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Saviglianese | 17 giugno 2025, 19:00

Sottopasso di Racconigi, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato le precisazioni del Comitato di cittadini

Ieri la nota del Comune a cui il presidente Luigi Reynaudo oggi replica

Sottopasso di Racconigi, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato le precisazioni del Comitato di cittadini

Luigi Reynaudo, presidente Comitato di cittadini “per un sottopasso sostenibile” torna sull'esito del Consiglio di Stato sul sottopasso di Racconigi con alcune precisazioni a seguito del comunicato stampa diffuso dall'Amministrazione comunale. 

"Il tema della chiusura dei quattro passaggi a livello presenti in città e della sostituzione con un solo sottopasso veicolare sulla via Caramagna continua ad essere di interesse.

Dopo il recente pronunciamento del Consiglio di Stato e le affermazioni del Comune di Racconigi contenute nel comunicato stampa reso pubblico dalla testata da Lei diretta, vanno fatte delle doverose precisazioni per colmare i fraintendimenti e le lacune riportate e dovute, immaginiamo, ad una lettura, non pienamente consapevole, delle tematiche connesse alla giustizia amministrativa.

Va chiarito che le pronunce fino ad oggi intervenute riguardano fasi preliminari e NON il merito.

Va ricordato e specificato che il ricorso proposto dai cittadini e dal Comitato per un sottopasso sostenibile NON È, come non è mai stato, contro l’opera, ma volto ad accertare se la scelta del sindaco di firmare la convenzione di accordo con la Provincia di Cuneo e RFI, senza il passaggio in Consiglio comunale, sia legittima e non pregiudichi l’iter di tutta la procedura. 

Il Sindaco continua a dire che siamo contro l’opera, che lo faccia per ragioni politiche, personali o propagandistiche non è dato sapere, resta però chiara ed incontrovertibile la verità del nostro agire e delle proposte che il Comitato ha sempre avanzato: la richiesta di rivedere l’opera del sottopasso in termini di sostenibilità perché il progetto presentato da RFI e MAI RIVISTO dal Sindaco risulta assolutamente sovradimensionato rispetto al contesto urbano in cui si inserisce, con rischi concreti di danni alla salute delle persone, alla stabilità degli edifici antistanti e agli esercizi commerciali presenti.

Venendo a quanto abbiamo letto sulla decantata improcedibilità dell’istanza di accesso agli atti resa alla fine di maggio dal Tar Piemonte, va chiarito che è stata dichiarata improcedibile, non perché non fosse fondata, ma perché alcuni giorni prima la difesa del Comune di Racconigi ha depositato gli atti richiesti e pertanto l’udienza fissata per la loro produzione ha cessato di avere interesse. 

Nulla è stato respinto, semplicemente il Comune ha finalmente prodotto quanto avevamo richiesto e qui dobbiamo chiederci: è il caso di dover andare davanti ad un giudice per avere la copia di atti?

Quanto all’ordinanza del Consiglio di Stato va letta, invece, nella sua interezza e non solo nella parte di interesse all’amministrazione comunale racconigese.

Non deve infatti trarre in inganno dove il Giudice, pur respingendo la richiesta di cautelare proposta dai cittadini e dal Comitato lascia aperti dei profili preliminari, che sono stati portati all’attenzione, come la condizione di incompatibilità di alcuni componenti del Tar Piemonte che da astenuti erano presenti nell’aula o la possibilità di ratifica del vizio di costituzione del Comune di Racconigi (che implicitamente riconosce un vizio), ma soprattutto, la pronuncia del Consiglio di Stato, nella parte in cui, con una precisa argomentazione, apre una voragine quanto agli aspetti RISARCITORI connessi all’opera del sottopasso ferroviario. 

Le problematiche (danni a cose e persone) che prima potevano essere pensate come ipotesi, dopo la lettura delle relazioni tecniche presentate dai cittadini e dal Comitato, sono state ACCERTATE dal Giudice. Il Collegio al riguardo, scrive che: “quanto al periculum prospettato, che effettivamente dalle relazioni in atti (soprattutto dalla seconda dell’Ing. Scavino del 16 aprile 2025), emergono una serie di criticità (soprattutto con riferimento alle problematiche connesse all’acqua della falda e del Rio Melleotta) ed alla gestione del cantiere (in prossimità di una scuola), ma che resta fermo che, a prescindere dai pregiudizi necessariamente collegati all’esecuzione dell’opera e suscettibili di indennizzo, la P.A. ha il potere di stabilire in modo discrezionale i criteri ed i mezzi secondo i quali un'opera pubblica deve essere eseguita, ma ha il dovere di osservare non solo le norme legislative e regolamentari, ma anche quelle tecniche, quelle elementari della prudenza e della diligenza, nonché la norma primaria e fondamentale del neminem laedere, limite esterno posto a detta discrezionalità, il quale impone anche alla pubblica amministrazione di evitare che dalla costruzione dell'opera pubblica derivino danni alla vita, alla incolumità o all'integrità dei patrimonio dei cittadini, per cui, se in conseguenza dell'inosservanza di dette norme derivino danni a terzi, la P.A. è tenuta a rispondere di quelli che siano conseguenza immediata e diretta dell'esecuzione stessa, in base ai comuni principi sulla responsabilità per colpa (tra le tante, Cass., Sez. U., 7 settembre 2016, n. 17673)".

È ormai chiaro - prosegue la nota - a tutti che si tratta di un’opera pubblica totalmente decontestualizzata e disancorata dall’ambito territoriale entro il quale s’inserisce perché parametrata su una strada solo formalmente provinciale, ma che diventerà presto comunale, con accollo dei relativi costi.

È ormai chiaro a tutti che un’opera che prevede un cantiere della durata di oltre tre anni, interminabili lavori di consolidamento geotecnico del terreno fino a 18 metri di profondità, con fabbricati novecenteschi a soli 3 metri di distanza e poi uno scavo su una superficie di oltre 2000 mq, comporterà uno stato di sicuro danno e pregiudizio agli immobili e alla salute dei cittadini. 

È ormai chiaro che nel corso di tutti questi anni il Comune di Racconigi non ha mai presentato richieste di ridimensionamento al progetto iniziale proposto da RFI pur sapendo che la strada sarebbe stata declassata da provinciale ad urbana di quartiere.

Per questo si apriranno scenari INDENNIZZATIVI per i danni che i lavori porteranno alle abitazioni e alle persone, in termini di peggioramento della qualità della vita.

I risarcimenti ricadranno sugli amministratori locali e ciò andrà nella direzione opposta agli interessi del Comune.

Ribadiamo, è lo stesso Consiglio di Stato a decretare sin d’ora che, se dall’opera, così come pensata, sorgeranno profili di danno alla incolumità dei cittadini e al loro patrimonio, questi dovranno essere risarciti dalla pubblica amministrazione. 

In conclusione, contrariamente da quanto lasciato intendere nel comunicato stampa in argomento, è stata confermata la tesi FONDAMENTALE dei ricorrenti e del Comitato.

Il Comune di Racconigi non ha certo operato bene se, ancora prima di iniziare il sottopasso ferroviario di via Caramagna, dalla lettura delle relazioni tecniche portate all’attenzione del Giudice, il Consiglio di Stato, addirittura in un’ordinanza preliminare al merito, ha già stabilito che i danni alla collettività conseguenti all’opera dovranno essere risarciti da chi non ha correttamente agito nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore pubblico.

Anche su questo tema il Comitato continuerà ad operare e muoversi per la tutela degli interessi dei racconigesi".

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