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In Breve

| 14 gennaio 2015, 07:30

Expo 2015 sul cibo: non mangiamoci l'occasione

Expo 2015 sul cibo: non mangiamoci l'occasione

Una cosa sola accomuna tutti gli esseri viventi del pianeta. Per sopravvivere è necessario mangiare. Gli animali e i vegetali non si fanno molti scrupoli. Un bruco, una bacca, un'antilope, una foglia di eucalipto, dell'acqua piovana. Poco importa. E' roba che può essere utile per tirare avanti, per avere altra energia per procurarsi un'altra antilope, un altro bruco o un'altra bacca, senza andare troppo per il sottile.

Gli esseri umani, dopo essere partiti anch'essi dal concetto che il cibo serviva per arrivare fino al giorno successivo, si sono evoluti. Mangiare non solo è una necessità. E' anche, lo si è capito non tanto tempo fa, un piacere. Una cosa che può dare felicità, benessere, per molti l'unica vera soddisfazione realmente gratificante. Come dice anche Carlin Petrini, anima dello Slow Food, “per stì quatt dì che 'luma da vivi (per quei quattro giorni che abbiamo da vivere) (...) un'inezia di fronte alla storia dell'umanità” a proposito della possibilità per i gastronomi di contribuire a rendere il mondo un posto migliore, tanto vale trattarsi anche bene.

Noi italiani, in fatto di gastronomia, siamo forse i migliori al mondo. Grazie ad una terra generosa, se coltivata con i giusti criteri, e al clima, si può ricavare di tutto, e della migliore qualità. Frutta, verdura, che in Gran Bretagna, tanto per dire, se la sognano. E che dire di un prodotto italiano che a me piace tantissimo, il formaggio: quale altro paese al mondo può vantare una varietà di oltre 500 (pare) prodotti caseari? Che neanche i francesi...

Come per tutte le cose, l'evoluzione ha portato la preparazione del cibo da un estremo all'altro. Alla raffinatezza quasi estrema della cucina degli chef pluri-stellati che preparano piatti dove è l'occhio il senso ad esserne più appagato, per arrivare a sensazioni di gusto (pare, personalmente non ho ancora avuto il piacere o, forse, il coraggio di provare) talmente estreme, da risultare astratte, sublimi, forse assurde. Una per tutte la scaglia d’ora sul risotto di Gualtiero Marchesi. Piatti minimali, con due o tre grammi (o poco più) di carne, pesce, verdura, disposti con precisione millimetrica, con le pinzette: si ha il coraggio di mangiare una cosa così perfetta?

D'altro lato, trasmissioni televisive ci mostrano ciccioni americani che si ingozzano con tonnellate di (sembrerebbe) carne, o masse di cibo non meglio identificato, facendo a gara per chi mangia di più e peggio. Spettacoli disgustosi, oltretutto gravemente nocivi per la salute degli adepti all'ingrassaggio. Come diretta conseguenza nell'ultimo ventennio sono nati movimenti come il suddetto Slow Food, o le campagne di sensibilizzazione per le mense salutari nelle scuole dell'obbligo inglesi promosse dal cuoco britannico Jamie Oliver, al fine di salvare il salvabile e soprattutto il benessere degli amanti della buona tavola.

Sì, mangiare è un piacere, e oltretutto fa anche bene all'economia perché comunque, anche in questi di tempi di crisi, la gente piuttosto rinuncia ad altro, ma va a mangiarsi una pizza. Prepariamoci quindi a sentir parlare di cibo sempre e di più, in questo 2015 partito non nel migliore dei modi, ci sarà dal 1 maggio l'Expo di Milano che vuole essere il più grande evento mai realizzato prima sull’alimentazione e la nutrizione, con oltre 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti. Un immenso “Salone del Gusto” come quello che si svolge ogni anno al Lingotto di Torino, e che speriamo possa godere dello stesso successo. Un'occasione davvero imperdibile.

Prenderò ferie e ci andrò sicuramente, magari in compagnia dell'amica foodblogger Federica Giuliani che ha visto accogliere nove delle sue ricette sul sito ufficiale worldrecipes.expo2015.org/it/.


Monica Bruna

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