/ 

In Breve

| 28 novembre 2013, 12:00

Tra brughiera e tragedia: vita e opera di Emily Brontë

Dal romanzo alla biografia, andata e ritorno

Tra brughiera e tragedia: vita e opera di Emily Brontë

Immaginatevi una storia triste. Poi immaginatevi la vita dell’autrice dietro questa storia ancora più triste.

Bisogna sempre fare attenzione a cercare negli spunti biografici dell’autore una lanterna che ci guidi nel testo: ma nel caso di “Cime tempestose”, il faut conoscere la vita dell’autrice. Perché leggendo la sua biografia, non si capisce più dove finisce il romanzo e inizia la vita.

Emily Brontë è la quinta di sei figli, nati uno dietro l’altro: la precedono Mary, Elizabeth, Charlotte, Patrick. Due anni dopo nascerà ancora Anne, nel 1820.

Il padre è un pastore anglicano, la madre muore quando Emily ha tre anni. La famiglia vive nello Yorkshire, in una canonica in stile georgiano circondata per tre lati da un cimitero. I confini della vita di Emily e dei suoi fratelli sono la brughiera ed un’accesa fantasia. Il padre educa i figli secondo un rigido pauperismo: sono nutriti soltanto di pane e patate, cosa che minerà gravemente la loro salute.

Le prime quattro sorelle vengono mandate in un collegio, dove le cose non vanno meglio: anche qui regnano rigidità e scarsità di cibo. Arriva anche la tubercolosi, le due sorelle più grandi ne muoiono.

I fratelli superstiti stringono un legame fortissimo, nutrito dalle storie che si divertono a ricamare. L’isolamento e la solitudine diventano connaturati alla vita di Emily, che non riesce ad allontanarsi dalla sua brughiera: e qui infatti fa sempre ritorno, immancabilmente. Emily trascorre gli ultimi quindici anni della sua vita a prendersi cura del fratello, divenuto nel frattempo tisico e alcolizzato, e del padre. Quando muore il fratello, Emily, che era afflitta sin da bambina dalla tubercolosi, smette di curarsi. Muore a trent’anni, una sera di dicembre, mentre si spazzola i lunghi capelli.

Alle sorelle Brontë sopravvive il padre, che muore a ottantaquattro anni. E soprattutto vivono i loro scritti, perché anche Charlotte e Anne hanno scritto opere bellissime. Emily ci ha lasciato “Cime tempestose”, che ha il respiro di una tragedia greca. Narra della passione irrisolta che lega Catherine a Heathcliff, passione che distruggerà loro e chi incontreranno nel loro tormentato cammino. I personaggi giganteggiano: le loro personalità creano arabeschi di inquietudine. Un’inquietudine che ammalia e costringe a trattenere il fiato, nell’attesa del peggio. Che arriva, sempre. Come nella vita di Emily, anche nel suo romanzo le disgrazie non vengono mai sole: resta solo la brughiera a lenire, per un istante, le ferite dell’esistenza.

“La mia idea di perfetta felicità paradisiaca…dondolarmi tra il verde di un albero che stormisce al vento dell’ovest, mentre bianche nuvole luminose s’inseguono veloci in cielo… e in lontananza la brughiera.”

Per un attimo, tutto scintilla e danza in un tripudio di gloria.

Marta Gas

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium