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In Breve

| 11 gennaio 2017, 07:45

Sport e psicologia: la motivazione nei ragazzi

Lo sport fa bene ad ogni età e ci si avvicina ad esso con motivazioni diverse

Immagine di repertorio

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Affinché si inizi nella propria vita a praticare una qualsiasi attività, è necessaria una motivazione. Per avvicinarsi ad uno sport individuale o di squadra ci sono una serie di ragioni, differenti da persona a persona, che porteranno con se implicazioni diverse e di particolare interesse riguardo anche agli obiettivi che si vogliono raggiungere e a cosa si è disposti a sacrificare lungo la strada che conduce al traguardo che ci si è posti.  

Perché praticare uno sport?

Come in tutte le cose, siamo regolati da comportamenti simili in determinate situazioni. Per lo sport è importante l’affiliazione, cioè la necessità per l’individuo di stabilire relazioni interpersonali con i suoi simili.

Altro ė il bisogno di sperimentare l’esperienza del potere, cioè la possibilità di esercitare influenza e controllo sugli altri. Essere con gli altri non significa però perdere la propria identità di persona, ecco perché fondamentale è anche la spinta dell’indipendenza, cioè la capacità di autodeterminarsi ed orientare la propria azione. Elemento molto importante è collegato alla gestione dello stress: praticare sport da la possibilità di svolgere attività stimolanti nella quali impegnare ed incanalare le proprie energie e sfogare eventuali tensioni. Altro motivo è il tendere all’eccellenza, ovvero impegnarsi nel processo di miglioramento delle proprie capacità tanto da riuscire a prevalere sugli altri dimostrando la propria supremazia; è quello che accade quando c’è una sana competizione, un agonismo sportivo nel quale ogni atleta vuole dimostrare il proprio valore.

Legato a quest’ultimo concetto c'è anche la volontà di raggiungere il successo acquisendolo con prestigio. Infine ė importante non sottovalutare la possibilità di sfruttare l’aggressività, comunque intrinseca in ogni individuo, per attuare una qualche forma di dominio sugli altri, ma anche canalizzarla in un modo sano e positivo. Accanto a questi, due ulteriori variabili sono assolutamente rilevanti: il divertimento e il desiderio di mantenere una buona forma fisica. Le ragazze praticano sport avendo come motivazioni principali il divertimento, la possibilità di entrare in competizione con altre, ma allo stesso tempo di far parte di una squadra e il piacere tratto dalle sfide, tutto affiancato dall' avere una buona forma fisica. I ragazzi fanno sport perché spinti dall’agonismo al primo posto, seguito dal divertimento, dalla voglia di competere e infine il far parte di una squadra. Ovviamente non esistono solo sport di squadra, anche l' attività sportiva individuale ė importante.

Se lo sport fa bene e ci si diverte, perché spesso i ragazzi lo abbandonano? Nello sport giovanile il fenomeno dell’abbandono sportivo e lo stile di vita sedentario, sempre più diffusi tra i giovani, sono fenomeni sociali da contrastare e il tema della motivazione assume una forte rilevanza perché, in particolare nel periodo adolescenziale, si gettano basi importanti in vista di una eventuale carriera agonistica futura e quando questa esperienza iniziale è gestita adeguatamente all’età, può aiutare i ragazzi a sviluppare caratteristiche positive di personalità come l’autonomia, la consapevolezza dei limiti personali e la cooperazione. Anche i fattori sociali, come le elevate pressioni ambientali, l’eccessivo carico agonistico e di allenamento, la mancanza di rinforzi appropriati da parte delle figure di riferimento favoriscono l’insorgere della perdita di interesse per l’attività svolta o portano all'abbandono della pratica sportiva.    

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo "mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica

Ernestina Fiore

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