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Storie di montagna | 26 maggio 2024, 07:00

Storie di Montagna/114 - Marzia, Sergio e il loro rifugio

La scelta di cambiare vita e di dare un futuro al ‘Serafin’ di Bourcet

Marzia e Sergio, nuovi gestori del Rifugio Serafin di Bourcet

Marzia e Sergio, nuovi gestori del Rifugio Serafin di Bourcet

Ci sono piccoli paradisi alpini che, quando li conosci, ti lasciano un segno. Borgate in pietra, appoggiate su crinali scoscesi, dove il tempo pare essersi fermato. Nel passato, in questi luoghi, c’erano famiglie di montanari che vivevano, con poco, tutto l’anno. Oggi ci sono persone che se ne prendono cura, che le mantengono vive e in armonia con il territorio che le ospita. Nel Vallone di Bourcet, alla destra orografica della Val Chisone, ho scoperto la Borgata Chasteiran, nel Comune di Roure. Un piccolo borgo, per la maggior parte ristrutturato, dove Marzia Jourdan e Sergio Scali gestiscono il ‘Rifugio Serafin’.

Prima di essere rifugisti entrambi avevano un altro lavoro, un’altra vita e altre storie.

Marzia per un lungo periodo è stata la ‘Ragazza dei Gofri’.

Alla fine del 2005, insieme ad una socia, decide di far conoscere questo prodotto unico, fino a quel momento cucinato solo nelle feste, per tutto l’anno e a più persone.

Il Gofri è sicuramente un ottimo street food, quindi realizzano un furgoncino ed iniziano a girare per le valli, facendo tappa nei mercati e nelle feste, vendendo questa delizia. Si tratta di cialde sottili e croccanti che si possono gustare sia dolci che salati.

L’azienda ‘Io mangio Gofri’ con il suo furgoncino gira per le valli fino al 2012 e così arriva la decisione di aprire una Gofreria a Pinerolo. Un posto che esiste ancora oggi e che per un periodo gestisce con Sergio, suo marito.

Sergio arriva da un ambiente totalmente diverso, infatti, è un informatico. Cambia piano piano la sua strada e arriva alla fine del 2022 svolgendo molti lavori, tra cui l’allevatore, rilevando l’azienda agricola del suocero.

Questo è anche l’anno di svolta. Un vita fino a quel momento dura in cui gli spazi per la famiglia e il tempo libero erano davvero pochi. Era necessario trovare una nuova vita, un nuovo inizio dove fosse più facile conciliare famiglia e lavoro.

Arriva la proposta di gestire il rifugio Serafin. I precedenti gestori, ormai anziani e affaticati, propongono a loro di diventare i nuovi gestori.

Una proposta arrivata nel momento giusto.

Sergio e Marzia fanno parte di una bellissima famiglia allargata. Insieme a loro ci sono 5 ragazzi. Il più piccolo, la mascotte, necessita di più attenzioni e così il lavoro in rifugio diventa perfetto per la gestione della famiglia, dell’azienda agricola per riuscire, nel periodo invernale ad avere del tempo libero.

Sergio, dopo 25 anni di lavoro da dipendente, lascia il suo posto da informatico.

Inizia una nuova avventura.

“Ti manca il tuo lavoro da informatico?” chiedo a Sergio mentre mi accompagna verso il rifugio. “Per nulla. Per come si era trasformato il mio lavoro non era più il mio posto. Ora sono un jolly, mi divido tra l’allevamento, la famiglia e il rifugio e mi piace molto. Mi sento sia rifugista che allevatore e mi piace poter avere dei nostri prodotti da utilizzare nella cucina del rifugio” mi risponde.

Anche Marzia aveva bisogno di un nuovo inizio. Dopo tanti anni a fare Gofri ora può variare cucinando piatti tradizionali e specialità locali.

Nel 2022 inizia così la nuova vita come rifugisti.

 

Il rifugio Serafin è un vero punto tappa di montagna: semplice, rustico e adatto ad ospitare anche grandi gruppi. Ci sono 20 posti letto e tanto posto per tavolate tra amici.

I primi frequentatori del rifugio sono stati quelli storici, che già conoscevano questo posto che esiste da tempo. Dopo la prima stagione di gestione la clientela sta iniziando ad ampliarsi, grazie a un ottimo passaparola e ad una buona pubblicità social.

Molte persone si stanno avventurando alla scoperta di questo posto, che si trova in un luogo panoramico e meraviglioso. Qui si può arrivare in auto, bisogna percorrere una strada di montagna, panoramica, me si può anche arrivare a piedi.

Da qui nasce l’idea di Marzia e Sergio di sistemare i sentieri, oramai abbandonati, che permettono delle bellissime escursioni. Vicino c’è una ferrata e delle vie di arrampicata, quindi anche per i più sportivi, il rifugio può essere un punto di ristoro e di passaggio per scoprire il territorio.

La frazione ospita un unico residente e, quando ci si guarda intorno, incastonate sulle montagne, si vedono molte altre piccole borgate per la maggior parte abbandonate.

Qui, con l’arrivo di questa famiglia, la borgata non si è spenta.

Vicino al rifugio c’è una piccola chiesa, nel periodo di apertura che va da giugno a settembre, il giovane Samuel, per mezzogiorno, si occupa con diligenza e senza mancare mai un giorno, di far suonare la campana.

C’è una leggenda che si narra sul territorio di Bourcet: si racconta di 3 briganti, che hanno fondato questo luogo, e, per sfuggire ai valligiani e ai francesi, dopo le scorribande, si erano risuolati le scarpe al contrario così quando scendevano sembrava che salissero.

Questo serve per raccontare i Boursetin: persone inventive e particolari.

Un territorio che un tempo era densamente popolato e che ora si sta spegnendo.

Il rifugio Serafin è davvero una piccola perla. Una luce in una piccola borgata curata e conservata in modo davvero unico.

Ospitalità, gentilezza e ottima cucina sono garantite.

Quando una famiglia decide di investire il suo futuro in montagna è sempre una bella notizia.

Quando questa famiglia ha una bella storia lo è ancora di più. Gestire un rifugio non è per tutti, ci vuole impegno, dedizione e tanta voglia di fare e soprattutto ci vogliono clienti che lo scelgono e lo raccontano.

Cinzia Dutto

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