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Politica | 19 novembre 2018, 07:00

In Svizzera votano sulle corna delle capre e noi non votiamo sulla Tav

Nelle urne si contano i favorevoli e i contrari, non sui numeri delle madamine o dei No Tav che scendono in piazza

In Svizzera votano sulle corna delle capre e noi non votiamo sulla Tav

Sabato 10 novembre sono stato in piazza Castello a seguire, per le reti Mediaset, la manifestazione dei 30mila torinesi favorevoli alla Tav e contrari al declino della città. E’ assai probabile che l’ 8 dicembre sarò nuovamente in piazza per raccontare l’ iniziativa dei No Tav, sempre a Torino. Sono sicuro, già fin da ora, che si scatenerà la solita guerra delle cifre. Saranno più o meno di 30mila? Quasi fosse una  sfida sportiva e a vincere fossero i più numerosi.  

Ma questa non è una sfida sportiva a chi porta più gente in piazza. Qui è in gioco qualcosa di ben più importante, e riguarda il nostro futuro.

Per questo mi unisco a quelli che chiedono di indire un referendum fra il popolo piemontese per sapere se la maggioranza è favorevole o contraria al collegamento ferroviario veloce fra Torino e Lione, che è solo un tratto del corridoio europeo fra l’ Atlantico e gli Urali.  

Nella vicina e democratica Svizzera domenica prossima si terrà un referendum sulla possibilità di dare incentivi economici ai contadini che decidono di lasciare le corna ai bovini e alle capre dei loro allevamenti. Secondo i promotori del referendum, la decornazione è un intervento molto doloroso per gli animali, oltre a privarli di una parte del corpo che serve per comunicare e svolgere molte altre funzioni. Oggi solo il 10 per cento di vacche e capre svizzere possiede ancora le corna. 

Loro votano sulle corna e perché noi piemontesi non possiamo esprimere il nostro parere sulla Tav? Vincolante o consultivo, non importa: ma dobbiamo poter dire la nostra su un progetto che riguarda il futuro delle giovani generazioni, l’ uso di denaro pubblico con investimenti per miliardi, la tutela dell’ ambiente di una valle e di una regione.  

Nelle urne si contano i favorevoli e i contrari, non sui numeri delle madamine o dei No Tav che scendono in piazza

Beppe Gandolfo

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