Attualità - 24 maggio 2024, 10:00

Inaugurato a Ormea il "Tetto a Biranco": bivacco-belvedere nato grazie al progetto internazionale "Ob-serving the landscapes"

Fino a metà settembre visitabile la mostra “Qui non c’è il mare”, realizzata all'interno del progetto e allestita presso l'ex magazzino ferroviario

Foto di Emanuele Piccardo

Foto di Emanuele Piccardo

Due workshop internazionali per riscoprire e valorizzare il paesaggio montano.

Si è concluso lo scorso sabato 18 maggio "Observing the landscapes", progetto parte del programma Erasmus+ BIP (Blended Intensive Programmes) promosso e coordinato dal Prof. Massimo Crotti del DAD - Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, insieme al Prof. Paolo Sustersic di Elisava - School of Design and Engineering di Barcellona, alla Prof.ssa Anne Bugugnani di Strate School of Design di Parigi - e all’Arch. Emanuele Piccardo dell’associazione culturale plug_in (leggi qui).

L’esito del lavoro sul campo degli studenti afferenti alle tre scuole si è concluso con due eventi messi a disposizione della comunità locale: l’inaugurazione del “Tetto a Biranco”, lungo la Balconata di Ormea a 1450 mt di altitudine, che è l’esito del workshop di costruzione “Riabitare il bosco”, un progetto promosso da plug_in e sostenuto da Comune di Ormea, Fondazione CRC, e condotto dagli architetti GRRIZ (Luigi Greco e Mattia Paco Rizzi) con la partecipazione dei docenti e degli studenti delle tre università; e l’inaugurazione della mostra OB-SERVING THE LANDSCAPES, che riassume sia gli esiti del workshop fotografico “Qui non c’è il mare” ideato e condotto dai docenti di PoliTo, Elisava, Strate e da plug_in. L’esposizione propone una narrazione fotografica che gli studenti hanno condotto nella comunità e nel territorio di Ormea, oltre a un richiamo al progetto del “Tetto a Biranco” attraverso disegni di cantiere e dei particolari costruttivi al vero del bivacco. 

"Il progetto - commenta Giorgio Ferraris, sindaco di Ormea -  è di grande interesse per il nostro Comune e per tutto il territorio dell’Alta Val Tanaro. Per la nostra Comunità il percorso escursionistico e ciclabile della Balconata di Ormea, più di quaranta chilometri che collegano tutte le frazioni e le borgate del versante orografico sinistro del Tanaro, e’ molto importante, sotto l’aspetto storico, culturale e turistico. Il punto scelto per la realizzazione del riparo - belvedere, in accordo con il CAI, e’ un luogo di grande valenza ambientale e paesaggistica."

Tetto al Biranco

Si tratta di una micro architettura nel paesaggio, un bivacco alpino realizzato in una settimana da 20 studenti delle tre scuole di architettura e design, lungo il sentiero della Balconata di Ormea a 1400 metri. Costruito con una struttura portante in legno di abete con le parti accessorie in castagno, con una dimensione di 5x2,70 metri e una superficie interna di 8 mq ha una forma che riprende l’archetipo dell’architettura vernacolare rivisitandola in chiave contemporanea.

"L’obiettivo - spiegano i curatori del progetto - è offrire agli escursionisti un riparo dalle intemperie e godere dello splendido panorama, dalle Alpi Liguri alla Corsica. Il progetto è stato sviluppato a partire dalle proposte degli studenti del tre scuole – PoliTo, Elisava e Strate – durante l’attività on line, poi discusse con i docenti e gli architetti GRRIZ che hanno sviluppato un’autonoma interpretazione progettuale sui presupposti individuati nell’attività didattica. La scelta di rendere evidente la struttura portante a telai del riparo appartiene al linguaggio adottato anche in progetti precedenti dai GRRIZ, come l’Archibüse realizzato a Garessio (leggi qui) nel 2021 per la Petites Folies School. Un progetto fondato nel 2021 dall’associazione culturale plug_in insieme a GRRIZ, che ha per obiettivo la realizzazione di micro architetture in spazi pubblici nelle aree interne italiane attraverso workshop a cui partecipano abitanti e studenti; in questo caso associato al programma Erasmus+ BIP OB-SERVING THE LANDSCAPES organizzato dal DAD del Politecnico di Torino".

