Gentile direttrice,
le rubo un po’ di spazio per una piccola riflessione personale.
Ci sono cose che fanno davvero male, più del valore materiale di ciò che si perde.
Mio fratello Silvano, prima di morire, quando la malattia stava già facendo il suo corso, aveva tagliato della legna con le sue mani. Per lui non era solo lavoro, era un segno di dedizione, di impegno, di vita vissuta. Quella legna oggi non c'è più, perché qualcuno ha pensato bene di rubarla.
Non si tratta di soldi, non si tratta di qualche pezzo di legno: si tratta di rispetto. Rispetto per una persona che non c'è più, per la sua memoria e per ciò che aveva lasciato dietro di sé.
Chi ruba questo non porta via soltanto legna, ma infanga un ricordo, calpesta la dignità di chi ha lavorato con fatica e lascia dietro di sé solo vergogna. C'è chi non conosce il valore delle cose, e ancora peggio, chi non conosce il valore delle persone.
E a chi ha fatto questo gesto meschino dico una sola cosa: non siete stati furbi, siete stati piccoli.
Lettera firmata





