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Attualità | 07 novembre 2024, 07:16

Scuola, Cuneo e il caos delle graduatorie per l'immissione di ruolo: "Docenti e studenti 'uniti nel precariato'"

Approvato in Consiglio comunale l'ordine del giorno di Beni Comuni e Cuneo Mia. Garelli e Manassero: "Un caos di lungo corso, che non sorprende più. Chi entra di ruolo un miracolato"

Scuola, Cuneo e il caos delle graduatorie per l'immissione di ruolo: "Docenti e studenti 'uniti nel precariato'"

Il Comune di Cuneo si schiera ufficialmente a fianco dei (tanti, troppi) docenti precari della provincia e d’Italia, chiedendo una rimodulazione del sistema di assegnazione delle cattedre vacanti, la revisione delle graduatorie per trovare una piena assunzione a chi è già stato nominato come idoneo all’insediamento, e la scomparsi di concorsi fatti con modalità dubbie che vanno a creare ancor più caos di quanto già non ce ne sia.

È stato approvato con 26 voti favorevoli sui 30 possibili l’ordine del giorno - presentato in Consiglio comunale la scorsa settimana -, sul tema. A presentarlo i gruppi dei Beni Comuni e di Cuneo Mia.

Fierro: “Si coltiva una perenne ‘guerra tra poveri’”
A far nascere l’ordine del giorno e le nostre richieste le modalità di assunzione legata al concorso organizzato con i fondi del PNRR – ha sottolineato Nello Fierro (Beni Comuni) nella presentazione del documento -, che ha scavalcato le altre graduatorie già attive compresa quella dell’ultimo concorso datato solo a quattro anni fa”.

Per gli scriventi si porta così avanti “la perenna ‘guerra tra poveri’ già attiva da anni” e si ingenera un vero e proprio “abuso dei contratti precari: si stima che già il 25% del corpo docente in Italia sia a tempo determinato, con tutto quel che ne consegue sotto ogni punto di vista”. “Un sistema insostenibile prima di tutto per i lavoratori, che su queste condizioni (specie se giovani) riscontrano grandi difficoltà ad affermarsi e acquisire un’autonomia personale, ma anche per gli studenti, ai quali non si garantisce alcuna continuità didattica – ha concluso Fierro -. Spesso e volentieri i governi che si sono susseguiti hanno usato la formula del ‘ce lo chiede l’Europa’ per nascondere mancanze di varia natura; su quest’argomento l’Europa non ‘ci chiede’ proprio nulla ma ci lascia invece completa libertà: serve dare al governo un segnale forte e chiaro”.

Garelli e Manassero: “Un caos che, ormai, non sorprende più”
Due le docenti presenti in Consiglio che hanno preso parola sull’argomento, entrambe dai banchi della maggioranza. Ed entrambe per sostenere la richiesta dei due gruppi di minoranza. "Mi sento, personalmente, fortunata viste le storie che si sentono e si sperimentano – ha detto Serena Garelli (Centro per Cuneo) -. Quel che non funziona è il sistema di reclutamento: i concorsi straordinari come quello del PNRR non conferiscono abilitazione ma assegnano cattedre libere con la graduatoria che serve fino allo scorrimento. Si è trattato, nel caso specifico, di una prova scritta ‘computer based’ seguita poi da un orale ‘a sorpresa’ che costringeva a spostarsi in altre zone d’Italia; a fronte poi di una vittoria eventuale che non garantisce un posto di lavoro se non a fronte di rinunce e scorrimenti non preventivabili”.

Diventare docente di ruolo a tempo indeterminato è complesso e faticoso ed è una cosa che arriva dopo lunghi anni di servizio – ha concluso Garelli -. L’offerta formativa viene inevitabilmente a mancare quando il precario viene creato ‘per forza’: se hai la fortuna di avere una supplenza lunga hai un trattamento economico pari a quello dei colleghi di ruolo, altrimenti una pesante decurtazione”.

Sara Manassero (PD) ha assicurato che si tratta di una situazione che si protrae ormai da decenni e mai davvero risolta, in un caos progressivo di insicurezza e promesse mai mantenute: “Esistono situazioni di precariato a vita. Dopo anni di supplenze io stessa sono entrata di ruolo ma non credete, la trafila è quella da tutti rappresentata”.

Negli anni al massimo sono cambiati i modi in cui si può entrare in graduatoria, ma più che altro a livello di forma – ha continuato -; si è ampliato il numero delle graduatorie ma nessuna viene mai davvero esaurita. Sono state modificate anche le procedure di reclutamento, con l’introduzione di un algoritmo che compara le graduatorie seguendo soprattutto le esperienze d’insegnamento temporaneo e le supplenze ma si tratta di una situazione delirante sia per gli studenti che per gli alunni, anche loro dal punto di vista dell’offerta formativa ‘precari’. Non sono pochi gli insegnanti che vedono ritardi di uno o due mesi nell’assegnazione dello stipendio, in mezzo come vivono? Come si spostano? Dove abitano?

FdI rifiuta l’attacco al governo Meloni
Tra i banchi della minoranza ha preso parola il consigliere Beppe Lauria, che ha sfruttato l’occasione per sottolineare l’aspetto nazionale della questione: “Il nostro è un paese strano in cui la differenza tra norma e deroga è sempre più labile”. “Siamo passati, sulla formazione scolastica, da essere un paese all’avanguardia all’essere uno ‘da terzo mondo’ - ha proseguito Lauria, anche lui critico rispetto al concorso PNRR -: mi sembra che la scuola di oggi sia un’altra cosa rispetto a quella del passato e il titolo di studio che per decenni è stato agognato da una gran quantità della popolazione, anche economicamente in difficoltà, oggi non vale più quanto valeva un tempo. Facciamo un po’ di autocritica e chiediamo quanto ciascuno di noi abbia fatto per cercare di risolvere la situazione”.

Il gruppo di Fratelli d’Italia si è schierato contro l’ordine del giorno, pur riconoscendo l’importanza del tema portato alla luce: “Respingiamo l’attacco al governo Meloni, che è ben conscio dei problemi del settore – ha detto Noemi Mallone -. Si sta cercando di studiare e lavorare su alcune riforme che possano andare a ovviare al problema, che è ormai di lungo corso”. “Si prevedono per esempio graduatorie riservate per l’immissione in ruolo di chi ha già maturato esperienza, un’attenzione speciale alla meritocrazia e alla voglia di formarsi, nell’obiettivo di ridurre il precariato strutturale migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio scolatico”.

Simone Giraudi

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