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Agricoltura | 03 luglio 2018, 07:45

A Cuneo, il Consorzio AgenForm sta specializzando venti allievi nella trasformazione ortofrutticola

Il corso, attivato dalla Fondazione Istituto Tecnico Superiore Agroalimentare del Piemonte, è totalmente gratuito e prevede due anni di studi con 1800 ore complessive di lezione delle quali 600 di stage nelle aziende. La soddisfazione di tre ragazzi impegnati nelle attività

La responsabile del corso, Rossella Briano, Cinzia Curetti, Giulio Debernardi, il direttore AgenForm, Giancarlo Arneodo, e Giuliano Barale brindano al primo anno di lezioni

La responsabile del corso, Rossella Briano, Cinzia Curetti, Giulio Debernardi, il direttore AgenForm, Giancarlo Arneodo, e Giuliano Barale brindano al primo anno di lezioni

Nel 2010, per rispondere alla crescente domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche, su iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sono nati gli Istituti Tecnici Superiori (Its). Il decreto di istituzione ha previsto che si costituissero sotto forma di Fondazioni. Quali sono i loro obiettivi? Far acquisire a chi li frequenta, dopo il diploma di “maturità o la laurea, un’alta specializzazione tecnologica indispensabile per un inserimento qualificato nel mondo del lavoro: in particolare nei settori strategici del sistema economico-produttivo italiano. Privilegiando una didattica basata su percorsi di apprendimento e di sperimentazione simili alle realtà lavorative di tutti i giorni. 

LA FONDAZIONE ITS AGROALIMENTARE PER IL PIEMONTE

Nel 2015 ha preso forma la Fondazione Its Agroalimentare per il Piemonte della quale fanno parte i Comuni di Cuneo e Bra, l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, gli Istituti d’Istruzione Superiore Velso Mucci di Bra e Virginio-Donadio di Cuneo, le Associazioni Ciofs-Fp Piemonte e Cnos-Fap Regione Piemonte e le società cooperative Immaginazione e Lavoro e La Piazza, tutte di Torino, e il Consorzio AgenForm: l’Agenzia dei Servizi Formativi della Provincia di Cuneo. E proprio quest’ultimo Consorzio sta gestendo, per conto della Fondazione, nelle sede del capoluogo della “Granda”, in piazza Torino, dove si trova anche il Dipartimento universitario di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, il corso di Tecnico superiore della trasformazione ortofrutticola.  

IL CORSO, I DOCENTI E GLI ALLIEVI

Il corso di Tecnico superiore della trasformazione ortofrutticola, totalmente gratuito, grazie ai finanziamenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca  e della Regione Piemonte, è iniziato il 30 ottobre 2017. Si sviluppa in due anni di studi, con 1.800 ore complessive di lezione delle quali 600 di stage effettuate direttamente in azienda. Al termine, nel luglio 2019, è previsto l’esame di stato, con il rilascio del diploma di Tecnico superiore V livello del Quadro Europeo delle Qualifiche (Eqf), la certificazione di sicurezza sul lavoro, quella di quarto livello della lingua inglese e il riconoscimento del percorso formativo, in sostituzione del periodo di pratica, per iscriversi all’Albo professionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.

Il coordinamento del corso è stato affidato a Rossella Briano e a Marta Benedetto, 29 e 36 anni, laureate rispettivamente in Scienze Agrarie e Scienze dell’Educazione-indirizzo “Formazione dei formatori”. Gli allievi raggiungono quota venti (quattro donne) e arrivano dalla provincia “Granda” e dal Torinese. Per la maggior parte hanno conseguito da poco la “maturità”, ma alcuni sono più avanti negli anni e in cerca di occupazione. Anche i docenti sono una ventina: più del 50% è titolare di un’azienda agricola e di trasformazione; gli altri provengono dagli Istituti Superiori o dal mondo universitario.

“Il Piano di studi - sottolinea Rossella Briano - richiede un forte impegno. Per questo motivo, quando è stato fatto il colloquio agli iscritti, abbiamo valutato con attenzione se erano veramente interessati al settore e motivati ad approfondirne la conoscenza. In effetti, stanno dimostrando tutti una grande voglia di imparare e di fare”.

Gli obiettivi del corso? “Formare dei tecnici in grado di occuparsi di tutti i processi della trasformazione ortofrutticola: dall’arrivo della materia prima alla confezione del prodotto finito, compreso il controllo della qualità, dell’igiene e della sicurezza alimentare e il marketing. Programma costruito attraverso la conoscenza teorica delle materie insegnate, ma, in particolare, con la loro applicazione pratica: dal lavoro nel laboratorio condiviso con il Dipartimento di Scienze Agrarie in piazza Torino, che rappresenta il 40% delle attività, agli stage nelle aziende. Si mette molto concretamente in pratica l’alternanza scuola-lavoro. Il tutto gratuito, quindi anche con un’importante valenza sociale”.

Nel primo anno in quali produzioni si sono cimentati gli allievi? “La giardiniera, le marmellate, la salsa verde, la cren al rafano, la speziata agrodolce chutney, la crema alle olive, i sughi pronti, i succhi di frutta. In alcuni casi abbiamo anche accompagnato alcune loro idee di trasformati nuovi come la marmellata di zucca, arancia e limone o quelli con i frutti esotici”.

Gli stage? “Stanno andando bene. Le aziende hanno risposto con disponibilità e ne abbiamo trovata una per allievo: parte in provincia di Cuneo; le altre in quella di  Torino. Grazie al fatto che sono diversificate nelle produzioni, i ragazzi hanno potuto scegliere quella che si confaceva di più alle loro attitudini. Attualmente sono tutti occupati in questa parte pratica”.  

