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In Breve

Che tempo fa

| 23 aprile 2014, 08:01

Letto diletto

Letto diletto

Mi chiedo se in altri tempi, quando la comunicazione non era massificata, e c'era soltanto la carta stampata che non raggiungeva neppure tutti, ebbene, mi chiedo se ogni stagione aveva il suo tormentone.

D'inverno c'è il freddo, come fare per difendersi dal freddo, le epidemie d'influenza e il raffreddore; d'estate il caldo, come fare per difendersi dal caldo, dalle insolazioni, gli eritemi ...

In primavera, si sono inventati questa cosa del sonno. Complice il cambio d'ora, da solare a legale, ecco che tutti dovremmo patire di questa sorta di “jet lag” minimo (un'ora), che dovrebbe sconvolgerci la vita. Telegiornali, periodici, tutti, anche quelli cosiddetti “seri”, dedicano spazi a quello che considerano un dato di fatto. Nel mese di aprile, secondo gli “esperti”, dovremmo essere colti da una certa spossatezza, dovuta, dicono loro, al cambio di stagione. Primi caldi, un'ora in meno di sonno causa cambio d'ora, queste cose qui.

Per quanto mi riguarda, è d'inverno che dormirei sempre. Giornate corte di poca luce, il tepore invitante del letto, la poca voglia di muoversi, tutti incentivi per un bel letargo. Che molti animali, del resto (mica scemi), mettono in atto, con il migliore dei benefici. Ossia, passare dal tiepido autunno alla tiepida primavera, saltando l'orrido buio ed il gelido inverno.

Giunta (finalmente) ai mesi di marzo-aprile, anelo alla rinascita. La luce, quella naturale, non scade più, se va bene, alle cinque della sera, ma va avanti, prosegue fino ed oltre l'ora della cena. Niente più preparativi di cibi sostanziosi e bollenti sotto il barlume di quelle tristi lampadine moderne che si illuminano poco per volta. No. Capita perfino, raramente, di riuscire ad uscire dall'ufficio godendo ancora del chiarore solare.

Altro che dormire. Voglio approfittare in pienezza delle giornate finalmente rischiarate dalla luce naturale del sole (se c'è), lasciarmi alle spalle mesi e mesi di buio, che mi hanno invecchiato la mente e l'aspetto.

Invece. Invece ad aprile fioccano i consigli sul buon sonno. Sempre uguali, come andare a dormire ogni sera alla stessa ora, non guardare la tv o stare davanti al computer, mangiare pasti leggeri, bere tisane, consigli validi, in realtà, per ogni stagione. E generici, che non tengono conto, com'è ovvio, delle caratteristiche psichiche e fisiche di ognuno di noi. Come accade per i “pisolini diurni”. Che fanno parte anch'essi delle ricette per un sano riposo.

Mai riuscita a dormire al pomeriggio, neppure da piccolissima, quando all'asilo le suore ci obbligavano ad appisolarci, neppure sdraiate sulla brandina, ma giusto con la testa appoggiata sul cuscino, sedute al piccolo banco dove si disegnava, mentre una di loro dalla cattedra ci sorvegliava. Non so quanto tempo ero obbligata a dedicare a questa (per me) innaturale pennichella, che si ripresentava ogni giorno come una piccola tortura. A me sembravano lunghe, interminabili ore.

Da allora, non parlatemi mai, mai, mai più, di sonnellino pomeridiano.  

Monica Bruna

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