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Saluzzese | 25 giugno 2023, 18:36

La storia sconosciuta del castello di Envie e del suo antico ricetto rivela segreti medievali [FOTO]

Una visita serale ha svelato gli affascinanti dettagli architettonici e le testimonianze storiche ancora celate del paese alle pendici del Mombracco

Il gruppo di visitatori del ricetto di Envie guidati da Francesca Colombano e Simona Pagliano

Il gruppo di visitatori del ricetto di Envie guidati da Francesca Colombano e Simona Pagliano

La storia, ancora sconosciuta, del castello di Envie e del suo antico ricetto è stata raccontata ieri sera, sabato 24 giugno, nel paese della Valle Po, ai piedi del Mombracco, durante una visita serale che ha visto una grande affluenza di pubblico.

L’iniziativa presentata dal giornalista Ersilio Fringuello Mingo è stata organizzata col patrocinio del Comune, rappresentato dal sindaco Roberto Mellano, assieme alle due associazioni La Torre nel Parco, presieduta da Valeria Ferrero, e de ‘I Argic e segue quella dello scorso febbraio in cui era stata presentata la tesi magistrale in Architettura di Francesca Colombano e Sara De Grandis dal titolo “Il castello e il ricetto di Envie - conoscenza e conservazione integrata tra architettura e territorio”.

Il percorso itinerante di ieri sera ha riportato il pubblico nel Medioevo attraverso una passeggiata suddivisa in otto tappe in cui l’architetto Francesca Colombano e l’ingegner Simona Pagliano hanno narrato la storia di Envie all’epoca del ricetto, partendo dai primi studi storici effettuati decenni fa dallo storico Claudio Midulla.

L'interesse su Envie si estende ben oltre il castello, includendo anche il ricetto, la chiesa di San Marcellino e vari edifici residenziali lungo via Roma. Questi punti, insieme all'ampio giardino adiacente al Castello e alla sua storia, sono di grande rilevanza. Inoltre, via Roma rappresenta l'asse viario che collega Revello a Barge e lungo il quale si è sviluppata una significativa presenza di edifici medievali.

La partenza era prevista dalla torre merlata, di base circolare, costruita all’estremità nord del ricetto, mentre l’altra sempre a pianta circolare si trova prospicente all’ala ovest del castello. Lungo le mura del maniero sono ancora visibili due torri a pianta quadrata.

Durante la prima tappa Francesca Colombano spiega che cosa è un ricetto. “Ad Envie è testimoniata la presenza in documenti a partire dal XII secolo. La parola – sottolinea l’architetto - deriva dal latino ‘receptum’, che significa ricovero, a prescindere dagli elementi che lo costituiscono.

Al suo interno – continua Colombano - erano presenti gli spazi, gli edifici pubblici e le abitazioni della popolazione. Il ricetto era affiancato dal castello, dotato di proprie mura difensive (il castrum domini) ed era attorniato da terreni agricoli lavorati dai contadini che vivevano nelle cascine distribuite sul territorio: la cosiddetta villa”. 

Dagli studi di antichi documenti e mappe catastali ritrovate nell’archivio comunale emerge, come ha spiegato Simona Pagliano, che: “Il ricetto di Envie era una struttura fortificata, come tante tipica dell'Italia settentrionale medievale, e si presentava come un recinto protetto da fossato, scarpata in terra di riporto, e palizzata di legno, destinato, in prevalenza, alla custodia dei beni più preziosi della comunità: prodotti agricoli, bestiame, e strumenti di lavoro”. 

Al di là delle mura e delle torri ancora presenti, secondo gli studi dello storico enviese Claudio Midulla, la grande torre circolare non poteva essere così isolata, ma collegata ad altre di base quadrata, di cui ancora due sono perfettamente visibili, e delle mura che inglobavano il cuore di Envie collegandosi al castello.

Nel 2016  quello che era solo un’ipotesi divenne concreto: all'Archivio storico di Torino, gli esperti tra cui Midulla consultarono il mappale originale del 1742 dell'antico centro di Envie, che confermava la realtà topografica e i confini del ricetto delineati dalle mura e da nove torri.

La strada principale, oggi via Roma, era l'asse che incrociava un'altra via trasversale, dividendo così la zona in quattro aree principali costituite da edifici.

Su via Roma sono ancora visibili edifici medioevali, di cui uno riconoscibile a pochi passi dalla parrocchia di San Marcellino.

La facciata di una casa sulla via centrale di Envie – spiegano Colombano e Pagliano - è provvista di una fascia marcapiano in cotto, e una ‘modanatura in cotto di una monofora’, esempi caratteristici dell’edilizia medievale ancora leggibile oggi sono le ‘gru’ tipici elementi in ferro battuto, che prendono forma dall’omonimo uccello, posti lateralmente alle finestre e utilizzati all’epoca come sostegno agli assi che sorreggevano il bucato o per appendere gli stendardi durante le manifestazioni”.

Le due esperte hanno poi spiegato la storia della chiesa parrocchiale di San Marcellino, dell’antico lavatoio del ‘Brusch’ dai cui sotterranei è emerso un condotto alto quanto un uomo che, molto probabilmente, era collegato al castello e veniva utilizzato come via di fuga.

La visita itinerante si è conclusa all’interno della corte del castello dove sono state presentate le strutture neogotiche che lo hanno trasformato nell’Ottocento quando per volere del Conte Carlo Guasco di Castelletto, il complesso venne trasformato seguendo la corrente del neogotico troubadour.

Anna Maria Parola

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