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| 27 aprile 2020, 12:07

Il Governo rinvia la ripresa di commercio, turismo e servizi. L'Ascom Bra: "Così condannano un settore alla chiusura"

L’associazione di categoria esprime sconcerto e rabbia sui contenuti del nuovo Dpcm: "Il tanto atteso decreto non permette ai nostri settori di ripartire. Moriranno imprese e persone perderanno il loro posto di lavoro"

Luigi Barbero, direttore Ascom Bra

Luigi Barbero, direttore Ascom Bra

E’ una condanna senza mezzi termini quella con cui Ascom Bra, associazione di categoria del commercio, turismo e servizio, boccia gli ultimi provvedimenti del Governo in merito alla tanto attesa "fase 2", misure che rinviano alle date del prossimo 18 maggio la possibilità di riaprire gli esercizi del commercio al dettaglio, mentre è rimandata al 1° giugno la ripresa delle attività per gli esercizi della ristorazione – bar, ristoranti, pizzerie in testa – che in quella data potranno tornare a lavorare insieme a parrucchieri e centri estetici, mentre dal 4 maggio potranno affiancare alle attività di preparazione e consegna a domicilio dei pasti già avviata da molti operatori in questa settimane quella di vendita per asporto.

"Oggi – fanno sapere i vertici dell’associazione, col presidente Giacomo Badellino e il direttore Luigi Barbero – esprimiamo grande sconcerto e preoccupazione per come viene gestita la Fase 2, quella che doveva permettere alle imprese, ai negozi, ai ristoranti e pubblici esercizi, di ripartire, gradualmente, con tutte le norme e i protocolli sanitari necessari per contenere la diffusione del contagio. Invece – prosegue la nota – il tanto atteso 'decreto della ripartenza', non permette ai nostri settori di ripartire. Fino, forse e vedremo, al 18 maggio e al 1° giugno".

"Forse non è chiaro –
si conclude la nota – che si sta condannando un settore alla chiusura. Moriranno imprese e persone perderanno il loro posto di lavoro. La nostra associazione si sta attivando, con forza, a livello provinciale, regionale e nazionale, con tutti i mezzi e gli strumenti a disposizione, nei confronti del Governo per affermare la rabbia e la preoccupazione relativamente ai provvedimenti presi".

C. S.

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