Attualità - 09 dicembre 2025, 20:14

“Orfeo” incanta Saluzzo: Bosca, Maffizzoni e Tampalini firmano una serata che tocca l’anima

Una serata carica di emozione al Monastero della Stella, tra mito, musica e voce narrante; e ora l’attesa per il 2027, quando Andrea Bosca tornerà sul grande schermo

Stefano Maffizzoni, Andrea Bosca e Giulio Tampalini

Stefano Maffizzoni, Andrea Bosca e Giulio Tampalini

Il Monastero della Stella di Saluzzo si è trasformato, sabato 6 dicembre, in un luogo sospeso tra mito e poesia grazie anche alle proiezioni immersive realizzate sui muri della sala che ha ospitato l'evento.

 “Orfeo – Concerto narrato”, organizzato da Antidogma Musica con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo tramite Artbonus, ha regalato al pubblico un’esperienza che ha davvero “toccato le corde dell’anima”.

Al centro della scena, il mito di Orfeo, riletto dall’autrice Bianca Melasecchi  non come racconto da spiegare, ma come voce da ascoltare. Le parole, le musiche, le immagini evocate: tutto ha concorso a creare un viaggio interiore, intimo e potente.

Andrea Bosca, voce narrante, ha guidato il pubblico con un’interpretazione intensa e misurata, capace di tenere insieme delicatezza e profondità. La sua presenza scenica, nutrita dall’esperienza maturata tra cinema, teatro e televisione, ha dato nuovi contorni al “cantore” che sfida gli inferi per amore.

Accanto a lui, il flauto di Stefano Maffizzoni, ideatore del concerto, e la chitarra di Giulio Tampalini hanno creato un tessuto sonoro ricco di sfumature, dialogando con la narrazione in un equilibrio perfetto.

Virtuosismo, sensibilità e capacità evocativa: la loro esecuzione ha portato alla luce ogni vibrazione emotiva del mito, trasformando la musica in respiro, attesa, rivelazione.

Autori quali Gluck, Debussy, Ravel, Saint-Saëns, Fauré e altri tra cui gli stessi Maffizzoni e Tampalini sono stati reinterpretati con una freschezza che ha lasciato spazio allo stupore del pubblico.

Il testo di Bianca Melasecchi, raffinato e ricco di suggestioni letterarie, ha cucito insieme musica e mito con una poetica che non invade, ma accompagna. 

L’Orfeo che emerge è un simbolo universale: l’amore che sfida l’ombra, il dolore della perdita, la fragilità dello sguardo rivolto all’ignoto.

Nel silenzio attento della sala, ogni parola di Bosca, ogni nota di Maffizzoni e Tampalini sembrava risuonare a livello profondo, come se la storia millenaria del poeta-musico trovasse ancora una volta il modo di parlarci.

Per le fan di Andrea Bosca non resta che attendere l’uscita dei suoi prossimi lavori in uscita su Netflix e al cinema, come il film “Non è la fine del mondo”, con l’attrice Fotinì Peluso, per la regia di Valentina Zanella, tratto dall’omonimo romanzo di Alessia Gazzola, girato tra Roma, Verona e Amsterdam.

Anna Maria Parola

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