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Politica | 14 agosto 2022, 09:03

VERSO LE ELEZIONI Difficile da comporre il puzzle dei collegi uninominali, specie nel centrodestra

Per quanto concerne il Cuneese, la partita più serrata si sta giocando tra Fratelli d’Italia e Lega. Protagonisti: Giorgio Bergesio e Flavio Gastaldi (Lega) da una parte e Monica Ciaburro e Paolo Bongioanni (FdI) dall’altra. Marco Perosino (Forza Italia) confida in Cirio

VERSO LE ELEZIONI Difficile da comporre il puzzle dei collegi uninominali, specie nel centrodestra

S’inizierà non prima di mercoledì 17 agosto ad avere un abbozzo di quadro sulle candidature nei collegi uninominali di Camera e Senato.

Poi, una volta definiti questi, si procederà alle candidature dei partiti per quanto concerne i collegi plurinominali (quota proporzionale).

Le liste, lo ricordiamo, sono composte da cinque candidati in ordine alternato di genere e rigorosamente bloccate.

Entro le 16 di oggi (domenica 14 agosto) scadono i termini per la presentazione dei simboli di partito e la formalizzazione delle alleanze. Le liste e i nominativi dei candidati andranno poi depositate presso le rispettive Corti d'Appello tra domenica 21 e lunedì 22 agosto.

Il Cuneese è interessato da tre collegi uninominali: due alla Camera e uno al Senato, territorialmente molto più estesi rispetto al 2018, conseguenza della riduzione del numero dei parlamentari.

I due della Camera spaccano letteralmente la provincia in due: da una parte un territorio che è sostanzialmente sovrapponibile all’area dell’Asl Cn1 (da Cuneo a Ceva, passando per Saluzzo, Savigliano, Fossano e Mondovì); dall’altra una vasta area che ricomprende Alba, Bra e i paesi dei rispettivi hinterland, accorpati all’intera provincia di Asti.

Il collegio senatoriale uninominale interessa i 247 Comuni della Granda cui sono state aggiunte Pinerolo e Carmagnola e i Comuni che gravitano su queste due città della provincia di Torino.

Per Pd e centrosinistra l’attribuzione di due dei tre collegi  uninominali sembra essere cosa fatta, pur se ancora priva dei crismi dell’ufficialità. Per la Camera nel Cuneo–Mondovì-Saluzzo correrà Luca Pione, segretario del circolo Pd di Mondovì.
L’altro collegio camerale sarà verosimilmente appannaggio di un non cuneese, mentre in corsa per il Senato ci sarà il sindaco di Saluzzo e segretario provinciale del Pd, Mauro Calderoni.

Più complessa l’assegnazione dei posti nel centrodestra, dove fino a questo momento non vi sono certezze ma soltanto ipotesi, essendo gli stessi possibili protagonisti ancora del tutto ignari (o quasi) del loro destino.

Il collegio camerale uninominale di Cuneo, dove nel 2018 era stato candidato ed eletto il giovane leghista Flavio Gastaldi, ora anche sindaco di Genola, viene rivendicato da Fratelli d’Italia. Se così fosse in predicato ci sono la deputata uscente Monica Ciaburro e il capogruppo regionale Paolo Bongioanni.
Entrambi ci sperano ma nessuno dei due dispone di elementi di certezza.

Per quello di Alba-Bra-Asti resta in pista, pur tra molte incognite, il nome del senatore uscente di Forza Italia Marco Perosino, sponsorizzato dal presidente della Regione Alberto Cirio, suo mentore.

Ancor più aggrovigliata la situazione del collegio senatoriale, dove scalpita il senatore Lucio Malan, ex Lega, ex Forza Italia ora approdato a Fratelli d’Italia.
Se Malan dovesse spuntarla, appare improbabile che il collegio camerale di Cuneo possa andare a FdI. A quel punto toccherebbe, con ogni probabilità, alla Lega. E qui sorge il rovello: di nuovo Gastaldi o un passaggio di Giorgio Bergesio dal Senato alla Camera?

Se, viceversa, il collegio senatoriale restasse appannaggio della Lega è quasi scontato il posto per l’uscente Bergesio.

Certo – dicono autorevoli fonti leghiste che vogliono restare anonime – è difficile che entrambi i parlamentari cuneesi possano trovare spazi sicuri. Le loro aspirazioni devono fare i conti con la ressa di aspiranti che premono dalle altre province piemontesi.

Bergesio gode della protezione di Roberto Calderoli, che, in quanto massimo esperto di tecnicismi parlamentari, sta completando le caselle a stretto gomito con il segretario Matteo Salvini.
È stato infatti Calderoli ad aver messo a punto l'algoritmo che ha determinato la spartizione dei collegi uninominali con gli altri partiti del centrodestra. É quindi facilmente intuibile che abbia autorevole voce in capitolo.

Gastaldi, dal canto suo, può contare sull’appoggio del segretario regionale e capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, che – così si mormora – in caso di vittoria del centrodestra abbia già ipotecato la terza carica dello Stato, la presidenza di Montecitorio, posto occupato nella legislatura che sta chiudendosi dal 5 Stelle Roberto Fico.
   
Sin qui la situazione nei due maggiori schieramenti.

Il terzo polo Calenda-Renzi, in terra cuneese, si affiderà soprattutto ad Azione, partito che da qualche tempo è andato strutturandosi nel Cuneese, a diversità di Italia Viva, che sul territorio è invece rimasta sostanzialmente al palo.

A trainare i “terzopolisti “ sarà Enrico Costa, vicesegretario nazionale di Azione, il quale – presumibilmente – si candiderà nel “suo” collegio camerale di Mondovì. Tuttavia, essendo minime le possibilità di spuntarla, si affiderà alla quota proporzionale. La normativa gli consente fino a cinque collegi plurinominali.

Italia Viva potrebbe mandare in campo, sul collegio camerale Alba-Asti, Marta Giovannini, sindaco di Verduno, avvocato, ex consigliere comunale di Alba che ha fatto parte della direzione nazionale del Pd e dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia (organo della Presidenza del Consiglio dei ministri), indicata come “molto vicina” a Maria Elena Boschi.
Per la Giovannini si tratterebbe della seconda candidatura al Parlamento dopo quella del 2018, al Senato, nelle fila del Partito Democratico.

Soltanto una volta messe a posto le tessere del puzzle dei collegi uninominali si procederà alla compilazione delle liste.

Va da sé che con questo sistema solo le posizioni alte possono garantire l’elezione ed esclusivamente nei partiti maggiori.

Per le altre posizioni – così come per i candidati nelle forze politiche che devono superare la soglia di sbarramento del 3% - la battaglia sarà durissima e in molti casi di mera testimonianza.  

Giampaolo Testa

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