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Agricoltura | 07 febbraio 2024, 15:07

“Se costa meno di 7 euro al kg non è miele”: Aspromiele contro il prodotto estero contraffatto

“Sciroppi artificiali che imitano il prodotto italiano, ormai quasi invenduto”. L’Associazione dei produttori apistici del Piemonte invita i consumatori ad acquistare il miele italiano e a leggere bene le etichette

“Se costa meno di 7 euro al kg non è miele”: Aspromiele contro il prodotto estero contraffatto

“Se costa meno di 7 euro al chilogrammo non è miele”. È l'allarme lanciato da Aspromiele contro l'ondata di prodotto estero e contraffatto, presente sugli scaffali di alcuni supermercati.

Il risultato è che il miele italiano di qualità resta quasi completamente invenduto. I grossisti, da alcuni mesi, non lo stanno neanche più ritirando. Un problema acuito dalla diminuzione del potere d'acquisto delle famiglie che hanno inevitabilmente ridotto i consumi.

Se non è miele, cos'è? “Sono sciroppi artificiali. Imitano il miele talmente bene che dalle analisi non si riconosce la differenza – spiegano da Aspromiele -. Parliamo di test eseguiti a campione soprattutto nei porti, non certo analisi all'avanguardia”.

Le differenze di prezzo tra il miele italiano e il prodotto importato

Nel mirino dell'associazione c'è il miele estero in arrivo da Asia e America, che all’origine costa pochissimo. Il prodotto italiano, invece, vale tra i 6 e i 10 euro al kg.

Nel 2023 sono aumentati in modo significativo, dell’8,5%, gli acquisti alimentari nei discount dove prevale il “miele” di origine estera, allettante per i prezzi bassi, a volte inferiori a 7 euro/kg.

Nel 2021, i principali fornitori di miele sono stati l’Ucraina (che copre oltre il 30% delle importazioni dell’EU) e la Cina (con quasi il 28% delle importazioni dell’EU).

I prezzi medi per il miele importato in Europa mostrano una variabilità elevata, con valori minimi inferiori a 2 euro per Ucraina (1,89 euro/kg) e Cina (1,36 euro/kg).

Oggi, anche paesi quali India e Vietnam adottano le tecnologie di adulterazione del miele andando a commercializzare quest'ultimo specialmente in Unione Europea – denuncia ancora Aspromiele -. Inoltre, se l'accordo Ue-Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, ndr) per l'abolizione dei dazi andasse in porto, nel nostro paese entrerà sempre più miele estero, in particolare da Argentina e Messico, troppo concorrenziale con il nostro prodotto”.

Attenzione al “miele” dell'Ucraina

L’Italia subisce un aumento delle importazioni dall'Ucraina a causa dell'eliminazione dei dazi per via della guerra con la Russia. Da gennaio a settembre 2023, l'Ucraina ha esportato ben 41 mila tonnellate di miele verso l’UE. Peccato che i numeri esportati non trovino una correlazione con la capacità produttiva di questo paese, molto più bassa.

Le richieste di Aspromiele

Aspromiele denuncia le attuali criticità in una lettera inviata alla Regione per chiedere interventi di supporto urgenti. Il Piemonte conta 7 mila apicoltori ed è la prima regione italiana per numero di alveari, circa 230 mila.

Chiediamo maggiore tutela sul mercato, garantita da controlli per identificare i mieli adulterati provenienti dall’estero – denuncia l’Associazione dei produttori apistici del Piemonte -. I mieli venduti ad un prezzo troppo basso non possono essere che adulterati, ma gli attuali metodi di controllo sono scarsi e spesso non sono in grado di dimostrarlo. I metodi di adulterazione, in sostanza, sono talmente sofisticati che il mercato europeo viene invaso da un finto miele impossibile da rilevare come tale con le analisi”.

Nella classifica dei dieci alimenti più adulterati, il miele si colloca al terzo posto, dopo olio di oliva e latte. “Qualcosa potrebbe muoversi positivamente con la direttiva UE detta “colazione”, ma la sua attuazione concreta richiederà almeno 3 anni, troppi per combattere un problema così esteso e impattante”.

Leggere bene le etichette

Aspromiele invita il consumatore ad acquistare il miele italiano, presso supermercati o direttamente dai produttori, la cui origine è facilmente leggibile sull’etichetta: “Non fatevi attirare da un prezzo troppo basso, c'è qualcosa di poco trasparente. Attenzione all'origine del prodotto”.

L’Italia può vantare più di 50 mieli monofloreali diversi e il Piemonte è caratterizzato da produzioni di miele come acacia, castagno, ciliegio, tarassaco, tiglio, rododendro e melata senza dimenticare l’immensa varietà di millefiori raccolti sulla pianura fino all’alta montagna.

Le aziende associate ad Aspromiele sono anche presenti e contattabili sul sito www.aspromaps.aspromiele.it

 

Il settore apistico italiano necessità di salvaguardia perché alleva un insetto che ha una grande rilevanza ambientale ed economica”, chiude Aspromiele.

Le difficoltà del settore

Il miele poi vive da alcuni anni una crisi causata dalle avversità climatiche, uso eccessivo dei pesticidi e perdita di piante nettarifere e pollinifere.

La questione climatica è ormai estremamente negativa: periodi di siccità estrema oppure periodi di pioggia prolungata, temperature estive molto elevate, ritorni di freddo e gelate tardive in marzo e aprile. Il deficit idrico attuale non promette buoni raccolti di mieli primaverili come tarassaco e ciliegio. Gli inverni, eccessivamente miti come quello attuale, causano un anticipo delle fioriture e le gelate conseguenti sono sempre più frequenti. Le api subiscono maggiormente l’impatto nutrizionale dei mancati raccolti su piante ormai stressate dal deficit idrico e ondate di calore superiori a 35 °C, costringendo gli apicoltori a costi maggiorati per la nutrizione di sopravvivenza delle colonie di api. I prezzi del carburante per camion e pick-up, senza alcuna agevolazione per l’apicoltura, sono diventati una voce di spesa importante per movimentare le api sui diversi raccolti (nomadismo). E le medie produttive di miele calano in modo significativo: il trend negativo inizia già nel 2012, dimostrato dallo stato di salute ormai compromesso di un insetto che è anche ottimo indicatore ambientale.

Il cambiamento climatico sta rendendo facile la sopravvivenza e l’espansione ad un altro nemico delle api da miele e tutti gli insetti impollinatori selvatici: il predatore Vespa velutina o calabrone asiatico, presente attualmente in provincia di Cuneo (specialmente in Val Tanaro) e Torino, oltre che Liguria e Toscana.

Cristina Mazzariello

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