Attualità - 22 settembre 2020, 15:23

Presidio contro l'ordinanza antibivacco a Cuneo: un'azione simbolica per chiedere dignità per i senzatetto

Da ieri, ogni giorno, tra le 11 e le 13, volontari, cooperanti e membri di associazioni cittadine saranno sotto il municipio

Presidio contro l'ordinanza antibivacco a Cuneo: un'azione simbolica per chiedere dignità per i senzatetto

Ha preso il via ieri a Cuneo il presidio antibivacco che, ogni giorno, tra le 11 e le 13, verrà allestito sotto il Municipio del capoluogo. Sono tante le associazioni e le realtà che hanno dato la loro adesione: l’APS MiCò, Emmaus, Cuneo per i Beni Comuni, Radicali, AIFO, LVIA, Orizzonti di Pace, Comunità di Mambre, Papa Giovanni XXIII, la pastorale Sociale del Lavoro, Sinistra Italiana, Santos Milani e Scuola di Pace di Boves.

Un’azione simbolica per informare la cittadinanza di ciò che sta succedendo.

Oggi erano esposte anche due opere su cartone di Alex Occelli, realizzate prendendo ispirazione dalle persone che, per molte settimane, hanno dormito nel sottopasso del Movicentro.

Ogni mattina dei volontari si alterneranno per far sentire il loro no contro il daspo urbano, attivo in città dalla scorsa metà di agosto e che tante polemiche ha suscitato, culminate con lo scombero del Movicentro dello scorso 7 settembre e con le accuse rivolte ai volontari, responsabili di creare assembramenti in questo momento particolarmente pericolosi sotto il profilo della sanità pubblica.

Le associazioni che hanno aderito al presidio sostengono, invece, che a non essere decorose sono la miseria e la difficoltà delle persone

Inoltre con il presidio si vuole chiedere risposta al Comune rispetto all’impegno preso nel “Protocollo d’Intesa per la gestione dei migranti impegnati nella stagione agricola”, sottoscritto il 30 giugno dove Cuneo si impegna a cercare una sede per ospitare alcuni stagionali con contratto di lavoro.

Infine le associazioni si mobilitano per chiedere all’Amministrazione Comunale di elaborare una progettualità di più ampio respiro: occorre definire meglio i ruoli nei tavoli decisionali, e più conoscenza (condivisa) della condizione lavorativa e legale delle persone coinvolte dal fenomeno.

bsimonelli

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