questo è fondamentale che abbia un buon feeling con l’allenatore. Serve un rapporto solido, ma soprattutto una comunicazione costante: il palleggiatore è il portavoce dell’allenatore in campo”.

Fuori dal campo, Chiara è una ragazza piena di energia e vitalità.

Sono molto solare, amo tenermi sempre impegnata. Non riesco a stare ferma: mi piace uscire, vedere amici, andare a ballare o organizzare serate tranquille. Credo sia fondamentale avere una vita sociale e degli spazi lontani dalla pallavolo, perché aiuta a rendere meglio anche in campo. Quando la mente è libera e c’è un equilibrio, tutto funziona meglio. Staccare è necessario anche per noi atlete”.

Inoltre, Chiara è anche una studentessa: da sempre ha conciliato sport e studio:Sto per laurearmi in Amministrazione Aziendale. Mi manca solo la tesi, che consegnerò per la sessione autunnale. Non è stato semplice conciliare tutto, soprattutto con gli esami in presenza a Torino, ma ce l’ho fatta. È stato un percorso difficile ma molto bello, ho studiato materie che mi interessavano e appassionavano e per il futuro punto alla magistrale in Comunicazione d’Impresa o Marketing: due ambiti che mi affascinano, dove mi piacerebbe lavorare, magari in un ruolo di leadership".

(Foto di Francesco De Simone)

Per la prossima stagione, una nuova sfida fuori dall'Italia la aspetta. Il prossimo anno Chiara infatti giocherà nel Racing Club de Cannes, squadra che milita nella massima serie francese. 

La mia scelta di andare a giocare a Cannes è arrivata dopo un’estate complicata: inizialmente sarei dovuta andare a Olbia, ma la società ha rinunciato ai diritti per giocare in A2 pochi giorni prima dell’iscrizione al campionato. È stato un duro colpo, totalmente inaspettato, che mi ha messo in difficoltà. Poi è arrivata la chiamata da Cannes, una grandissima opportunità. Non è l’A1 italiana, ma è comunque un campionato di altissimo livello, con giocatrici internazionali. Sono molto entusiasta: le strutture sono splendide, lo staff è molto italiano, compreso l’allenatore Riccardo Marchesi, con cui mi sono trovata subito bene, e in squadra ci sono anche due ragazze italiane che conosco già, Elena Rolando e Alessia Populini. Cannes è un posto bellissimo, ci sono tutte le condizioni per vivere una grande esperienza”.

E dopo Cannes, Chiara guarda già al futuro:Il mio sogno è arrivare a giocare ai massimi livelli da protagonista. Come tanti, ho sempre sognato le Olimpiadi e continuo a puntare in alto, finché potrò. Ma al di là dei traguardi, per me conta soprattutto essere felice, vivere tutto con passione. Finché mi divertirò, continuerò a giocare. La pallavolo richiede tanto, ma io amo lavorare. Sono una grande lavoratrice, e non ho mai avuto paura di mettermi in gioco”.

Irene Rolando

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