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| 31 ottobre 2012, 07:44

Cuneo città seria ed austera? Non contiamo storielle...

Cuneo città seria ed austera? Non contiamo storielle...

I Cuneesi sono sempre stati un po' quello che nelle barzellette rappresentano i carabinieri. Insomma un po' sempliciotti, gente di campagna, decisamente indietro rispetto ai Torinesi - e questo, ovviamente, nel pensiero dei Torinesi stessi. A loro le auto targate “CN” fanno paura: “Fai attenzione a quello lì davanti che viene da Cuneo”. Viaggiano lenti. Mettono le frecce sui tornanti. Guidano con il cappello in testa. Tengono i fari accesi anche di giorno. Noi di Torino siamo cresciuti con la fobia degli autisti provenienti dalla provincia Granda. Però poi la faccenda dei fari accesi è diventata perfino un vanto per i cuneesi da quando l'uso perpetuo delle luci è diventato obbligatorio per legge su tutto il territorio nazionale. È stata una loro rivalsa nei confronti di decenni di dileggi da parte degli altri automobilisti. Sono stati primi, i precursori e tutti gli altri si sono dovuti adeguare.

Questa cosa dei cuneesi un po' “indietro” è cosa antica. Già fra fine ottocento ed inizio novecento la provincia di Cuneo, decisamente più rurale rispetto all'ex capitale d'Italia, veniva presa di mira. Si raccontavano tutta una serie di storielle, molte delle quali raccolte da Piero Camilla. che è stato per 34 anni direttore della biblioteca, del museo e dell’archivio storico del comune di Cuneo.

Nel suo libro “Cuneo: storielle e storia”, lo studioso riporta alcuni aneddoti, dei quali i più famosi si riferiscono alla storica visita del Re Vittorio Emanuele II in città.

Il Comune segregò nelle cantine di via Roma i gozzuti indigeni (allora numerosi per la carenza di iodio), sostituendoli con folle festanti di forestieri di bella presenza, arruolati appositamente per fare bella figura. Tuttavia, i cuneesi autentici, strillarono dal sottosuolo la loro protesta -"Toiu, toiu nui soma si suta !!" - rovinando così il progetto di eugenetica fatta in casa.

Il povero Toiu non godette sicuramente di un soggiorno molto riposante, se è vero che fosse stato svegliato ogni ora per il cambio delle lenzuola del suo letto, con la scusa che il “Re non può dormire nelle lenzuola sporche”.

Ed una vera genialata sarebbe stata quella di sparare i fuochi d’artificio per i festeggiamenti in pieno giorno con la scusa che così, sotto la luce del sole, si sarebbero visti meglio.

Molte di queste storielle, vengono da alcuni anni declamate dal grande attore e doppiatore Mario Brusa, che con la sua bravura di fine dicitore e la padronanza assoluta del nostro dialetto, diverte il pubblico con risate irrefrenabili durante lo spettacolo al Teatro Toselli che precede sempre l’adunata domenicale degli Uomini di Mondo.

Negli ultimi anni sembrerebbe che i cuneesi siano riusciti ad allontanare da sé la patina di semplicità che li contraddistingueva. Sarà anche che non si sentono più così isolati dal resto del mondo da quando l'autostrada, sebbene seguendo traiettorie un po' tortuose e non tanto logiche, forse, ha finalmente raggiunto anche Cuneo.

Ed un grazie lo si deve anche dire a Rocco Tanica (tastierista del gruppo Elio e le Storie Tese) che nel gennaio di quest'anno ha fatto sì che i cuneesi potessero andare fieri e anzi fregiarsi di abitare a Cuneo, grazie alle liriche dell'omonima canzone cantata da Paola Cortellesi e Claudio Bisio sulla musica di "Empire State of Mind" di Alicia Keys.

In ultimo, si ricorda che la città è stata addirittura una delle prime in Italia ad essere mappate da Google Street View, nel 2008. Prima di Torino: che sia finalmente il segno tangibile della grande rivalsa ?

 

Monica Bruna

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