"Per quello che è successo a Mestre si assumerà le sue responsabilità in udienza. Si pente tantissimo per quello che ha fatto e non ci dorme la notte. Ci pensa continuamente. Vorrebbe chiedere scusa alla ragazzina e alla sua famiglia”. Questo, quanto emerso dal primo colloquio avvenuto sabato scorso tra Massimiliano Mulas, il 45enne arrestato nell’aprile scorso con l’accusa di aver violentato un’undicenne, e il suo legale, l’avvocato Ignazio Ballai del foro di Cagliari. Mulas si dice pentito, spiega il difensore, oltre a dirsi intenzionato ad intraprendere un percorso rieducativo all’interno del carcere di Gorizia in cui, attualmente, è in custodia cautelare.
Ma se per i fatti di Mestre dice di volersi assumere le proprie responsabilità, per ciò che sarebbe avvenuto a Savigliano nel novembre scorso l’indagato nega ogni addebito. Per quest’ultima ipotetica violenza sessuale, sempre ai danni di una giovanissima, sta indagando la Procura di Cuneo, rappresentata dal pubblico ministero Carla Longo. Al nome di Mulas si sarebbe arrivati solo dopo il suo arresto per i fatti di Mestre, prima di allora, il presunto responsabile avrebbe avuto solo un volto ma non un’identità.
Sentito il 28 aprile dal gip cuneese Edmondo Pio in interrogatorio di garanzia, Mulas, in videoconferenza, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Un altro episodio a carico del 45enne, invece, riguarderebbe una giovanissima tra i dieci e gli undici anni di Cervere. Qui, l’accusa, è di adescamento di minore, un reato che integra la fattispecie di violenza sessuale. Il delitto è di competenza distrettuale, pertanto sarà il tribunale di Torino ad occuparsi delle indagini e, se un processo ci sarà, si celebrerà ad Asti.
L’avvocato Ignazio Ballai, per i fatti di Mestre, una volta concluse le indagini preliminari, ha annunciato di essere intenzionato a chiedere il giudizio abbreviato eventualmente condizionato a perizia psichiatrica. Il difensore spiega che Mulas soffrirebbe di disturbi borderline diagnosticatigli nel 2015 e trascurati nel tempo. “Dovrò recarmi all’ospedale di Perugia dove ci sono i certificati che attesterebbero le sue patologie. Non c’è stata nessuna premeditazione nell’episodio in questione - assicura e sottolinea il legale- . Si è trattato di un episodio isolato. Valuteremo se quello che è successo è dovuto a quei disturbi psichiatrici di cui dice di soffrire”.