Cuneo e valli - 12 febbraio 2011, 09:33

Sulle aziende cuneesi incombe l'ombra della contrattazione separata

Il punto in commissione consiliare dove si è discusso di Michelin, Merlo, Agc e Bottero

(©targatocn.it)

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Due commissioni consiliari unite (Cultura e Lavoro) per affrontare le tematiche dell’occupazione e della crisi sul territorio del comune di Cuneo. Giovedì sera i consiglieri e assessori presenti hanno ascoltato l’audizione di due rappresentanti della segreteria Fiom Cgil intervenuti, assenti le altre sigle sindacali invitate e l’Unione Industriale. Pierandrea Cavallero (Cgil), prima di entrare nel dettaglio delle singole aziende cuneesi, ha relazionato sulle conseguenze delle decisioni, di vertici e sigle sindacali, della torinese Fiat. “Vi sono problemi di due ordini, produttivo e contrattuale” ha sintetizzato Cavallero. “In provincia di Cuneo vi è un numero limitato di aziende che lavorano sull’indotto Fiat e sono piccole quindi non hanno difficoltà a diversificare la produzione. Altre industrie come Valeo e Bitron sono in crescita perché hanno investito sul mercato tedesco e francese. Dal punto di vista contrattuale invece ci sono parecchi problemi soprattutto nel settore metalmeccanico dove le ricadute rischiano di essere gravi e pesanti”. Il pericolo vero che si corre in provincia di Cuneo, secondo Cavallero, è che le aziende possano adottare la “linea Fiat” ovvero fare la contrattazione separata e la Merlo potrebbe essere tra le prime. “Alla Merlo i dipendenti iniziano ad avere gravi problemi di salute e abbiamo dovuto fare due scioperi per far sedere i dirigenti ad un tavolo altrimenti non venivano agli incontri” ha spiegato Cavallero.  

Il delegato Cgil ha ribadito l’esigenza di avere regole chiare e certe che derivino dalla stipulazione di contratti nazionali, altrimenti le aziende avranno maggiore forza e i lavoratori pochissima. “Non è spostando la contrattazione del nazionale al locale che risolviamo i problemi” ha chiarito il sindacalista. A Fabio Panero, presidente della commissione Cultura, la panoramica sulle 4 aziende cuneesi Michelin, Agc, Bottero e Merlo. “L’Agc  gestisce un esubero di 13 lavoratori, nel corso dell’ultimo anno ha perso 4 milioni di euro e non ha riconosciuto premi al personale di alcun tipo nonostante gli sforzi profusi. L’azienda, comunque, in Regione Colombero ha investito su pannelli solari ed è interessata al teleriscaldamento. La Bottero, per contenere la crisi, sta diversificando la vendita dei prodotti e si è impegnata in alcune giornate di “porte aperte” ai clienti”. Lo spauracchio dei dipendenti si chiama “Cina” dove si producono macchinari del vetro piano e si produrranno quelli per il vetro cavo, con conseguente preoccupazione per la perdita del sapere che si preferirebbe rimanesse custodito nell’azienda locale.  

Ancora Panero: “La Michelin è il fiore all’occhiello tra le imprese del territorio e diventerà il punto di forza europeo grazie alla mole di capitali investiti a fronte dei quali non aumentano i lavoratori impiegati”. Alla Michelin, multinazionale con circa 2.200 dipendenti su Cuneo, seconda solo all’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle, la produzione di pneumatici si alzerà sempre di più: da 35mila a 41mila pezzi al giorno anche se il sindaco Alberto Valmaggia ha riferito che il direttore dello stabilimento gli ha confessato che l’obiettivo ultimo è di produrre 50mila gomme al giorno, una per ogni abitante di Cuneo. Dopo il terremoto “Fiat” con la spaccatura tra le sigle sindacali, Cavallero ha rassicurato il consigliere Riccardo Cravero, perplesso sull’unitarietà dei sindacati, almeno a livello locale. “La linea unitaria si mantiene con la condizione base che vi sia il rispetto delle opinioni e si vogliano le stesse garanzie minime per i lavoratori”.

Francesca Aimo

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