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Attualità | 17 maggio 2025, 09:16

L’omaggio del Caffè letterario di Bra a papa Leone XIV con la vignetta di Yatri

Domenica 18 maggio la Messa solenne in piazza San Pietro per l’inizio del Pontificato

Papa Leone XIV visto da Yatri

Papa Leone XIV visto da Yatri

Il pontificato di Leone XIV comincerà domenica 18 maggio con la Messa di insediamento in piazza San Pietro, alle 10. Con l'intronizzazione, termine che richiama l'antica procedura di incoronazione papale praticata per secoli fino al pontificato di Paolo VI, inizia ufficialmente il ministero petrino di Robert Francis Prevost, come successore dell’apostolo Pietro e pastore della Chiesa cattolica.

Il rito prevede momenti dal grande valore simbolico nei quali spiccano le antiche insegne episcopali del pallio e dell’anello del pescatore. Il pallio è una fascia realizzata con lana di agnelli che si appoggia sulle spalle, sopra la casula, rievocando la pecorella portata sulle spalle dal Buon Pastore. L’anello del pescatore è il sigillo papale e raffigura l’apostolo Pietro, “pescatore di uomini”.

Habemus Papam

Habemus Papam. Habemus Leone XIV. L’8 maggio, alle ore 18.08, la fumata bianca dalla Cappella Sistina ha annunciato al mondo l’elezione del nuovo Papa: il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, che ha scelto di chiamarsi Leone XIV. È l’inizio di un nuovo capitolo per la Chiesa Cattolica, tra attese di rinnovamento e continuità.

Un’elezione storica

Leone XIV è il primo pontefice nordamericano e agostiniano nella storia della Chiesa Cattolica e il primo ad aver letto un discorso scritto. Prima di lui, infatti, i Pontefici erano soliti tenere il primo discorso semplicemente a braccio.

La sua elezione è avvenuta al quarto scrutinio del secondo giorno di Conclave, in una delle sedute più brevi dell’epoca contemporanea, alla presenza di 133 cardinali elettori, segno di unità del Collegio dei porporati.

Alle ore 19.13, dopo la sospirata fumata bianca, il cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha annunciato il gaudium magnum con la tradizionale formula latina “Habemus Papam” dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro.

Papa Leone XIV è stato accolto con commozione e speranza da oltre 100mila fedeli, distribuiti tra Piazza San Pietro e via della Conciliazione, pronti da giorni ad accogliere il 267º successore di Pietro. Fede ed emozione sono diventate un tutt’uno.

Una vita tra azione e contemplazione

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Robert Francis Prevost, come ogni buon statunitense, è un bel mix di provenienze culturali, un po’ francese, un po’ spagnolo e un po’ italiano (da parte di padre).

Fin da giovane ha vissuto l’intreccio tra la contemplazione spirituale e l’azione pastorale, ispirato dagli insegnamenti di sant’Agostino. Dopo essere entrato nell’Ordine di Sant’Agostino nel 1977, dove ha emesso la professione solenne nel 1981, è stato ordinato sacerdote nel 1982, proseguendo gli studi in teologia e diritto canonico a Roma presso la Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino (Angelicum). Per lui anche una laurea in matematica e studi in filosofia.

Ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità all’interno del suo ordine, fino a diventarne il priore generale, conservando l’incarico per due mandati consecutivi, dal 2001 al 2013.

Al momento della sua elezione, ricopriva il ruolo di prefetto del Dicastero per i Vescovi (uno dei ruoli più importanti nella Curia, dove ha guidato il processo di selezione dei nuovi pastori diocesani) e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina su nomina di papa Francesco nel 2023, che lo ha anche fatto cardinale.

Un Pontefice dal cuore missionario

Una vita di viaggi, la sua, impegnato nelle missioni più povere del mondo. Prevost ha trascorso gran parte della sua vita in Perù come missionario e vescovo di Chiclayo, maturando una profonda sensibilità verso le tematiche sociali e le periferie esistenziali. La sua profonda comprensione delle sfide sociali ed economiche del Sud del mondo ha plasmato la sua visione pastorale, rendendolo particolarmente attento alle necessità delle comunità emarginate e alle lotte per la giustizia sociale.

Le prime parole di Leone XIV

Tra le ovazioni e il suono solenne delle campane, il nuovo vicario di Cristo, affacciato dalla Loggia centrale per impartire la sua prima benedizione Urbi et Orbi, ha salutato la folla festante con il sorriso aperto, agitando la mano destra, così come farebbe un caro amico.

Il suo volto, visibilmente felice ed emozionato, ma anche consapevole del duro cammino che lo attende, ha già lasciato intravedere il tratto umano e paterno che molti cardinali hanno indicato come decisivo nella loro scelta.

Da vescovo di Roma e guida spirituale di oltre un miliardo di cattolici nel mondo, le sue prime parole sono state: «La pace sia con tutti voi. Questo è il primo saluto del Cristo risorto, il buon Pastore. Vorrei che la pace raggiungesse le vostre famiglie, tutti i popoli, tutta la terra. La pace sia con voi. Una pace disarmata, disarmante, umile. Dio ci ama tutti, incondizionatamente».

Ha poi espresso gratitudine al suo predecessore, papa Francesco, ricordando la sua ultima benedizione Urbi et Orbi pronunciata il giorno di Pasqua, poche ore prima della sua morte. «Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione. Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti. E il male non prevarrà: siamo tutti nelle mani di Dio».

Infine, dopo aver parlato anche in spagnolo, ha invitato i fedeli a costruire ponti di dialogo e incontro: «Aiutateci anche voi a costruire i ponti con il dialogo e con l’incontro, per essere un solo popolo, per essere in pace».