Qui non c’è il mare - Un racconto fotografico di Ormea

Il workshop fotografico ha visto la partecipazione di 14 studenti delle tre scuole di architettura e design; guidati e coordinati dai docenti del BIP – Massimo Crotti, Paolo Sustersic, Anne Bugugnani, Emanuele Piccardo – e dai tutor del Politecnico di Torino – Camilla Forina, Giorgia Greco e Ilaria Tonti – che hanno anche ideato e allestito la mostra che ne presenta gli esiti nell’ex-magazzino ferroviario di Ormea.

Un’attività che rappresenta uno dei ruoli, svolto fuori dalle aule, del Dipartimento di Architettura e Design di PoliTo nel divulgare la conoscenza dei territori e nel sostenere lo sviluppo delle comunità locali attraverso azioni di accompagnamento e di supporto progettuale.

In questo caso, la rappresentazione della “scoperta” di Ormea passa attraverso la narrazione per immagini – degli occhi “estranei” degli studenti – che si è sviluppata lungo tre linee tematiche: Coexistence, Time e People, tra la Balconata di Ormea, il capoluogo e la sua comunità.

Coexistence rileva la coesistenza tra il genere umano e la natura, ovvero il paesaggio, attraverso una lettura di quegli elementi che caratterizzano questa relazione di causa/effetto. Vengono così rappresentati con la fotografia gli usi molteplici del territorio, tra paesaggi urbani e naturali.

Time indaga i luoghi e gli spazi naturali, dove apparentemente nulla si modifica. Nella realtà la percezione del paesaggio registra delle alterazioni che gli oggetti architettonici e naturali subiscono in un continuo cambio di scala tra tetti che dialogano con i profili delle montagne ed elementi naturali che raccontano del passare del tempo, della memoria radicata nei luoghi.

People fornisce uno sguardo sulla comunità di Ormea attraverso una sequenza di ritratti a diversi personaggi, dal barista al meccanico, che formano un quadro di genere di un paese in cui spicca l’assenza dei giovani.

 

 

 

"La realizzazione del bivacco del Biranco e la mostra fotografica Ob-serving the Landscapes, che resterà aperta a Ormea fino a metà settembre, - spiega Massimo Crotti, Dipartimento Architettura e Design, Politecnico di Torino (referente e responsabile del BIP e dei workshop Ob-serving the Landscapes) - rappresentano non solo il duplice esito di una settimana di workshop di oltre quasi 50 soggetti tra studenti e docenti di tre scuole internazionali di architettura e design. Una volta di più, l’università si dimostra un soggetto attivo e attento a svolgere un’attività di supporto e sostegno delle comunità locali, per favorire e accompagnare le iniziative di rigenerazione territoriale nei territori delle aree montane e svantaggiate. Oltre che ad essere, per eccellenza, l’istituzione capace di sperimentare forme di apprendimento innovative – in questo caso l’attività didattica ibrida, on-line e in presenza attiva - che possano mettere a contatto studenti e docenti con la realtà pratiche e operative del paese."

"La Petites Folies School è nata proprio per progettare spazi pubblici nelle aree interne attraverso l’autocostruzione con il coinvolgimento di studenti e abitanti. - aggiunge  Emanuele Piccardo, architetto, associazione culturale plug_in, coordinatore Petites Folies School - "Quest’anno torniamo in Alta Val Tanaro per realizzare il terzo episodio della Petites Folies School per costruire un bivacco in legno, un omaggio al rifugio nel bosco dello scrittore americano Henri David Thoureau, autore di Walden. Il nostro obiettivo è proporre un modello di apprendimento complementare a quello accademico, facendo nostro il “learning by doing” del filosofo americano John Dewey, che possa consentire agli studenti di imparare sul campo le tecniche costruttive del legno."

 "GRRIZ prosegue la sua azione progettuale e il suo interesse per strutture che si confrontano con il contesto naturale e culturale.- conclude   Luigi Greco, Mattia Paco Rizzi, architetti GRRIZ - "Così il bivacco di Ormea esplora le potenzialità architettoniche delle costruzioni in piccola scala. Progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, coinvolge attivamente giovani studenti di architettura nella sua realizzazione, promuovendo un approccio educativo partecipativo e pratico all'architettura sostenibile.

La forma pentagonale entra in risonanza con le creste montane e rievoca la simmetria dei fiori e dei cristalli, si integra quindi nel paesaggio generando uno spazio interno protetto e aperto verso il paesaggio. Il processo di autocostruzione, basato su tecniche di montaggio a secco senza attrezzature meccaniche, è intuitivo e partecipativo, e promuove l'apprendimento di metodi costruttivi sostenibili applicabili anche in contesti estremi." 

Arianna Pronestì

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

SU