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| 17 febbraio 2016, 08:00

Esiste il naso di Pinocchio?

È difficile capire se stiamo parlando con un bugiardo, ma se facciamo attenzione al quadro emotivo, cognitivo e del controllo, possiamo farci un idea del fatto che il nostro interlocutore ci sta dicendo qualcosa che non corrisponde al vero

Esiste il naso di Pinocchio?

Nei giorni scorsi ho ricevuto una mail, nella quale mi veniva posto un semplice quesito, associato a una situazione di vita quotidiana. "Posso capire se mio marito mi mente?”

Colgo dunque l'occasione per provare a rispondere a questo quesito, partendo dal fatto che tutti mentono.

Risulta quindi evidente come l'atto di mentire si connoti di sfumature molteplici e particolari. Come non esiste una fenomenologia della menzogna, non è possibile scoprire con esattezza la persona che sta mentendo, poiché non esiste un solo modo per mentire. Sfugge addirittura la natura dell'atto di mentire, poiché non si può affermare che chi dice la verità sia malvagio e che agisce a danno degli altri. Si mente in mille modi differenti e per un infinità di scopi: “ tanto per mentire”, per evitare litigi e discussioni, per proteggere qualcuno, per non offendere la sensibilità di chi ci sta accanto.

La maggior parte delle bugie raggiunge l'effetto desiderato, ed è ancor più notevole il fatto che la maggior parte delle persone non crede che l'interlocutore stia mentendo.

L'uomo è un animale sociale e comunica, commette inadeguatezze muovendosi nella sfera interpersonale, dicendo piccole e grande bugie: per salvarsi la faccia, per tenere sotto controllo l'intimità, per evitare conflitti. Pensiamo a politici, giocatori , venditori: questi soggetti aguzzano le loro abilità di apparire sinceri quando non lo sono. Solitamente ci si aspetta che l'interlocutore sia sincero, e quindi non si fa caso a piccoli particolari che celano invece il misfatto.

Ma è così facile mentire?

no... la persona mendace deve controllare, nel modo più esaustivo ed efficace possibile, molte variabili, per cui è necessario camuffare in modo attento e scrupoloso non solo la concatenazione degli eventi, ma anche ciò che si pensa che gli altri colgano della realtà distorta. Innanzitutto chi mente controlla la comunicazione: il tono non tradisce la minima incertezza. Il bugiardo sta molto attento alle parole e i bugiardi si tradiscono di solito solo per disattenzione, perchè sicuri della loro menzogna non fanno più troppo caso a ciò che dicono.

Chi mente e non è sicuro, esita spesso: le pause nel discorso indicano incertezza. Molta attenzione è posta anche alla mimica facciale e alle espressioni paraverbali: il viso è uno specchio dell'anima, quando si mente si deve essere molto bravi a concentrarsi per riuscire a mantenere un espressione che non faccia trasparire emozioni differenti o turbamenti d'animo, come anche i movimenti possono indicare disagio nel dire bugie.

Se non esiste il naso di Pinocchio, come ci si difende dalle bugie?

È difficile capire se stiamo parlando con un bugiardo, ma se facciamo attenzione al quadro emotivo, cognitivo e del controllo, possiamo farci un idea del fatto che il nostro interlocutore ci sta dicendo qualcosa che non corrisponde al vero. Il mendace intreccia la consapevolezza del mentire, la paura di essere scoperto e l'eccitazione di far qualcosa che non dovrebbe essere fatto, temendo la ripercussione ,ma essendo ugualmente emozionati nel farlo.

L'abilità di mentire si “sviluppa” o è innata?

Lo sviluppo delle capacità dei bambini di mentire è costante fino a quando diventano abili mentitori adulti. Tale “sviluppo” si basa sugli stimoli sociali che il bambino riceve, dall'impostazione della società che punisce e quanto punisce il misfatto, non che sull'abilità personale del bambino di capire quando e se mentire ( le così dette Bugie Bianche, dette per non ferire, per non fare male, fatte in buona fede). I bambini hanno più difficoltà rispetto ad un adulto a mascherare il vissuto emotivo e le espressioni, come a controllare movimenti. Il tipo di bugia raccontata infleunza la performance dei soggetti che mentono, anche grazie all' utilizzo di “copioni” che si sono strutturati nel tempo e utilizzati al bisogno.

Per tornare alla domanda iniziale della mail, come si può sapere se il nostro interlocutore ci sta mentendo? Non esiste una solo risposta, ma si può fare attenzione ai lapsus, ai movimenti (eccessivi o troppo pochi, rispetto al solito comportamento), al respiro rapido e alla voce più grave o acuta.

Anche in merito agli studi e alla teoria di riferimento, non esiste un unico modello comportamentale che ci può far scoprire con certezza una menzogna, siccome non c'è nulla come il naso di Pinocchio.

Ma attenzione: non si deve neanche cadere nell'errore di Otello, che credeva Desdemona colpevole perchè nervosa: in realtà lei era nervosa perchè temeva di non essere creduta.

 

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo " mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa  o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica

 

Ernestina Fiore

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