La Regione Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa, a ottobre 2022 aveva aperto il bando del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) il cui obiettivo era sostenere gli investimenti per prevenire e ridurre il rischio di contatto dei maiali con il virus della Peste suina africana (Psa). Accrescendo il livello di biosicurezza degli allevamenti. La domanda andava presentata per via telematica entro il 20 dicembre dello stesso anno. Poi, la data è stata prorogata al 31 gennaio e, dopo, al prossimo 31 marzo. Ora è aumentata anche la dotazione delle risorse disponibili, passate da 5,4 a 8,6 milioni di euro.
Cosa ne pensa la Cia della “Granda”? Risponde Giovanni Cordero: responsabile tecnico dell’organizzazione agricola per la macro-area di Cuneo: “Si tratta di due modifiche che vanno incontro alle nostre richieste, perché c’è stato molto interesse sulla misura del Psr. La volontà degli imprenditori del settore è di rendere i loro allevamenti sempre più sostenibili a livello di biosicurezza”.
Chi può partecipare al bando
Possono partecipare le aziende del settore insediate sull’intero territorio piemontese con più di 10 Uba (Unità bestiame adulto): quindi, essendo 0,3 il parametro di misura per i suini, con più di 30 maiali adulti. Gli allevamenti in ambiente confinato e quelli compresi nella zona infetta e in quella di sorveglianza per la Psa, come definito dal Regolamento 605/2021 dell’Unione Europea, hanno la priorità nell’attribuzione dei punteggi. E’ possibile inoltrare più richieste di finanziamento, purché relative a strutture con diversi Codici Azienda Zootecnica. Sono ammissibili anche le spese effettuate già a partire dal 7 gennaio 2022: data in cui è stata accertata ufficialmente la presenza della Peste suina africana in Piemonte. Il contributo concesso è dell’80% dei costi sostenuti, con il massimo di 100.000 euro per ogni domanda ammessa.
Ancora Cordero: “E’ vero che le aziende presenti nelle zone individuate infette e sorvegliate per la Peste suina africana hanno la priorità, ma le risorse a disposizione adesso sono davvero molte: di conseguenza, è possibile anche per le altre imprese del settore di tutto il territorio regionale, non insediate in quelle aree, veder ammesse le domande. Inoltre, è importante aver dato la possibilità di richiedere il contributo per lavori già realizzati prima della pubblicazione del bando. Per il Psr non succede mai. Quindi, siamo soddisfatti perché in questo modo si aiuta concretamente un intero comparto importante - il suinicolo - che, a livello provinciale, è consistente come volume d’affari e anche come indotto”.
Nella “Granda” le aziende suinicole sono poco più di 850, con quasi 900.000 capi allevati.
Cosa si può fare con il bando
Il contributo viene concesso per la realizzazione di più interventi. Che sono: installare recinzioni attorno ai locali in cui sono tenuti i suini e agli edifici nei quali vengono stoccati mangimi e lettiere; adeguare a criteri di biosicurezza rafforzata le strutture di allevamento, le zone filtro all’ingresso delle stesse strutture, i varchi carrabili di accesso, le aree di carico degli animali e le piazzole di disinfezione dei mezzi; costruire dei box di quarantena per i capi di nuova introduzione; acquistare strumenti per la pulizia e la disinfezione dei locali e delle attrezzature zootecniche; sistemare la cartellonistica, a uso interno ed esterno, che illustri le norme di biosicurezza in allevamento; dotarsi di attrezzature per lo stoccaggio sicuro degli animali morti e degli altri sottoprodotti di origine animale in attesa di smaltimento.