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Agricoltura | 16 aprile 2020, 16:04

Con il Covid-19 a rischio 9000 braccianti della frutta, l’appello dal Saluzzese: "Si reclutino cassintegrati, disoccupati, studenti"

Ufficializzata la chiusura del dormitorio al Foro Boario e delle accoglienze sul territorio. Quattro Comuni, Aziende e Organizzazioni di categoria scrivono alla Regione: nelle campagne c’è spazio anche per i percettori del reddito di cittadinanza e per i pensionati attivi. Senza manodopera un importantissimo settore, a livello nazionale, sarà in ginocchio

Immagine di repertorio

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L’emergenza epidemiologica del Covid-19 viaggia a braccetto, per forza di cose, con l’ormai imminente stagione della frutta saluzzese. Il distretto della frutta, stando ai dati resi noti dal sindaco Mauro Calderoni, qui ha impiegato, nel 2019, 12.000 stagionali.

A fronte di ciò, lo stesso Calderoni ha lanciato un allarme.

La stagione 2020 sarà fortemente caratterizzata dall’emergenza Covid-19 e, in particolare, dalle limitazioni (sia per l’accesso al Paese che per gli spostamenti) emanate al fine di contenere il virus.

La manodopera straniera copre storicamente il 75% del fabbisogno della locale frutticultura. Di questa, un terzo è africana. – rimarcano il sindaco di Saluzzo – Quest’anno non ci sarà. Urgono 9.000 lavoratori locali quindi. Le paghe non le stabiliscono i sindaci ma i contratti collettivi di lavoro. Troviamo tutti insieme il modo di reperire questa manodopera o sarà un disastro nel disastro”.

Con questi chiari di luna, giovedì scorso, i principali protagonisti del distretto della frutta del saluzzese hanno condiviso l’esigenza di confrontarsi in video conferenza.

Da un lato, le Amministrazioni comunale. Che continuano ad essere soltanto quattro: Saluzzo, Costigliole Saluzzo, Verzuolo e Lagnasco. Le stesse che, negli anni, hanno dato il loro apporto a mettere in piedi il sistema di “accoglienza diffusa” (insieme ad altre realtà del territorio).

Quasi come se il problema dell’accoglienza degli stagionali fosse limitato a quattro comuni. O meglio: quasi come se gli stagionali che arrivano nel Saluzzese vengano impiegati soltanto in quattro comuni (i numeri ci consegnano una realtà ben diversa).

Dall’altro, “accomunati, con diverse motivazioni, dalla preoccupazione per l’imminente stagione di raccolta”, c’erano la Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Confcooperative, Asprofrut, Jolly Fruit, Joinfruit, Lagnasco Group, Ortofruit Italia, Rivoira e Solfrutta.

Ne sono scaturite – spiegano i partecipanti all'incontro - alcune riflessioni pienamente condivise.

Tutti hanno convenuto di sollecitare le Istituzioni regionali e nazionali affinché si facciano parte attiva per il reperimento della manodopera necessaria alla imminente stagione, nonché per garantire risposte adeguate alla domanda abitativa della manodopera stagionale”.

L’altra improrogabile necessità è che la Conferenza Stato-Regioni “affronti urgentemente il tema della defiscalizzazione dei carichi contributivi sui salari per garantire maggior equità e competitività sia a livello nazionale che europeo e liberare risorse che le aziende possano investire sull’ospitalità della manodopera”.

Dall’incontro è scaturita una richiesta in tal senso al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, sottoscritta da tutti i 15 attori presenti al “video-incontro”.

La missiva indirizzata alla Regione, sostanzialmente, verte su due punti.

Il primo: “vista la difficile situazione relativa all'epidemia di Covid-19/Coronavirus che non permette l'apertura delle strutture di accoglienza del Pas e di quelle diffuse sul territorio, chiediamo alla Regione Piemonte di farsi carico di forme di sostegno dirette alle aziende agricole e/o tramite i comuni per l'alloggiamento della manodopera stagionale”.

Al punto due, invece, la richiesta del territorio è di “segnalare con forza alla conferenza Stato-Regioni: l'ineludibile necessità di introdurre modi agili di reperimento e assunzione di manodopera locale (cassintegrati, disoccupati, percettori reddito di cittadinanza, studenti, pensionati attivi ecc.), per garantire la effettiva disponibilità di forza lavoro nella campagna 2020, anche attraverso una radicale semplificazione del voucher agricolo”.

E, al tempo stesso, “la necessità di defiscalizzare i carichi contributivi dei salari per garantire una maggior equità nella competitività sia a livello nazionale che europeo, più appetibilità alle retribuzioni e maggiori risorse alle aziende da investire sull'ospitalità della manodopera”.

Infine, una richiesta della quale ormai da tempo Saluzzo si fa promotore: “Introdurre urgentemente una piattaforma nazionale per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro”.

Nicolò Bertola

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