Ora che tutto è davvero ufficialmente irreparabile e che l’architetto Renato Maurino ha riconfermato di non avere più la benchè minima intenzione di donare l’ex albergo “La meira” (valore stimato circa 350mila euro) al comune di Crissolo a causa degli inopportuni apprezzamenti pubblici del primo cittadino (“Non ho stima di Maurino” aveva detto Aldo Perotti mentre presiedeva il Consiglio Comunale chiamato, ironia della sorte, proprio ad accettare l’inatteso dono), anche la minoranza di Fabrizio Bessone, Marco Curti e Massimo Ombrello prende impietosamente posizione sulla vicenda.
Una vicenda nata male. Gestita peggio. Finita peggio ancora.
“Non solo intendiamo prendere le distanze dalle affermazioni del sindaco, ancora rafforzate nell’ultimo Consiglio (“Non mi rimangio nulla: non ho stima di Maurino” le parole di Perotti nell'assise del 28 aprile scorso: ndr), indirizzate alla persona dell’architetto Renato Maurino, ma desideriamo confermare la nostra stima nei confronti di un professionista che ha lasciato con le sue capacità professionali un’impronta indelebile nella nostra vallata e ringraziarlo per il gesto, forse unico nella storia di Crissolo” scrivono a sei mani i membri dell’opposizione.
Che poi continuano: “Ci preme poi rilevare che è fuor di dubbio che il comportamento del primo cittadino abbia causato un ‘danno al paese’, alla luce della rinuncia dell’architetto Maurino a dar seguito alla propria proposta, e non potranno certamente essere delle scuse, ancorché doverose, a ripagare la comunità crissolese. Consideriamo inoltre che l’oggetto del ‘dono’ ha un importante valore commerciale e che lo stesso Maurino ha rifiutato, in tempi recenti, una proposta di acquisto da parte di un privato, con la motivazione che il denaro ricevuto dalla vendita non sarebbe stato così gratificante come lasciare il fabbricat in omaggio al paese di Crissolo per gli scopi cui si era prefissato”.
Quindi l’affondo finale: “Quanto accaduto dovrebbe indurre il sindaco ad una approfondita riflessione, essendo palesemente venuta meno la tutela dell'interesse della collettività, a nostro avviso tra i primari compiti di un primo cittadino, rammentando che per molto meno ‘stimati politici’ si sono dimessi dal proprio incarico”.





