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Attualità | 30 novembre 2021, 09:27

Donne geometra: rarità o valore aggiunto?

Gli istituti tecnici da sempre sono frequentati da un’utenza prevalentemente maschile, pur offrendo una solida formazione tecnico-scientifica, che apre la strada verso molte direzioni, sia in campo universitario che in ambito lavorativo

Donne geometra: rarità o valore aggiunto?

Gli istituti tecnici da sempre sono frequentati da un’utenza prevalentemente maschile, pur offrendo una solida formazione tecnico-scientifica, che apre la strada verso molte direzioni, sia in campo universitario che in ambito lavorativo.

Nonostante i progressi e la maggior sensibilità sulla parità di genere, i pregiudizi e gli stereotipi su ruoli considerati prettamente maschili sono ancora molto radicati nella società. Anche fra i geometri infatti, come in molte altre professioni, la componente maschile è stata, ed è ancora oggi, di gran lunga superiore a quella femminile, a partire dalla scelta del percorso di studi.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrata una lieve inversione di tendenza: la maturazione di idee più moderne e di una visione più dinamica del mondo del lavoro ha fatto sì che il numero di ragazze che vanno oltre le tradizioni iscrivendosi a istituti tecnici sia aumentato, assestandosi intorno al 25%.

D'altronde appaiono evidenti le competenze e le capacità delle donne in tutti i campi: dalla scienza all’economia, dalla letteratura alla ricerca, dalla medicina all’ambito tecnico, le donne dimostrano costantemente che esiste un punto di vista originale con il quale guardare la realtà, cercare soluzioni e praticare vie alternative.

E’ dunque necessario valorizzare la figura della donna cambiando l’immaginario di genere, abbattendo vecchi pregiudizi e stereotipi, purtroppo ancora diffusi, e promuovendo forme di comunicazione volte ad avvicinare maggiormente le ragazze allo studio delle materie tecnico-scientifiche.


Il percorso della donna geometra è ancora oggi più difficoltoso di quello dei colleghi maschi? Cosa si può fare per superare i pregiudizi culturali e sociali nei confronti di un ruolo tradizionalmente considerato maschile? Abbiamo posto queste domande a tre giovani donne che, dopo aver frequentato con profitto l’Istituto per Geometri Bianchi-Virginio di Cuneo, hanno intrapreso strade diverse in ambito tecnico.

CAMIGLIA, 25 ANNI, DIPLOMATA NEL 2015
Alle superiori eravamo solo quattro ragazze, ma in classe siamo sempre riuscite a fare valere la nostra parola e questo ci ha preparate al mondo del lavoro. Dopo il diploma ho iniziato il praticantato presso lo studio tecnico di un professionista e nel 2017 ho conseguito l'abilitazione all’esercizio della professione continuando a lavorare come geometra. È stato facile trovare lavoro perché il diploma CAT (costruzioni ambiente e territorio) mi ha dato un'ottima formazione e spunti sui vari sbocchi che avrei potuto intraprendere. Dopo qualche anno ho deciso di cambiare percorso ed attualmente lavoro in una azienda informatica, nel reparto cartografia.
Secondo me essere donna nella professione è un vantaggio, in quanto siamo più attente alle esigenze dei clienti e le persone tendono a fidarsi e parlare con noi più liberamente. Le donne in genere assicurano maggior precisione e puntualità nelle consulenze.
Sicuramente, in professioni considerate prettamente maschili, noi donne possiamo trovare maggiori difficoltà a causa degli stereotipi, ma ritengo stia a noi demolirli, dimostrando che non siamo da meno rispetto ai colleghi maschi.

 


GIULIA, 23 ANNI, DIPLOMATA NEL 2017
Nella mia classe eravamo sette femmine a fronte di una quindicina di maschi. Gli anni delle superiori sono stati molto piacevoli, anche se inizialmente non è stato semplice entrare in una realtà come quella dell’Istituto Tecnico per Geometri in quanto abituata a frequentare classi prevalentemente femminili. Dopo il diploma e i 18 mesi di praticantato in uno studio tecnico ho conseguito l’abilitazione professionale e iscrivendomi successivamente al Collegio dei Geometri di Cuneo ho iniziato a collaborare con un amministratore di condominio conseguendo l’abilitazione al ruolo di amministratore condominiale: una realtà in cui sono riuscita ad inserirmi con facilità. Nel mio settore specifico c’è equilibrio numerico tra uomini e donne, ma a mio parere le donne hanno più difficoltà nel farsi ascoltare dovendo dimostrare maggiore determinazione per ottenere ruoli di responsabilità. I punti forti delle donne credo siano la propensione all’ascolto e una più immediata empatia, maggior sensibilità nell’affrontare le sfide quotidiane e capacità di risolvere problemi complessi.

 

GIORGIA, 20 ANNI, DIPLOMATA NEL 2020  
Ricordo sempre con piacere gli anni delle superiori trascorsi all’Istituto per Geometri. Classi poco numerose, studenti socievoli ed intraprendenti, l’istituto posizionato nel centro storico di Cuneo, che vanta professori competenti ed appassionati alle loro materie. Nella mia classe eravamo soltanto quattro alunne: il fatto che le classi fossero prevalentemente maschili non mi è mai pesato, perché il contesto scolastico era accogliente, dando valore ad ogni singolo studente, senza distinzioni. Oggi frequento il secondo anno di Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio, dove la componente femminile si aggira intorno al 30 %. La presenza maschile continua ad essere predominante, soprattutto nei campi legati all’edilizia e all’ingegneria, settori lavorativi gestiti per la maggior parte da uomini. Questo non deve essere un ostacolo per noi donne perché ciò che conta realmente, sia nell’ambito dello studio che in quello lavorativo, sono le competenze e la qualità del nostro operato.
Per quanto riguarda la professione, pur non avendo ancora un’esperienza diretta, credo che le differenze siano più marcate. Al giorno d’oggi tali disparità non possono più essere accettate: l’unica arma che abbiamo è quella di diventare donne preparate e competenti, capaci di dare il massimo per raggiungere i propri obiettivi, al pari degli uomini. Noi donne abbiamo molto da offrire in ambito lavorativo, valiamo molto e con costanza, dedizione e duro lavoro possiamo raggiungere ciò a cui aspiriamo.
E’ proprio la scuola il contesto in cui si può creare una visione del mondo più ampia di quella che abbiamo ereditato, attraverso un’educazione che non si fossilizzi sugli stereotipi preesistenti, ma sia indirizzata verso un futuro di uguaglianza e di pari opportunità, per una crescita intellettuale che apra le menti liberandole dai preconcetti, valorizzando il talento e mettendo al centro di tutto la persona con ogni sua sfumatura, donna o uomo che sia.

comunicato stampa

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