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Politica | 26 aprile 2023, 13:48

Quaglia bocciato in Crt, l’attacco di Ezio Falco: "L’ora della fine per la 'trimurti' che da trent’anni governa la Granda"

L’ex presidente della Fondazione Crc: "Con Dardanello e Bertolotto un potere personale che ha condizionato la vita del nostro territorio, resistendo ai cambiamenti". La replica: "Cattiverie, contano i fatti, non le parole di Falco"

Ezio Falco. presidente della Fondazione Crc dal 2006 al 2016

Ezio Falco. presidente della Fondazione Crc dal 2006 al 2016

La mancata conferma di Giovanni Quaglia al timone della Fondazione Crt come l’atto conclusivo di un’era, segno di un cambio di rotta negli assetti politici che hanno governato la Granda nell’ultimo trentennio?
E’ la lettura – o meglio l’auspicio – che arriva dall’ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Ezio Falco, che all’indomani della designazione del novese Fabrizio Palenzona, già vicepresidente Unicredit, sullo scranno più alto della cassaforte legata alla fu Cassa di Risparmio di Torino (ma anche alla vigilia del risiko che nei prossimi mesi porterà a ridisegnare i vertici degli enti bancari della nostra provincia, a partire dalla stessa Crc), non lesina giudizi anche gravi nell’interpretare, a mezzo lettera aperta, la recente bocciatura torinese del professore di Genola come "la fine del califfato che ha governato per trent’anni la provincia di Cuneo".

[Giovanni Quaglia, già presidente della Provincia, presidente uscente Crt]

Falco, che della fondazione cuneese fu presidente dal 2006 al 2016 – prima di passare la mano a Giandomenico Genta –, e che sempre nel 2016 uscì definitivamente scagionato dalla vicenda giudiziaria che in quella veste lo aveva visto suo malgrado protagonista, non ha imbarazzo a farli, quei nomi, puntando il dito contro Piero Bertolotto, Ferruccio Dardanello e Giovanni Quaglia, da lui riconosciuti come le tre anime di "una trimurti" che "ha condizionato la vita politica, economica e finanziaria del nostro territorio, resistendo ai cambiamenti che nel frattempo avvenivano".

[Ferruccio Dardanello, già presidente della Camera di Commercio e di Unioncamere]

Una lunga stagione vicina ora al sipario: "Per i tre – prevede infatti Falco – è ora arrivato il giorno della fine del potere personale: è stato nel 2010 per Bertolotto", definito "padre padrone della banca del territorio, accantonato da un coraggioso Cda della Fondazione Crc, dopo aver esagerato nella volontà egemonica".

Poi è toccato a Dardanello, "a cui la regola dei mandati (dopo averne fatti di innumerevoli alla Camera di Commercio) e quella del limite dell’età (nella Crc), hanno impedito il proseguimento di una carriera infinita". E oggi, registra, "è l’ora di Quaglia, battuto dal suo mentore, a cui doveva la presidenza di Crt e non solo".

L’ex presidente Crc non risparmia quindi pesanti critiche ai tre, a suo giudizio accomunati dall’aver interpretato “il potere per il potere”, "come esercizio fine a sé stesso, in funzione del suo mantenimento e della promozione di uno sparuto gruppo di accoliti", cui distribuire "posti, prebende, contributi a pioggia".

[Piero Bertolotto, fu al vertice della Banca Regionale Europea e consigliere Ubi]

Non proprio felicitazioni, quindi. "Mi auguro – è infatti il suo auspicio – che questa epoca di successo (per loro), stia finendo, pur con qualche peana di troppo. Non è ancora finita, perché l’attuale classe dirigente cuneese, a tutti i livelli, politici ed economici, è ancora strettamente connessa alle dinamiche e alla cultura proprie dei tre di cui sopra. Ma arriverà una nuova generazione che ignorerà queste storie e che potrà finalmente avviarne una nuova. Almeno lo spero, anche se le vicende politiche di questi ultimi trent’anni segnalano che spesso non è stato così".

Giudizi pesanti, come secche sono le repliche di due degli interessati, interpellati dal nostro giornale (Ferruccio Dardanello preferisce non commentare). "Alle cattiverie e alle falsità non è opportuno replicare – risponde laconico Giovanni Quaglia –. Abbiamo lavorato tanto, sarà la storia a dare giudizi, non certo Ezio Falco". Sulla stessa linea l’ex presidente della Banca Regionale Europea e consigliere di amministrazione Ubi Piero Bertolotto: "Sono i fatti che contano e che giudicano le persone, non le parole".

Ezio Massucco

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