Quali sono gli sbocchi lavorativi del dopo iter formativo? “Avendo una conoscenza a 360 gradi dell’intero percorso di trasformazione ortofrutticola, sono molti. Anche perché hanno in mano un diploma che offre lo stesso livello della vecchia laurea prima della riforma, però con maggiori conoscenze pratiche. Se in famiglia è già attiva un’azienda agricola possono aprire un laboratorio di trasformazione. Oppure lavorare in aziende agroalimentari sia piccole che grandi occupandosi del settore produttivo vero e proprio o di quello dei progetti sperimentali o ancora della certificazione per la vendita. Le aziende del comparto in provincia di Cuneo sono in crescita e richiedono sempre di più una professionalità specifica. Gli allievi che usciranno nel 2019 saranno in grado di fornirla”.   

Cosa le sta insegnando quest’esperienza? “Ho avuto anch’io l’occasione di conoscere in modo approfondito le tecnologie di trasformazione. Ed è stato bello dal punto di vista umano, perché si è creato un bel gruppo”.  

LA SODDISFAZIONE DEI RAGAZZI

Cinzia Curetti, 29 anni, di Pianfei, laurea triennale in Scienze Biologiche e magistrale in Tecnologie Alimentari, è impegnata nello stage all’agriturismo Antiche Macine di Chiusa Pesio. “Il corso - sostiene - mi sta insegnando la parte pratica di quanto ho studiato all’Università, dove è quasi tutto concentrato sulla teoria e si fanno pochi laboratori. Si tratta di un’esperienza molto positiva e importante. Terminato il percorso, il mio sogno è di aprire un piccolo laboratorio di trasformazione in quanto mio padre ha dei terreni dai quali si potrebbe ottenere la materia prima. Spero di riuscirci”.

Giuliano Barale, 29 anni, di Borgo San Dalmazzo, diploma al Liceo Scientifico con alcuni esami di fisica all’Università, senza aver conseguito la laurea, lo stage lo fa   nell’azienda agricola Stefania Dho di Roccaforte Mondovì. “Il corso - dice - è molto importante perché offre l’opportunità di rimettere in gioco quelle persone che non hanno un lavoro, fornendo una preparazione adeguata in un settore trainante dell’economia. Si riesce a capire nel concreto come lavora un’azienda del comparto: dalla produzione della materia prima ai processi di trasformazione, alla vendita. Sbocchi lavorativi, avendo acquisito una buona professionalità, ce ne saranno sicuramente. Io vorrei occuparmi del controllo qualità”.

Giulio Debernardi, 25 anni, di Busca, laurea triennale in ingegneria biomedica, sta effettuando lo stage nell’azienda Granda Tradizioni di Borgo San Dalmazzo. “Quest’esperienza - afferma - mi ha insegnato, concretamente, a svolgere un’attività e costituisce un percorso “vero” di inserimento nel mondo del lavoro. Sul mio futuro non ho ancora idee precise, ma l’importante adesso è di trovare un’occupazione nel settore agroalimentare. Poi, col passare del tempo vedremo se avrò le occasioni per mettere in pratica qualcosa di mio”.      

L’OPEN DAY

Giovedì 12 luglio, dalle 9 alle 17, nella sede di AgenForm, in piazza Torino, 3, è in programma l’Open Day, durante il quale tutte le persone interessate al settore agroalimentare potranno conoscere, nel dettaglio, le caratteristiche della Fondazione e del corso. Inoltre, il mattino, dalle 9 alle 13, è previsto il laboratorio “We love Piedmont fruit”, durante il quale alcuni allievi e un docente sperimenteranno la preparazione di confetture e nettari di frutta con la fragola di Peveragno e altri ingredienti naturali. Per informazioni: 0171 696147.  

COSA FA L’AGENFORM

L’AgenForm è l’Agenzia dei Servizi Formativi della Provincia di Cuneo nata nel 1973 e gestita fino al 2000 in modo diretto dall’Ente di corso Nizza, quando, dovendo rispondere a un nuovo quadro normativo, è diventata un Consorzio. Ne fanno parte 52 attori pubblici e privati. Tra i primi ci sono Comuni, Unioni Montane, Università degli Studi di Torino e Istituti di istruzione superiore, tra i secondi importanti aziende che lavorano nei settori in cui opera AgenForm.

La sede di coordinamento di tutte le attività è a Cuneo, in piazza Torino, nei locali del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. Le altre strutture sono a Moretta con l’Istituto Lattiero-Caseario e delle Tecnologie Agroalimentari; a Savigliano in cui è attivo il Centro Europeo Modellismo Industriale e a Bibiana dove c’è il percorso formativo che dedica particolare attenzione alla biodiversità.

Il presidente del Consorzio è Luigi Lerda, il direttore Giancarlo Arneodo. “Lavoriamo da sempre - spiega Arneodo - nell’ambito della formazione post-diploma e post-laurea e adesso anche nel fornire nozioni di perfezionamento a chi è già occupato. Con l’obiettivo di ridare dignità ai mestieri di un territorio attraverso l’orientamento, la trasmissione di competenze, la ricerca e l’assistenza tecnica. Aiutando i giovani a fare scelte professionali consapevoli e supportando le aziende e gli enti a definire le loro strategie di crescita. Perché siamo convinti che lavorare significhi dare valore alle proprie risorse: vuoi individuali, vuoi collettive”.  

Sergio Peirone

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