Maurizio Marello, già sindaco di Alba, ex consigliere regionale Pd di opposizione dal 2019 al 2024 e per meno di un anno presidente del Consiglio comunale di Alba chiama in causa il suo ex partito.
Un post sul suo profilo social sta facendo discutere gli ambienti politici del centrosinistra cuneese.
“Ho trascorso – scrive Marello - cinque anni in Regione nel gruppo del Partito Democratico. Ho capito che l’opposizione è un mestiere. L’obiettivo non è andare al governo ma mantenere le proprie posizioni. Peraltro lautamente retribuite. Così Cirio non ha problemi e può continuare a procedere al governo senza problemi e senza limiti. Il Consiglio regionale è un teatrino, dove ciascuno recita la propria parte. Lo dico con vergogna: anch’io l’ho recitata, inconsapevolmente, ma l’ho recitata.
Il risultato finale è così riassumibile: 1) una regione allo sbando; 2) sanità pubblica in ginocchio; 3) fondi regionali sprecati in mille rivoli
Ciascuno ne tragga le proprie conclusioni”.
Un giudizio duro, sferzante, nei confronti di un partito, il Pd, da cui si è chiamato fuori nell’aprile di quest’anno dopo nemmeno dieci mesi di presidenza del Consiglio comunale di Alba, carica alla quale era stato eletto nel giugno dello scorso anno dopo la vittoria alle comunali di Alberto Gatto.
Marello, grande sostenitore di Elly Schlein nell’ultimo congresso nazionale, sente il dovere di puntualizzare meglio il suo pensiero.
“Avevo scritto un post con tanto di foto dell’on. Veltroni, dove provavo a far riflettere sul passato-presente e futuro del Partito Democratico. Negli ambienti interni del Pd non l’hanno presa bene. Forse anche con ragione, visto che simili temi necessitano di un dibattito reale e non solo virtuale. Quindi ho tolto il post. Dopodiché alcuni amici mi hanno per questo rimproverato, asserendo che il mio ragionamento era utile all’apertura di un dibattito ed alla costruzione di un centro sinistra moderno al passo con i tempi. Ho deciso allora di riscriverlo al solo fine di suscitare e contribuire ad un confronto costruttivo virtuale ed in futuro reale. Il Partito Democratico nacque nel 2007. L’on Walter Veltroni, con alle spalle un orizzonte di italica e storica bellezza, lanciava il progresso della società globalizzata. Un anno dopo arrivò la grande crisi. Sono trascorsi 18 anni e credo che il Pd abbia esaurito la propria missione originaria, la spinta propulsiva delle origini. Serve un nuovo progetto progressista che sappia parlare di giustizia sociale, giovani, globalizzazione, economia , ambiente, lavoro, fiscalità equa, giustizia efficiente, in un contesto di decrescita e crisi. Il tutto in una economia di guerra che sconvolge le normali dinamiche del lavoro. Occorre lanciare un nuovo progetto politico che stacchi con il passato e guardi al futuro. Senza paura. Anzi con spirito riformista/rivoluzionario, per dare speranza alle nuove generazioni. Le persone di buona volontà hanno il dovere di pensarci e di mettersi in gioco”.
Una “provocatoria” presa di posizione pubblica che sembra dare ragione a chi non è mai stato troppo convinto della sua definitiva uscita di scena.
Ciò premesso, sarà interessante capire se si tratta di un mero sfogo oppure se la sortita è propedeutica a qualcosa di diverso, oggi non facilmente comprensibile.





