Fatta la frittata, si cerca ora di salvare quel poco di salvabile che forse resta.
Pur se convocato per discutere il bilancio consuntivo dello scorso anno (in realtà tutto si è consumato con un lunghissimo monologo del sindaco), il Consiglio Comunale di ieri sera si è in larga parte occupato di quello che a Crissolo – apparentemente tra l’indifferenza generale – è stato un vero e proprio boomerang che ha colpito alla testa il sindaco Aldo Perotti: la sopraggiunta indisponibilità dell’architetto Renato Maurino a voler donare ancora al paese l’ex albergo “La meira” (un immobile del valore di almeno 350mila euro, ci dicono) dopo che il primo cittadino ne aveva sì proposto l’approvazione al Consiglio, ma non aveva fatto mistero della sua disistima nei confronti del professionista: “Non ho molta stima di Maurino, ma da sindaco non voglio creare danno al Comune che guido e pertanto propongo al consiglio di approvare la sua donazione del fabbricato ex albergo “La Meira” di via Pian del Re. Maurino si è anche proposto come collaboratore progettuale a costo zero, ma il suo ‘gratis’ – ed io lo so meglio di altri – è comunque sia da prendere con estrema cautela, con le pinze…”.
“Non mi rimangio nulla: non ho stima di Maurino” ha rincarato ieri sera Perotti.
Parole, quelle pronunciate nel corso della seduta precedente, inspiegabilmente non riportate nei verbali e delle quali, ieri sera, la minoranza di Fabrizio Bessone ha invece chiesto con forza (ed ottenuto) l’inserimento da parte del segretario comunale Giuseppe Taddeo. Parole che hanno indispettito e non poco l’architetto Maurino, che di tutto pensava ma non certo di essere “maltrattato” di fronte ad un dono così importante. Parole che Bessone ieri sera ha definito “fuori luogo”, corroborato dal compagno d’opposizione Marco Curti: “Al posto di Maurino avrei reagito allo stesso modo”.
Perotti - che proprio con Maurino è stato protagonista perdente di una causa per la quale dovette, da presidente della Comunità Montana Valle Po, sborsare alcune decine di migliaia di euro di tasca propria – ieri sera ha dapprima reagito con orgoglio e fierezza (“Dovrei chiedere scusa a Maurino?” ha chiesto il sindaco accompagnando la domanda da un eloquente gesto della mano destra “Con lui non scambio parola da almeno 3 anni!”) per poi addivenire a più miti consigli: “Il mio era un giudizio personale (espresso però dal sindaco nel massimo momento della sua carica, la presidenza di un Consiglio Comunale: ndr) che è stato confuso con quello del primo cittadino: la conferma che sono intellettualmente onesto. Ma capisco, e cercherò il modo di ricucire con Maurino”. Un’impresa.
La seduta si era aperta con un vivace botta e risposta opposizione-segretario comunale, con la prima che accusava il secondo di aver redatto verbali incompleti a proposito delle risposte alle interrogazioni della seduta precedente ed al dibattito che ne era scaturito e di aver ascritto ai voti favorevoli quello di un suo esponente che invece si era astenuto.





