Attualità - 02 ottobre 2025, 15:17

Cittadinanza onoraria a Francesca Albanese? "Insulto agli eroi che nelle valli cuneesi scelsero strada opposta all'antisemitismo"

La presa di posizione di Davide Cavaliere, presidente Associazione Italia-Israele di Cuneo ed Emanuel Segre Amar, presidente Gruppo Sionistico Piemontese

Francesca Albanese

Francesca Albanese

Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata da Davide Cavaliere, presidente Associazione Italia-Israele di Cuneo ed Emanuel Segre Amar, presidente Gruppo Sionistico Piemontese.

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A Reggio Emilia, nel corso della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, la relatrice delle Nazioni Unite sui territori palestinesi cosiddetti «occupati», una frase di buon senso del Sindaco – «bisogna liberare gli ostaggi israeliani» – ha provocato la reazione stizzita della Albanese, la quale, evidentemente, ritiene deplorevole chiedere la liberazione dei civili rapiti da Hamas. È bene ricordare che sono stati 251 gli israeliani tradotti a Gaza con la forza, tra cui un infante, Kfir Bibas, poi strangolato a mani nude da un terrorista.

A rendere la scena ancor più grottesca è stato l'intervento della stessa Albanese. Lei, che in questi mesi ha alimentato una narrazione faziosa, accusata da più parti di antisemitismo nonché di disonorare le istituzioni internazionali, prende il microfono e «perdona» il Sindaco. Lo assolve, come una santa laica, a patto che prometta di non ripetere più quella frase sugli ostaggi così insopportabile al suo udito.

L'episodio di Reggio Emilia è lo specchio di un processo più ampio: da mesi la riflessione sul conflitto tra Israele e Hamas è appaltato a figure discutibili come Francesca Albanese, sui cui grava l'accusa di aver fiancheggiato consapevolmente il gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza dal 2007. La sua narrativa antisionista riduce il conflitto a uno schema binario, Israele «colpevole» - palestinesi «vittime». Ma non appena questa semplificazione incontra la realtà degli ostaggi, dei civili rapiti e usati come pedine di scambio, il castello ideologico della Albanese vacilla. E allora preferisce tacere, o mettere a tacere.

Ora che anche la città di Cuneo ha avviato una discussione circa l'opportunità di concedere l'ennesima cittadinanza onoraria alla sig.ra Albanese, è necessario aprire un dibattito serio in merito a una figura di rilevanza pubblica che ha smarrito le coordinate etiche più elementari, al punto da considerare la liberazione degli ostaggi – condizione necessaria per qualsiasi cessate il fuoco – come una richiesta inaccettabile, da non formularsi mai più.

I rappresentanti politici di Cuneo, città Medaglia d'Oro alla Resistenza, sono pronti a onorare uno dei principali latori del nuovo antisemitismo, malamente mascherato da antisionismo? E, magari, anche a essere pubblicamente redarguiti al primo accenno alle legittime ragioni di Israele?

La cittadinanza onoraria suonerebbe come un insulto ai tanti Giusti ed eroi che, nelle nostre valli cuneesi, di fronte all'antisemitismo e alla persecuzione antiebraica, scelsero una strada diametralmente opposta.

Davide Cavaliere, Presidente Associazione Italia-Israele di Cuneo

Emanuel Segre Amar, Presidente Gruppo Sionistico Piemontese

redazione

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