Lo stemma

Durante il primo discorso il Papa si è dichiarato «Figlio di sant’Agostino», tanto che nel suo stemma infatti c’è il simbolo del Santo, ovvero il cuore trafitto da una freccia, che sta a significare una svolta, una rivelazione improvvisa, quell’istante luminoso in cui arriva la folgorazione sulla via di Damasco.

Sullo sfondo bianco, il Sacro Cuore, memore del sacrificio e del dolore di Gesù morto sulla croce per salvare l’umanità dal peccato, è posto su di un libro, il Vangelo, la scrittura, la Parola di Dio, con valore salvifico per tutti gli uomini.

A sinistra lo sfondo è azzurro e si vede uno giglio bianco stilizzato, fiore sempre associato alla Madonna, patrona dell’Ordine agostiniano. Cristo e la Vergine Maria, dunque, sono nel centro del pontificato.

Il motto «In Illo uno unum» cioè «In Cristo siamo una cosa sola» (tratto da uno scritto di sant’Agostino di Ippona, un suo commento al Salmo 127), indica invece l’obiettivo di promuovere la comunione e l’unità nella Chiesa.

Corsi e ricorsi storici

Il cardinal Prevost è stato eletto Papa nel giorno in cui viene recitata solennemente la Supplica alla Madonna di Pompei, scritta nel 1883 dal Beato Bartolo Longo, come adesione all’invito che, nella sua prima Enciclica sul Rosario, papa Leone XIII aveva fatto ai cattolici, ovvero ad un impegno spirituale volto a fronteggiare i mali della società; nel medesimo giorno, inoltre, la Chiesa Cattolica festeggia san Michele Arcangelo, principe delle Milizie Celesti, vincitore nella lotta contro il male, difensore della verità e della giustizia a lode e gloria di Dio e del Suo Santo Nome.

Un Papa dell’ascolto e del dialogo

Una delle caratteristiche di Robert Francis Prevost è la sua capacità di ascolto. Come vescovo, ha sempre cercato di creare uno spazio di dialogo aperto e sincero con i fedeli, incoraggiando le comunità a esprimere liberamente le loro preoccupazioni e speranze. Questa sensibilità pastorale si riflette anche nel suo impegno a costruire una Chiesa sinodale, capace di ascoltare e rispondere alle voci di tutti i suoi membri.

Si è affacciato da San Pietro con un’espressione dolce e serena, ma lo descrivono come tutt’altro che mite, da buon Leone sa quando farsi accarezzare e quando azzannare. Lo ha dimostrato qualche settimana fa, quando J.D. Vance (vicepresidente Usa) ha parlato di immigrazione su X e il futuro Papa gli ha risposto per le rime, dicendogli che «Dio non fa la classifica delle persone che dobbiamo amare».

Leone, un nome e un programma

Dopo Giovanni Paolo, Benedetto e Francesco, Leone torna ad essere il nome di un Pontefice in un’epoca segnata da guerre, disuguaglianze e crisi spirituali. Un segno di forza e fermezza, ma anche di speranza e fiducia nella Provvidenza.

La scelta del nome Leone XIV, che non si udiva da oltre 120 anni, richiama la figura di Leone XIII, noto per l’enciclica “Rerum Novarum” e per l’impegno nella Dottrina sociale della Chiesa. Questo suggerisce la volontà di Leone XIV di proseguire nel solco tracciato dai suoi predecessori, promuovendo una Chiesa attenta alle questioni sociali, al dialogo interreligioso e all’inclusione.

La sua esperienza missionaria e il suo impegno nelle periferie del mondo indicano un pontificato orientato verso una Chiesa “in uscita”, vicina agli ultimi e impegnata nella costruzione di un mondo più giusto e pacifico.

L’inizio di un nuovo cammino

Con l’elezione di Leone XIV, la Chiesa Cattolica si prepara ad affrontare le sfide del presente e del futuro, guidata da un pontefice che ha già mostrato di voler essere un pastore vicino al suo gregge, promotore di pace e costruttore di ponti tra i popoli.

Curiosità

Nei giorni del pre-conclave Prevost aveva dichiarato: «Sono un grande appassionato di tennis, purtroppo non ho molte occasioni per scendere in campo».

Papa Leone XIV apprezza tantissimo l’amicizia: «Avere la capacità di sviluppare amicizie autentiche nella vita è bellissimo - disse una volta -. E penso che questo sia uno dei doni più meravigliosi, l’amicizia, che Dio ci ha dato».

Infine, come tutti gli agostiniani, è molto devoto alla Madonna al punto di citare la Santa Vergine di Pompei, in quanto eletto nel giorno della Supplica e da chiudere il suo discorso recitando una Ave Maria con i fedeli in piazza San Pietro.

Prevost in visita a qualche nostro Santuario? Chissà, le vie del Signore sono infinite.

Cose da sapere su Papa Leone XIV (Robert Francis Prevost)

14 settembre 1955 – Nasce a Chicago (Illinois, Usa).

1977 – Entra nell’Ordine di Sant’Agostino.

29 agosto 1981 – Emette la professione solenne come agostiniano.

19 giugno 1982 – Ordinato sacerdote.

Anni ‘80-‘90 – Missionario in Perù; insegna e accompagna comunità locali.

2001–2013 – Eletto e riconfermato Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino.

3 novembre 2014 – Nominato da Papa Francesco vescovo di Chiclayo (Perù).

2015 – Riceve la consacrazione episcopale.

30 gennaio 2023 – Chiamato a Roma come Prefetto del Dicastero per i Vescovi.

30 settembre 2023 – Creato cardinale da Papa Francesco.

8 maggio 2025 – Eletto Papa con il nome di Leone XIV.

silvia gullino

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