In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».(Lc 21,25-28.34-36)
Oggi, 28 novembre, la Chiesa inizia il cammino di preparazione al Natale (Anno C, colore liturgico viola).
A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano Militare per il 4° Stormo dell’Aeronautica in Grosseto. Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che sono come scintille per accendere le ragioni della speranza che è in noi. Eccolo il commento.
Con la prima domenica di Avvento, spazio dell’attesa e della vigilanza, la Chiesa inizia un nuovo anno liturgico. In esso, nonostante la notte del mondo e al di là delle tenebre dei nostri dubbi, sappiamo che il Signore viene e la nostra vita di fede è invitata a “ripartire” con rinnovato vigore, camminando incontro a Lui. Viene come una stella nella notte: accogliamolo, presente nell’assemblea eucaristica e nella sua parola, attorno alla quale, con lampade accese, siamo chiamati a vegliare; riconosciamolo presente nel pane e nel vino, offerti per la nostra salvezza.
«Vegliate, per essere pronti ad accoglierlo nel momento in cui arriverà»: è questo l’invito dell’Avvento, ridestandoci dal torpore delle abitudini quotidiane e dei piccoli compromessi con la nostra coscienza. Ci scuote e ci invita per essere positivamente in allerta: quando il Signore Gesù ritornerà nella gloria, allora tutte le promesse di Dio troveranno compimento.
L’evangelista Luca, che ci accompagnerà in questo anno liturgico, ci esorta a saper leggere i segni dei tempi che a livello universale (sole, luna, stelle, angoscia, ansia, paura, sconvolgimento… ed io aggiungerei pandemia) accadono periodicamente, applicandoli a livello personale nella propria quotidianità, dinanzi a cui il cristiano nulla ha da temere, poiché diventa motivo di sprone a risollevarsi rinvigorendo la speranza nella certezza che il Signore, nelle cui mani pone la propria esistenza e la propria fiducia, è con lui.
Infatti, chi si fa prendere dalla paura dinanzi all’eventuale pericolo? Chi si affossa nell’ansia dinanzi a delle notizie inaspettate? Chi si perde nell’angoscia dinanzi all’impotenza degli strumenti umani? Chi si ritiene sconvolto dalla mancanza di guide lungimiranti? Chi si sente disorientato dalla pandemia dinanzi alla mancanza di punti di riferimento, rilevando disordine? Sono reali i rischi del disorientamento e delle fluttuazioni dottrinali e spirituali!
Attenzione, chi si trova in queste situazioni sentendosi inerme, senza più capacità e forza per trovare vie nuove di vitalità, è già morto! Ci ricorda Gesù, ognuno guardi dov’è direzionato il proprio cuore affinché non sia appesantito dagli affanni della vita (che racchiudo nelle ubriachezze di ogni genere, facendo perdere il lume della ragione a chi vive nell’avidità delle ricchezze, nella ricerca del potere e negli impulsi della libidine), poiché la soluzione per giungere alla gioia e alla felicità, è molto più semplice: dinanzi a ciò che può sembrare la fine del mondo è chiesto un cuore sereno, vigile e orante affinché il Signore lo riempia del suo Amore; tutto il resto è miraggio! La presenza di Dio nella vita del credente che si alza, cioè risorge, nella piena comunione con Lui con coraggio e fede, porta potenza e gloria, che sono attributi divini.
Il Signore apra i nostri occhi ed i nostri cuori alla sua presenza e al suo amore, perché chi si lascia trasformare dalla sua “venuta”, potrà essere, nel mondo, portatore di luce e di pace. Nel nostro cammino siano compagni di viaggio la vigilanza e la preghiera. Buon Anno Liturgico.
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